F.1 ING. LUIGI MAZZOLA Hamilton in Ferrari per cambio mentalità Leclerc ancora inferiore a Verstappen

DI PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT

L’Ing. Luigi Mazzola parla delle differenze tra Max Verstappen e Charles Leclerc, come sia cambiata la Formula 1 negli anni e dell’arrivo di Lewis Hamilton in Ferrari

Ha lavorato al fianco di Alain Prost alla Ferrari negli anni 90, poi è cresciuto al punto da essere diventato un riferimento con Michael Schumacher ma non dopo aver vissuto l’epopea AlesiBerger e via di questo passo nell’epoca di trasformazione della Ferrari. Oggi l’ingegner Luigi Mazzola è scrittore, con il libro Avanti tutta da ingegnere Ferrari a performance coach, ad opinionista TV. Un bel salto senza dubbio e tutto per dire che dall’esperienza in pista si passa al capire che è tutto un discorso di forza mentale.

“È quello che serve, questo è quello che fa la differenza. Ho lavorato infatti con piloti, con tecnici, ingegneri, poi ho lavorato con questo approccio anche nel mondo del tennis, con Djokovic e con Jasmine Paolini. È un lavoro svolto con dei leader, alla fine quello che emerge è che la competenza è necessaria, ma quello che fa la differenza è l’espressione delle caratteristiche degli esseri umani. Emozioni e spiritualità e spiritualità con la forza mentale, questo è quello che fa la differenza fra essere normale ed essere un campione”.

 

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Però alla fine si ritorna a parlare sempre di Formula Uno e si ritorna a parlare dei campionissimi del passato, Senna, Prost, Schumacher, coi quali tu hai lavorato.

Eh sì, perché insomma, quello è il mio background, però parlo anche di Verstappen così come di Leclerc. C’è differenza tra i due? No, quindi la differenza tra i due potrebbe essere già vista in questa ottica di cui dicevo prima. Quindi anche tutt’ora un campione viene fuori dal momento che si vede la solidità di comportamento, meno errori, capacità di andare oltre al limite o andare al limite, quindi alla fin fine stiamo parlando sempre di esseri umani, con macchine diverse, con situazioni diverse. Però alla fine chi fa la differenza? Sempre la capacità di utilizzo dell’essere umano al massimo livelli”.

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