Pelo e Contropelo: GP del Qua Tara

HERIBERT STOHR

 

La tara è il peso a vuoto. Lordo meno netto uguale tara. Facciamo finta che la tara sia il pilota. Tra garetta del sabato e gara vera si sono visti piloti tarati, ossia, gentilmente, affetti da anomalie o moralmente non sani. Il cambiamento climatico quatariano non è stato apprezzato dai piloti: chi ha chiesto un gavettone al pit stop, chi ha indossato il casco dopo una notte nel congelatore, chi ha chiesto che le prese d’aria per i freni venissero indirizzate nell’abitacolo.

Nel 2021 si era corso senza problemi, quest’anno asfalto nuovo senza grip e cordoli che punturavano le gomme obbligando tre soste oltre ad un restringimento pista mi ha ricordato accordi di campionati di briscola e tresette. Per me è un motodromo e non un autodromo. Vedere sul gradino più alto del podio, nella garetta del sabato, un imbattibile Piastri, non era pronosticabile ma non è stata una grande sorpresa. “Io ce l’ho fatta!!” pensando a Norris che ancora non ha gustato il sapore della vittoria. Mentre il solito è diventato insolito ammettendo di non poter battere l’australiano. Riguardo ai track limit (un record anche di penalità) le gag di Stanlio e Ollio ci avrebbero fatto ridere meno.

 

 

Volti neri in Ferrari: Sainz non parte per un problema tecnico. Pronti via e il volto della gara prende uno schiaffone dopo poche centinaia di metri. Hamilton è l’unico dei top driver con gomme morbide per cui ha un clamoroso vantaggio rispetto a quelli con gomme medie. Lui lo sa. Gli altri lo sanno. Lui sa che può superare Max e George all’esterno della prima curva. Max sta tutto interno e Russell va verso Lewis gradatamente a sinistra. Non è una manovra collaborativa fra compagni di squadra ma non illegale. Hamilton ci crede grazie alla sua maggior velocità grazie al grip e si convince di aver superato George per cui volta prestino.

Troppo! Ahiahia! Contatto! Lewis si ritira senza una ruota mentre Russell riesce a uscire dalla ghiaia per andare in pit a controllare danni e cambiare gomme. Safety car. Frittata Mercedes con il 90% di responsabilità del pluricampione. Hulkenberg penalizzato di 10 secondi per aver sbagliato la posizione in griglia “Oh che bel posto vuoto, mi metto qui.” Un lungo di Alonso favorisce una posizione in più a Leclerc ma dopo la prima sosta per tutti, lo spagnolo si riprende il posto. I meccanici non soffrono l’umidità e fanno dei gran tempi nei cambi gomme. Russell è un demonio in rimonta. Si vede un buon duello Norris-Leclerc.

 

 

Al on in testa per un giro. La ridicola regola dei 18 giri max per treno impone strane strategie, se le cambi prima puoi fare più giri, se le cambi dopo sei squalificato. Perez è il nome che appare di più in sovraimpressione sugli schermi per le penalità legate ai track limit. Nonostante avvicendamenti poi rientrati grazie a DRS e a cambi gomme, si capisce in fretta come sarà la classifica finale. Da libro Cuore i team radio con Sargeant convinto a ritirarsi perché non riesce più a guidare da quanto è stremato. Nei box i meccanici si schierano a mo di barriera davanti al pilota in crisi per impedire alle telecamere di riprenderlo. Finale curioso. Norris raggiunge Piastri e chiede al team di poter avere la sua posizione.

Non gli viene concessa pur sapendo che la velocità dell’inglese era superiore a quella di Oscar. 1°il solito. 2° Piastri diventato un problema per Lando. 3° Norris non felice sul podio. 4° Russell, poteva quasi vincere? 5° Leclerc gara alla Lauda. 6° Alonso, fisico da Yeti con qualche errorino. 7° Ocon bravo anche a conservare nel casco il cibo del pranzo. 8° Bottas, montata l’aria condizionata della Stelvio perdeva 50cv. 9° Zhou, in gara si succhiava ghiaccioli allo zenzero. 10° Perez, il leader dei tarati. 11° Stroll, dopo il traguardo chiede l’ambulanza ma non gliela fanno guidare! 12° Gasly. 13° Albon. 14° Magnussen a 1 giro. 15° Tsunoda. 16° Hulkenberg. 17° Lawson.

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