Heritage rende omaggio alla leggenda Abarth con due tributi di grande fascino

Comunicato HERITAGE STELLANTIS

 

  • In occasione del 75° compleanno dello Scorpione, il team Heritage di Stellantis ha realizzato due omaggi: un’esposizione temporanea di alcune preziose rarità Abarth, appartenenti a collezionisti privati e alla collezione aziendale permanente, e l’annuncio del progetto Abarth Classiche 1300 OT.
  • Allestita presso l’Heritage Hub, la mostra ripercorre le tappe salienti del brand, attraverso alcune delle sue vetture più famose, mentre il nuovo progetto nell’ambito “Reloaded by Creators” di Heritage è rappresentato da un modello di stile in scala 1:3 che esprime in ogni dettaglio la forma definitiva della nuova vettura.
  • Oltre ai 12 esemplari esposti all’ingresso del polo museale, la rassegna consente di ammirare altri 26 modelli Abarth disseminati all’interno dello spazio espositivo, sia quelli solitamente esposti nelle aree tematiche che quelli collocati in zone più defilate ma altrettanto preziosi.
  • Ospite d’onore il modello di stile della Abarth Classiche 1300 OT, l’evoluzione della Abarth Classiche 1000 SP che venne creata da Heritage nel 2021 in soli cinque esemplari venduti in tempo record.
  • Reinterpretazione moderna dell’iconica vettura sportiva degli anni ’60, dunque, la nuova Abarth Classiche 1300 OT è un sogno che a breve diventerà una splendida realtà in tiratura di sole cinque unità.
  • Prodotta e venduta dal dipartimento Heritage Stellantis, la nuova creazione è già ordinabile e per avere maggiori informazioni è possibile visitare il sito Heritage oppure scrivere al seguente indirizzo: heritage@stellantis.com.
  • La mostra sarà aperta al pubblico per circa tre mesi, a partire dal 12 aprile, e sarà inclusa nel biglietto del tour all’Heritage Hub. Prenotazioni e acquisto sono disponibili al seguente link.
  • A sottolineare la continua evoluzione del brand, alla rassegna sono presenti due modelli Abarth di ultima generazione: e l’edizione limitata Abarth 695 75° Anniversario e l’Abarth 500e con livrea Poison Blue.

Heritage di Stellantis celebra il 75° Anniversario del marchio Abarth con un doppio tributo alla leggenda dello Scorpione: la suggestiva mostra temporanea, allestita all’interno dell’Heritage Hub, che ripercorre le tappe salienti del brand attraverso alcune delle sue vetture più famose, e la presentazione del progetto “Abarth Classiche 1300 OT” incarnato nel modello di stile in scala 1:3 esposto alla rassegna celebrativa.

 

Dichiara Roberto Giolito, Head of Stellantis Heritage (Alfa Romeo, FIAT, Lancia, Abarth): “Esiste un fil rouge che lega le vetture Abarth del passato, esposte nella mostra temporanea che abbiamo allestito qui a Torino dove la leggenda ha preso forma, e l’emozionante Abarth Classiche 1300 OT, un sogno che a breve diventerà una splendida realtà: sono i valori fondanti del marchio, ossia massime prestazioni, cura artigianale e costante affinamento tecnico,  promossi ieri da queste iconiche progenitrici e oggi parte integrante del nuovo progetto inserito nel programma Heritage “Reloaded by Creators”. Senza dimenticare che sono gli stessi valori che caratterizzano l’attuale gamma dello Scorpione, a conferma che i precetti di Carlo Abarth sono ancora fonte di ispirazione per il futuro. Dunque, con questa suggestiva mostra e l’annuncio della serie limitatissima Abarth Classiche 1300 OT il dipartimento Heritage di Stellantis (Alfa Romeo, FIAT, Lancia, Abarth) celebra non soltanto un inestimabile patrimonio umano, sportivo e tecnologico ma rende omaggio alle diverse generazioni di appassionati sparsi nel mondo che, ancora oggi, si aspettano da una vettura dello Scorpione tanto una guida adrenalinica quanto uno stile distintivo, mantenendo fede al famoso motto del fondatore “la domenica in pista e il lunedì in ufficio”.

