F.1 GP GIAPPONE Ancora Verstappen ma la rossa sembra aver preso la strada giusta

DI GIUSEPPE MAGNI

Terminato il Gran Premio del Giappone con il ritorno prepotente della Red Bull,  siamo stati di nuovo catapultati nella solennità del Het Wihelmus, l’inno olandese di Max Verstappen, dopo la parentesi gioiosissima dell’inno di Mameli in quel di Melbourne. Una Red Bull che non si è mostrata brillantissima nel fine settimana, ma solida, capace di portare Sergio Perez sul secondo gradino del podio, a suggello di una doppietta corroborata dal giro più veloce del pigliatutto olandese a 3 giri dalla fine, segno che, molto probabilmente, avrebbe potuto tenere ben altro ritmo, fosse stato necessario.

Subito dietro I due alfieri del team che da settimane sembra lì, lì per esplodere, ma, alla fine, fa esplodere solo gli avversari, sono arrivati I due ragazzi della Ferrari, con Carlos Sainz sul podio, ancora una volta davanti a Charles Leclerc, in difficoltà già al sabato. L’impressione è che questa Ferrari SF-24 sia una una buonissima macchina, molto veloce e sincera, che però vada guidata in maniera molto precisa e molto pulita, per farla rendere al meglio. E tutto questo si confà meno alle caratteristiche di un funambolo di immenso talento come Charles Leclerc, che ci aveva abituati, soprattutto al sabato, a dei giri pazzeschi in qualifica, tutto cuore e grinta.

Carlos Sainz, invece, sembra aver trovato, in questa prima fase della stagione, un feeling molto più diretto con la nobil donzella di Maranello. La quale rimane, in ogni caso, l’antagonista più seria nei confronti del dominio del Drink Team austro britannico. Questo fa ben sperare per il proseguo della stagione, dove sicuramente Carlos Sainz troverà il modo di adattarsi sempre più alla SF-24 e speriamo davvero che anche Charles Leclerc possa domare un po’ il suo impeto e trovi il modo di assecondare la naturale precisione e velocità della Rossa 2024. Intanto vedremo alla prossima il nuovo format, con la Sprint Race alle 5 di mattina e le qualifiche subito dopo, in un sabato cinese che non vediamo l’ora di vivere. Poi, se proprio, per un’altra volta, capitasse che dovessimo rinunciare ancora all’Het Wihelmus a fine gara, sono sicuro che ce ne faremmo una ragione. Alla prossima!

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