A IMOLA LA SECONDA PROVA DEL WORLD ENDURANCE CHAMPIONSHIP

Testo e foto MARCO FERRERO

 

Anche se con l’ampliamento a otto prove nel campionato l’appuntamento, almeno al momento, sembra meno fondamentale ai fini di un recupero in classifica, il round del World Endurance Championship in programma sul circuito “Enzo e Dino Ferrari” di Imola, il secondo di questa edizione 2024, riveste un’importanza fondamentale per quanto potrà essere il suo svolgimento ed il suo risultato, ed una verifica su quanto sinora si sia visto.

La supremazia della Porsche, evidenziatasi nella prima tappa del Qatar, non è certamente da sottovalutare; a monte di tutti i discorsi e le illazioni che si sono fatte (qualcuno ipotizza che in particolar modo Ferrari e Toyota stiano operando per far si di arrivare nelle migliori condizioni di BOP alla 24 Ore di Le Mans), l’obbiettivo finale rimane per tutti la vittoria finale del campionato, risultato che nessuna delle case presenti vorrebbe mancare.

Certamente qualche strategia in merito verrà adottata, ma difficile pensare che ci si voglia giocare un’intera stagione puntando su una sola gara, con tutti i rischi che ne deriverebbero qualora il risultato non fosse quello atteso.

Certamente la maratona francese rimane l’appuntamento clou della serie (qualcuno, ma non sono personalmente d’accordo, sostiene che il WEC sia stato creato per “nobilitare” la gara del circuito de la Sarthe), ma l’edizione del centenario, quella più prestigiosa anche a livello di immagine, è andata in archivio, ed il mondiale 2024, che vede impegnate la bellezza di nove case costruttrici, nello specifico ed in ordine rigorosamente alfabetico, Alpine, BMW, Cadillac, Ferrari, Isotta Fraschini, Lamborghini, Peugeot, Porsche, Toyota, per un totale di diciannove vetture in pista, sarà certamente una “lotta tra titani”.

A cio, da non dimenticare la presenza anche di diciotto vetture di classe GT3, a rappresentanza di altrettanti nove marchi quali Aston Martin, BMW, Corvette, Ferrari, Ford, Lamborghini, Lexus, McLaren, Porsche, il tutto per una campionato del mondo mai così ricco in quantità e qualità come quest’anno; relativamente ai piloti che saranno impegnati in pista, già un’occhiata alle starting list saprà indicare come anche in questo caso tutti vorranno puntare al risultato pieno, sia per una questione di punti che di prestigio.

Certamente, anche se nessuno lo vorrà ammettere, chi è uscito sconfitto dalla prova qatariota cercherà di ottenere una rivincita sulla casa di Stoccarda, che anche durante i test di un mese fa, peraltro disertati da tutte le altre case, hanno lavorato sia sul passo che sulle prestazioni, oltre che su qualche novità tecnica tenuta accuratamente nascosta (l’anche solo avvicinarsi ai box Porsche generava un’accorrere di persone della loro sicurezza, manco si fosse dei fiori sui quali si posavano le api, che fermamente prevenivano ogni possibilità che si potesse ammirare più da vicino, macchine fotografiche in mano, le loro vetture).

Certamente le case italiane vorranno far bene in casa propria e regalare ai propri appassionati, che certamente accorreranno in gran numero, la soddisfazione di una vittoria; un appuntamento peraltro unico sul circuito del Santerno, la tappa italiana normalmente si svolge in quel di Monza, che quest’anno sarà inagibile sino ad agosto causa i lavori di rifacimento dell’asfaltatura e quelli di ammodernamento delle strutture circostanti.

Sarà pertanto un’occasione forse irripetibile per vedere le Hypercar gareggiare su questo tracciato, che magari non consentirà facilmente il sorpasso, ma dove le strategie potranno risultare determinanti ai fini del risultato finale, con l’incognita meteo, un fattore che su questa pista può sempre risultare importante quando non fondamentale.

 

 

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