Nello specifico, l’esposizione temporanea si compone di 12 vetture poste all’ingresso del polo museale e di altre 26 vetture disseminate nell’Heritage Hub, alcune meno “frequentate” dai visitatori poiché lontano dai riflettori delle aree tematiche del museo. In dettaglio, le 12 vetture in prima fila provengono da collezionisti privati e dalla collezione di proprietà di Stellantis: dalla prima 500 che Carlo Abarth elaborò conquistando sei record di velocità e durata sul circuito di Monza nel 1958, passando per la leggendaria Abarth 1000 degli anni Sessanta, fino a giungere all’Abarth 500e con livrea Poison Blue e alla nuova Abarth 695 75° Anniversario, che rende omaggio alla storia dello Scorpione e al famoso motore 1.4 T-Jet, dalla cui cilindrata (1.368 cc.) deriva la tiratura limitata a 1.368 esemplari esclusivi.

Di grande fascino anche le altre 26 vetture Abarth d’epoca inserite nella mostra, come la 750 Record Aero, disegnato dal giovane designer Franco Scaglione, e la 1000 Formulino che venne pilotata direttamente da Carlo Abarth per conquistare il 100° record della Casa. Riflettori puntati anche sull’iconica 131 Abarth, vincitrice di 3 Mondiali Rally Gruppo 4, e la brutale 037, l’ultima vettura a 2 ruote motrici a vincere, nel 1983, il Mondiale Rally davanti a concorrenti con trazione integrale. Spazio anche ad alcune rarità assolute come l’elegantissima 2400 Coupé Allemano, la vettura personale di Carlo Abarth nei primi anni ’60, e la potente Fiat 131 Supermirafiori “2000/TC Volumetrico” con elaborazione Abarth che l’Avvocato Giovanni Agnelli guidava nei suoi tragitti giornalieri. Del resto, ogni vettura presente alla rassegna celebrativa ha una sua storia ricca di aneddoti e curiosità, che di certo faranno breccia nei visitatori più giovani e susciteranno un sorriso, forse anche un po’ nostalgico, sulle labbra di coloro che hanno vissuto gli anni ruggenti del boom economico quando il nome Abarth era sinonimo di velocità, elaborazioni e grandi emozioni.

Special guest della rassegna il modello di stile di Abarth Classiche 1300 OT, realizzato in Epowood, che presenta dettagli di grande pregio come la griglia posteriore con il lettering “Abarth”. Meccanicamente basata sul progetto Abarth Classiche 1000 SP del 2009, questa nuova creazione è l’evoluzione della Abarth Classiche 1000 SP che venne creata dal team di Heritage nel 2021 in soli cinque esemplari venduti in tempo record. Caratterizzata da una carrozzeria in fibra di carbonio e dallo storico “periscopio” reinterpretato in chiave contemporanea, la nuova Abarth Classiche 1300 OT è già ordinabile e sarà prodotta in serie limitata di sole cinque unità e commercializzata dal dipartimento Heritage di Stellantis (Alfa Romeo, FIAT, Lancia, Abarth). Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito Heritage oppure scrivere al seguente indirizzo: heritage@stellantis.com.

Dunque, l’esposizione dedicata alla 75° anniversario del Brand dello Scorpione è l’occasione ideale per ammirare questi autentici “gioielli” dell’automobilismo mondiale, grazie a un allestimento suggestivo capace di far risaltare la loro unicità in termini di design, innovazione tecnologica e palmares sportivo. Infine, ricordiamo che la suggestiva rassegna arricchisce ulteriormente l’esperienza presso l’Heritage Hub, solitamente aperto al pubblico per visite guidate, e sarà visitabile per tre mesi circa, a partire dal 12 aprile, acquistando il biglietto per la classica visita guidata presso il polo museale di via Plava a Torino. Maggiori informazioni, prenotazioni e acquisto sono disponibili al seguente link.

Abarth Classiche 1300 OT: velocità e passione

Abarth Classiche 1300 OT è la nuova vettura ideata da Heritage per omaggiare un’auto iconica che mezzo secolo fa otteneva successi nelle competizioni. Questa edizione speciale, inserita all’interno del progetto Heritage “Reloaded by Creators”, offre agli appassionati l’opportunità di possedere una reinterpretazione contemporanea di una delle vetture più emblematiche degli anni ’60.

Nel 1965, la Fiat-Abarth OT 1300 si distingueva sulle piste per la sua eccezionale agilità e potenza, derivanti da una efficace elaborazione della Fiat 850. Caratterizzata da una carrozzeria in fibra di vetro, leggera e aerodinamica, e da un distintivo “periscopio” montato in seguito per il raffrescamento dell’abitacolo, la OT 1300 divenne un’icona dell’innovazione Abarth nelle vetture da corsa.

Oggi, il team Heritage sotto l’insegna “Abarth Classiche” rende omaggio a quei valori intramontabili con la nuova Abarth Classiche 1300 OT, una creazione che fonde stile, prestazioni e storia. Meccanicamente basata sul progetto Abarth Classiche 1000 SP, questa nuova creazione mantiene l’essenza di un’autentica Abarth.

La carrozzeria, oggi realizzata in fibra di carbonio, introduce nuovamente il caratteristico “periscopio” della vettura storica, reinterpretato in chiave contemporanea. Il lunotto in plexiglass asolato per il raffreddamento e la grande griglia posteriore per il vano motore, caratterizzata dal lettering ‘Abarth’, sottolineano il legame con il design storico.

Il frontale, con le sue curve sinuose, ricorda le vetture sportive Abarth del passato, con generose aperture dedicate al raffreddamento.

Abarth Classiche 1300 OT rappresenta il modo più autentico e genuino per omaggiare una vettura epica che ancora oggi è nel cuore di tutti i veri appassionati del marchio Abarth nel mondo.

La vettura, prodotta in numero limitato di cinque esemplari, è già ordinabile.

Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito Heritage oppure scrivere al seguente indirizzo: heritage@stellantis.com.

 

Le dodici Abarth protagoniste della mostra temporanea all’Heritage Hub

Fiat Abarth 595 SS (1957)

La storia delle bicilindriche Abarth ebbe inizio nel novembre 1957, al Salone dell’Auto di Torino, pochi mesi dopo il lancio della Fiat Nuova 500. Carlo Abarth, che già da qualche anno elaborava con successo le vetture su base Fiat 600, riteneva stimolante estendere la sua gamma di “derivazione” a modelli con un prezzo più accessibile per il grande pubblico e la nuova utilitaria Fiat poteva essere un buon trampolino di lancio. Nel febbraio del 1964, viene presentata la “595 SS”, con potenza aumentata a 32 CV. La maggiore potenza viene ottenuta mediante un carburatore Solex 34 PBIC, accoppiato ad uno speciale collettore di aspirazione in lega leggera, il coperchio filtro aria e il relativo tubo di mandata. Esteticamente, le differenze consistono nell’aggiunta della scritta SS sui cofani anteriore e posteriore e la scritta in corsivo minuscolo per esteso “esse esse” sul cruscotto. Dal febbraio 1964 cominciano ad essere disponibili anche molti accessori per personalizzare la piccola Abarth, tra i quali diversi rapporti al ponte, il cruscotto a quattro strumenti Jaeger in alluminio verniciato nero, i cerchi in lega di magnesio Campagnolo, uno stupendo volante sportivo a tre razze in alluminio lucidato con corona in legno e pulsante clacson con lo scudetto. La storia delle Fiat Abarth 595/695 prosegue parallelamente all’evoluzione della vettura da cui derivano, passando dalla F (1965) alla L (1968) per concludersi nel 1971.

Fiat 500 Record Monza (1958)

L’Abarth “Record” del 1958 è stata la prima Fiat 500 messa a punto e modificata da Abarth per dimostrarne il potenziale e l’affidabilità. Per migliorare le sue performance, Abarth elaborò il motore con piccoli accorgimenti e la alleggerì, riuscendo a spremere quasi 26 cavalli dal motore a due cilindri. Così equipaggiata, la prima 500 con elaborazione Abarth superò la velocità di 120 km orari e resistette per 168 ore (cioè 24 ore al giorno, per sette giorni di fila) a Monza, conquistando un record dopo l’altro.

Fiat Abarth 850 TC Nurburgring (1961)

La Fiat Abarth 850 TC (Turismo Competizione) si configurava come una piccola sportiva, perfetta tanto nell’uso quotidiano quanto nelle gare su circuito; possiamo considerarla come una delle più fortunate trasformazioni nella carriera di Carlo Abarth. Presentata nel febbraio 1961, la 850 TC riprendeva lo schema meccanico della Fiat 600 D, a cui vennero maggiorati l’alesaggio e la corsa; la cilindrata crebbe così fino a 847 cm3. L’albero a camme più performante, il carburatore Solex da 32, così come un nuovo filtro dell’aria, un albero motore diverso e uno scarico pensato per l’impiego sportivo, consentirono di raggiungere i 52 cavalli a 5800 giri/minuto. Tutto ciò permetteva alla 850 TC di toccare i 140 km/h di velocità massima e si rese perciò necessaria l’adozione di un nuovo impianto frenante, con i dischi al posto dei tamburi sulle ruote anteriori. A fronte di un così marcato carattere agonistico, all’interno, l’Abarth 850 TC si caratterizzava per l’elegante strumentazione firmata Jaeger e per il volante sportivo, a tre razze in alluminio. La 850 TC costava 850.000 lire e per la prima volta viene offerta la garanzia sulla vettura. A novembre 1961 viene presentata la Abarth 850 TC Nürburgring, che monta di serie la strumentazione a ferro di cavallo, volante sportivo e scritte distintive.

Fiat Abarth 1000 SP (1966)

Al progetto di questa automobile viene assegnato il codice SE04, mentre come nome commerciale verrà conosciuta come 1000 SP (Sport Prototipo). Doveva essere prodotta in almeno 50 esemplari così da essere omologata nella categoria Sport Gruppo 6 e destinata ai piloti privati. La meccanica è derivata dal monoblocco della Fiat 600, con il collaudato bialbero di 982 cm³, per un duplice motivo: da un lato si manteneva la parentela con la Casa di Torino e dall’altro tale propulsore garantiva una marcata affidabilità. Il rapporto di compressione è di 10,5:1, l’alimentazione è affidata a due carburatori doppio corpo Weber 40 DCOE2 per una potenza totale di 105 CV. Con un peso di soli 480 kg, la velocità massima è di oltre 220 km/h. Il cambio è a quattro marce. Il frontale del mezzo viene particolarmente affilato per consentire un buon afflusso di aria attraverso le aperture che conducono ai radiatori dell’acqua. La carrozzeria è in vetroresina per alleggerire il peso complessivo.

Fiat Formula Italia (1972)

La “Formula Italia” o SE 025, nasce nel 1971 come vettura scuola per i giovani piloti dell’automobilismo italiano. Il propulsore di origine Fiat 1600 cc della 124 Sport Coupé, accoppiato al cambio manuale della Lancia Fulvia coupé HF 1.6 e con due carburatori doppio-corpo Weber 40 arriva ad erogare 115 cv a 6500 giri. La vettura viene presentata il 26 ottobre 1971, insieme al campionato promosso dalla Commissione Sportiva Automobilistica Italiana. I cerchi anteriori sono in lega a quattro razze appartenenti alla 124 Spider Abarth mentre i posteriori sono invece quelli della Fiat Dino da 14”. Sono invece specificatamente progettati per le competizioni il telaio in tubi di acciaio e la carrozzeria in poliestere PRFV autoestinguente.  Il peso complessivo è di circa 450 kg e la velocità massima supera i 200 km orari. La Formula Italia ha un ottimo successo commerciale e sportivo: ne vengono prodotte alcune decine di esemplari nel 1972, che danno vita al campionato monomarca articolato su sei gare.

Fiat Abarth 124 Rally (1972)

Presentata al Salone di Torino del 1972 con un motore 1.800 cm³ di cilindrata, arriva la nuova versione della 124 Sport Spider, denominata Abarth Rally. Pochi fronzoli nell’abitacolo che perde la console sul tunnel centrale, il cassettino sul cruscotto ed i rivestimenti in legno a favore dell’alluminio; semplificati i pannelli porta e molto belli i sedili anatomici (optional ma onnipresenti) e il volante a tre razze rivestito in pelle. Una “scena” del tutto giustificata: il motore, modificato tramite l’adozione di due carburatori Weber da 44 mm, sviluppa 128 CV anziché 114, sufficienti per prestazioni già di sicura soddisfazione ed oltretutto facilmente aumentabili grazie all’ottima risposta alle elaborazioni fornita da questa pregevole unità. Ad ogni buon conto, il differenziale, a richiesta, può divenire autobloccante e gli interventi sul telaio sono decisivi per la gestione della potenza. Le sospensioni anteriori sono modificate e su quelle posteriori si opera una vera e propria rivoluzione: il ponte rigido lascia il posto ad un sistema a ruote indipendenti con montanti di tipo Mc Pherson e bracci trasversali infulcrati a centro vettura con barra antirollio registrabile. Non si fece fatica invece a vendere i 1.013 esemplari prodotti anche con una gamma colori ridotta a sole tre tinte: rosso, azzurro e bianco. L’auto era molto veloce: oltre 190 km/h e 8 secondi circa nello 0-100 km/h.

Autobianchi A112 Abarth 58 HP (1972)

La A112 nacque nel 1969, appena dopo l’acquisizione totale dell’Autobianchi di Desio da parte della Fiat e viene realizzata per più di 17 anni, in ben sette serie diverse. Presentata al Salone di Torino del 15 settembre 1971 con la denominazione di Autobianchi A112 Abarth 58 HP, come la potenza che esprimeva il suo motore: 4 cilindri in linea di 982 cm³ per 58 CV DIN a 6600 giri/min alimentato da un carburatore doppio corpo verticale Weber 32 DMTR. La velocità massima della 58 HP è di 150 km/h, circa 10 km/h in più della versione base e accelera da 0-100 km/h in poco più di 12 secondi. Il prezzo al lancio è di 1.325.000 lire. Dal punto di vista stilistico si distingue dalla versione “non Abarth” per il cofano nero opaco così come la fascia sottoporta, i passaruota e la parte bassa del posteriore, lo stemma esagonale con lo Scorpione affiancato a quello dell’Autobianchi sulla fiancata in prossimità del giro-porta e per la calandra originalissima, con due prese d’aria rotonde che assomigliano a due faretti. La colorazione è Rosso Corsa anche se alcuni rari esemplari ebbero livree Salmone e Visone senza elementi neri. Al Salone di Ginevra del marzo 1973 debutta la nuova gamma A112, nella quale non può mancare la versione sportiva che sarà conosciuta come A112 Abarth 58 HP 2^ Serie mentre all’inizio del 1975 Abarth presenta l’Autobianchi A112 Abarth 70 HP (3^ serie).

Fiat Abarth 131 Rally (1976)

La Fiat 131 Abarth stradale viene presentata al Salone di Ginevra del 1976, che si tiene nei primi giorni di marzo. Il design e la realizzazione della carrozzeria vengono affidati al Centro Stile Bertone dove, attraverso l’uso di vetroresina e alluminio, nasce una vettura alleggerita con l’aspetto ispirato alla Fiat 131 Mirafiori nella versione a due porte. Per diminuire il peso della scocca, la 131 Abarth Rally ha cofani e parafanghi in resina e portiere in alluminio. Vengono poi aggiunti passaruota maggiorati e ampi spoiler per garantire la necessaria deportanza.  Il motore che spinge la vettura – predisposto dai tecnici dell’Abarth – è un inedito quattro cilindri in linea di 1.995 cm3 con testata in lega leggera, doppio albero a camme, 16 valvole e iniezione meccanica Kugelfischer nella versione “Corsa”. La versione stradale, con carburatore doppio corpo Weber, eroga 140 cavalli, ma quelle da corsa a iniezione raggiungono i 225 CV, successivamente portati a 245. Cambio a cinque marce a innesti frontali anche per le 131 Abarth stradali e differenziale autobloccante ZF (solo sulle Corsa) trasmettono la potenza alle gomme Pirelli P7 ribassate. Costruita tra il 1976 e il 1978 in 400 esemplari, numero minimo per garantire l’omologazione della versione Corsa nel Gruppo 4 secondo i regolamenti FIA, la Fiat 131 Abarth Rally Gr.4 si impone rapidamente nelle competizioni di tutto il mondo.

Abarth Formula 4 (2014)

Nel 2014 Abarth tiene fede alla sua storica vocazione di trampolino di lancio per i talenti del Motorsport, prendendo parte da protagonista al Campionato Italiano Formula 4, la nuova serie voluta dalla FIA (Federazione Internazionale dell’Automobilismo) per permettere ai piloti più giovani di fare esperienza su una monoposto e intraprendere la carriera professionistica nel mondo dell’automobilismo sportivo. La Formula 4 offre, infatti, ai giovani piloti la possibilità di salire su una vera monoposto già all’età di 15 anni e di misurarsi in questa categoria con altri piloti in condizioni di assoluta parità tecnica, garantita, ad esempio, dalla sigillatura e dalla rotazione dei motori tra le vetture partecipanti. A dimostrazione della vocazione formativa del programma, i giovani piloti sono seguiti sui campi di gara da tutor, che insegnano loro i segreti della guida sportiva pilotaggio seguendoli corsa dopo corsa in questo percorso verso il professionismo.

Abarth 124 Rally (2016)

Presentata per la prima volta nel marzo 2016 al Salone di Ginevra e successivamente in occasione della 100esima Targa Florio, l’Abarth 124 Rally fa il suo esordio sul palcoscenico del Mondiale Rally in occasione del Rally d’Italia-Sardegna. Si tratta di un concentrato di pura tecnologia e prestazioni, nato dall’esperienza della Squadra Corse Abarth per riportare lo Scorpione sui tracciati da rally più gloriosi e impegnativi, dalle prove speciali dove l’asfalto è più rovente a quelle rese insidiose dal ghiaccio più scivoloso. A oltre 40 anni dalla sua ultima gara ufficiale, il Rally di Montecarlo del 1976, l’Abarth 124 rally torna con la stessa filosofia: collaudare in condizioni estreme le soluzioni tecniche delle vetture stradali e garantire a tutti i clienti Abarth l’eccellenza delle prestazioni e la massima affidabilità. È dedicata a tutti coloro che condividono con il brand il senso della sfida e i valori del mondo racing. Sotto il cofano si nasconde il motore 1750 cm³ bialbero turbo a iniezione diretta. Grazie alle diverse mappature selezionabili, garantisce una potenza fino a 300 CV a 6500 giri e un’ottimale curva di coppia, elemento fondamentale per permettere al pilota il bilanciamento con sterzo e acceleratore in sovrasterzo.

Abarth 695 Rivale (2017)

Dall’incontro tra Abarth e Riva nasce Abarth 695 Rivale, la serie speciale e limitata, che unisce la tradizione e l’innovazione di due grandi firme dell’industria manifatturiera italiana. Abarth 695 Rivale sa distinguersi come nessun’altra auto. La targhetta identificativa della serie limitata e personalizzabile a richiesta, fissata con le stesse viti utilizzate nella costruzione degli yacht Riva, è uno dei tanti elementi che ne confermano la sua doppia natura, elegante e sportiva. Due miti senza tempo che condividono epoche di record internazionali e prestigiose vittorie. Carlo Abarth e Carlo Riva, le leggende dell’asfalto e del mare, l’evoluzione naturale di due percorsi paralleli da cui nasce un modello che punta su fattori irrinunciabili, quali tradizione, eleganza e innovazione. Quando Abarth incontra Riva il risultato è un connubio perfetto e armonico di raffinatezza e prestazioni. Una serie speciale e limitata che segue la rotta dell’estetica. 175 modelli in versione cabrio e 175 in versione hatchback con tettuccio in vetro nero.

Abarth Classiche 1000 SP (2021)

Nel 2021 Abarth Classiche ha deciso di fare rinascere la storica Abarth 1000 SP creando cinque esemplari di 1000 SP con le caratteristiche tecniche e meccaniche che avrebbe dovuto avere fin dalla prima progettazione del 2009. La carrozzeria della Abarth Classiche 1000 SP è completamente in carbonio e presenta il design originale del 2009.  Il corpo vettura sinuoso – con le superfici morbide dei parafanghi che evidenziano la posizione delle ruote – riprende lo schema della spider a motore centrale. Le geometrie del posteriore della Abarth Classiche 1000 SP sottolineano un’armonia perfetta tra i gruppi ottici e gli scarichi. La livrea è principalmente rossa e su tutto il corpo vettura compaiono le caratteristiche prese d’aria, dal cofano anteriore fino agli slot di raffreddamento su quello posteriore. Anche la fanaleria rispetta lo schema minimalista della 1000 SP storica, con proiettori puntiformi sul muso e una sola coppia di fanali posteriori rotondi a sottolineare la notevole larghezza dell’auto dalla vista posteriore.

 

Uno scrigno di vetture Abarth ricche di primati e curiosità

La mostra dedicata allo Scorpione prosegue anche negli spazi più interni dell’Heritage Hub, dove sono custodite altre auto d’epoca Abarth, tra queste vi sono importanti vetture già oggetto del tour guidato così come alcuni esemplari meno “frequentati” dai visitatori poiché lontani dai riflettori delle aree tematiche del museo, ma non meno preziosi. Ricordiamo le vetture Abarth da Record, tra cui la 750 Record Aero, disegnato dal giovane designer Franco Scaglione quando lavorava nella Carrozzeria Bertone, la 1000 Record Aero, soprannominata “la Principessa”, e la 1000 Formulino che venne pilotata direttamente da Carlo Abarth per conquistare il 100° record della Casa. Aspetto ancora più grintoso e spiccatamente racing per i seguenti esemplari della collezione Heritage inseriti nel percorso della mostra: l’iconica 131 Abarth, vincitrice di 3 Mondiali Rally Gruppo 4; la brutale 037, l’ultima vettura a 2 ruote motrici a vincere, nel 1983, il Mondiale Rally davanti a concorrenti con trazione integrale; la famosa S4 Martini, l’ultima vettura da rally del team Lancia / Abarth a correre nel gruppo B e l’altrettanto rinomata 124 Rally Gr.4 sulla quale il celebre pilota Marku Alen ha iniziato la sua carriera nel Gruppo Fiat. Allo stesso modo, i visitatori saranno impressionati da due bolidi da corsa: il prototipo ECV, creato dalla squadra Lancia / Abarth che non partecipò ad alcuna gara rallistica nel gruppo B, e la potente LC 2 concepita dall’ingegneria Abarth per le gare endurance ed equipaggiata con un motore 8 cilindri Ferrari. Completano questa carrellata di Sportività ai massimi livelli due vetture stradali, grazie alle quali furono omologate le rispettive versioni per i Rally: la Lancia Rally Stradale, uno dei 200 esemplari necessari per l’omologazione della Lancia 037, e la Lancia S4 Stradale che venne prodotta in 200 esemplari per permettere alla mitica Lancia Delta S4 di partecipare al Mondiale rally nel Gruppo B. Spazio anche ad alcune rarità assolute come l’elegantissima 2400 Coupé Allemano, la vettura personale di Carlo Abarth nei primi anni ’60, e la potente Fiat 131 Supermirafiori “2000/TC Volumetrico” con elaborazione Abarth realizzata appositamente per l’Avvocato Giovanni Agnelli che la guidava nei suoi tragitti giornalieri. Più comuni ma non certo di minore fascino l’A 112 58 HP, l’ultima creazione di auto di serie supervisionata da Carlo Abarth, e l’A 112 della 5° serie che, in versione Abarth, concluse il suo ciclo produttivo nello stabilimento di Desio (MI). Inoltre, lungo il percorso della mostra, molti dei visitatori potranno rivivere gli anni della loro giovinezza ammirando la brillante Seicento Sporting Limited Edition Michael Shumacher, la Uno Turbo Trofeo, che prese il posto dell’A112 Abarth nel trofeo addestrativo del Gruppo Fiat, e la Stilo HGT che riportava il logo dello Scorpione sui coprimozzo ruota. E di certo grande curiosità susciteranno la rivoluzionaria Beta Turbo Montecarlo, vettura da endurance equipaggiata con un propulsore Abarth di 1400cc sovralimentato da due turbo KKK; la particolare Beta Trevi Bimotore, che il capo collaudatore dell’Abarth, Giorgio Pianta, fece realizzare per testare la guida con trazione integrale; la 131 Abarth Diesel, vincitrice della Londra – Sidney 1977; la 500 Abarth Tokyo, il primo prototipo della moderna 500 Abarth; la 500 Trofeo Assetto Corsa, la protagonista del trofeo monomarca del 2008; la 124 Spider GT4, sviluppata nel 2015 per correre nella formula GT4 e la serie speciale 124 Spider 70° che, insieme alla 595, celebrava il 70° Anniversario Abarth.


La leggenda Abarth: dalla nascita nel 1949 alla nuova generazione dello Scorpione

La leggenda dello Scorpione inizia il 31 marzo del 1949 quando Carlo Abarth (1908 – 1979) fonda la Abarth & C. con il pilota Guido Scagliarini. La prima vettura prodotta è una 204 A, derivata da una Fiat 1100, che è entrata nella storia dell’auto il 10 aprile 1950, quando Tazio Nuvolari l’ha utilizzata per correre e vincere la sua ultima gara, la Palermo-Monte Pellegrino. Da allora la storia dello Scorpione si è arricchita continuamente di record sportivi e industriali, seguendo sempre la filosofia del fondatore, ovvero massime prestazioni, cura artigianale di ogni prodotto e costante affinamento tecnico. Tra le sue maggiori intuizioni vi è quella di affiancare all’attività sportiva la produzione delle famose cassette di trasformazione per vetture di serie che aumentano potenza, velocità e accelerazione. Elementi di spicco nei kit sono le marmitte di scarico che, nel corso degli anni, diventano una vera propria icona dello “stile Abarth”. In pochi anni l’Abarth & C. raggiunge livelli globali: nel 1962 produce 257.000 marmitte, delle quali il 65% è destinato all’esportazione. L’apice del successo lo raggiunge alla fine degli anni Cinquanta e lungo tutti gli anni Sessanta. Un esempio? Con una Fiat Abarth 750, carrozzata da Bertone nel 1956, il marchio firma un primato di durata e velocità: il 18 giugno, sulla pista di Monza, batte il record delle 24 ore percorrendo 3.743 km a una velocità media di 155 km/h. Poi, dal 27 al 29 giugno, sullo stesso circuito, inanella numerosi record: i 5.000 e i 10.000 km, le 5.000 miglia e anche le 48 e le 72 ore. La stessa vettura fu carrozzata Zagato in due versioni differenti: la Fiat Abarth 750 Zagato (1956) e la Fiat Abarth 750 GT Zagato (1956). Il “rombo” di quest’auto raggiunge Franklin Delano Roosevelt Jr., figlio del presidente degli USA, che si precipita in Italia per siglare con Abarth un accordo di distribuzione in esclusiva. Nel 1958 Abarth compie un vero e proprio capolavoro sulla nuova Fiat 500, trasformando completamente la piccola utilitaria ed esaltandone al massimo le potenzialità. Nello stesso anno diventa sempre più stretta la collaborazione con Fiat, che si impegna a riconoscere premi in denaro alla Abarth in base al numero di vittorie e record che la scuderia sarebbe riuscita a realizzare. Un evento che sta alla base dell’impressionante palmares a venire: 10 record del mondo, 133 record internazionali, più di 10.000 vittorie su pista. Il mito cresce sempre più, entrando persino nel linguaggio comune. Gli anni 60 sono il decennio d’oro di Abarth. Dire “Abarth” significava dire “velocità”, “coraggio”, “prestazione”, “elaborazione”. Ed è davvero lungo l’elenco delle vetture che hanno scolpito il nome Abarth nella storia dell’automobilismo: dalla 850 TC, che vinse su tutti i circuiti internazionali compreso il Nürburgring, alla Fiat Abarth “1000 Berlina” fino alla 2300 S, che sul circuito di Monza infila una straordinaria serie di record nonostante condizioni atmosferiche proibitive.  Dal 1971 Abarth diventa a tutti gli effetti di proprietà del Gruppo Fiat, e la memoria va alle famose Fiat 124 Abarth – vincitrice del titolo europeo nel 1972 e nel 1975 – 131 Abarth, campione del mondo di rally nel 1977, ’78 e ’80, e Ritmo Abarth. Intanto Carlo Abarth si era spento il 24 ottobre ‘79, sotto lo stesso segno della nascita: quello dello scorpione.

Un passato glorioso, quindi, che si fa presente nel 2008 quando avviene il rilancio del marchio attraverso una nuova linea che nasce per far sognare tutti gli amanti dell’automobilismo sportivo, come dimostrano i modelli Abarth Grande Punto (2007) e Abarth 500 (2008), oltre ai kit prestazionali per ciascuna vettura e alle versioni da gara Abarth Grande Punto Rally Super 2000 e Abarth 500 Assetto Corse. Da allora i modelli si sono succeduti a ritmo incessante: dall’Abarth 695 Tributo Ferrari (2010) all’Abarth 595 Yamaha Factory Racing (2015), dall’Abarth 695 Biposto Record (2015) all’Abarth 695 Rivale (2017), dall’Abarth 124 spider (lanciata nel 2016) all’Abarth 124 GT e alla nuova gamma Abarth 595 (entrambe nel 2018), fino alla esclusiva Abarth 695 70°Anniversario equipaggiata con il nuovo Spoiler ad Assetto Variabile. Poi nel 2020 è stata la volta della gamma Abarth “70esimo Anniversario”, declinata sui modelli Abarth 595 e Abarth 124, oltre alle nuove Abarth 595 esseesse e Abarth 124 Rally Tribute. Arriviamo così agli anni più recenti. Ad esempio, nel 2022 hanno debuttato la serie speciale Abarth 695 Tributo 131 Rally e la Nuova Abarth 500e, completamente elettrica, più veloce ed emozionante sia nella guida urbana che in quella extraurbana. E ancora nel 2022, a sottolineare il carattere sempre più globale del marchio, Abarth ha proseguito la sua espansione mondiale con il lancio brasiliano della Nuova Abarth Pulse, il primo SUV dello storico marchio italiano che è tornato con orgoglio a varcare i confini europei e asiatici, seguito dall’introduzione dell’Abarth Fastback un anno dopo. Infine, quest’anno ha esordito la nuova 695 75° Anniversario, l’edizione limitata in soli 1368 esemplari per celebrare il 75° Anniversario del marchio e rendere omaggio al motore T-jet e il 31 marzo, giorno del compleanno di Abarth, sono state rilasciate tre nuove immagini della Nuova Abarth 600e con 240 CV – la più potente Abarth di produzione in serie – che, nella versione di lancio Scorpionissima, sarà realizzata in edizione limitata di 1.949 unità. Si tratta del progetto più impegnativo sviluppato negli ultimi anni dal marchio che, ancora una volta, raggiunge l’univo obiettivo del fondatore: “Trasformare l’ordinario in straordinario”.

 

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