F.1 GP BELGIO Dal circuito più bello a quello da evitare i controsensi dei piloti attuali

TESTO E FOTO DI GIUSEPPE MAGNI

Inchiesta fra addetti ai lavori per capire come mai il tracciato definito l’università della F.1 sia poi quello da cancellare se piove, ma una volta non era così e allora: non vanno bene le piste o non vanno bene queste vetture?

 

Finalmente la Formula 1 è arrivata a Spa-Francorchamps, la pista più bella del mondo, dove si sono scritte pagine leggendarie di sport e dove tutti i piloti non vedono l’ora di cimentarsi. In qualsiasi momento dell’anno si chieda ad un pilota moderno quale sia la sua pista preferita, in più del 95% dei casi ci si sentirà fare il nome di questo vero e proprio gioiello nelle Ardenne.

Poi si arriva qui e, ohibò, piove. Accadimento, come tutti sanno, non proprio infrequente, da queste parti. E allora, subito, la pista più bella del mondo diventa pericolosa, impraticabile, al punto di paventare, nemmeno tanto velatamente, l’annullamento dell’evento.

Ma allora, ci troviamo davvero nel posto più bello del mondo per poter correre in macchina, oppure, viste le frequenti intemperie che funestano questi luoghi, è diventato troppo pericoloso, assolutamente anacronistico,poter venire a gareggiare qui? Oppure ancora, visto che queste macchine, con queste gomme, sollevano più di 70 litri di acqua al secondo in qualsiasi circuito ci si cimenti sotto la pioggia, è meglio definire per regolamento che definisca che sotto la pioggia non si corre?

Lo abbiamo chiesto ad una serie di addetti ai lavori, per capire un po’ se Spa-Francorchamps, che moltissimi appassionati amano alla follia, come dimostrano le lunghissime file agli ingressi del circuito questa mattina, possa avere un futuro nella concezione moderna della Formula 1 e del rischio insito in essa.

“Venire a correre qui non è certo più pericoloso che andare a correre a Jeddah” ci dice Roberto Chinchero di Sky Sport.Questa è e rimane una pista bellissima, bisogna però avere cura di tutelare la sicurezza dei piloti soprattutto in condizioni di scarsa visibilità” “Non c’è alcun dubbio che rimanga uno dei teatri più belli per correre in macchina e anche per vedere una gara di Formula 1, ma bisogna capire che, in certe condizioni, già il secondo non vede nulla, figuriamoci il ventesimo!” “Spero che il Gran Premio del Belgio si possa svolgere qui ancora molto a lungo, ma senza mettere a repentaglio la sicurezza dei piloti” “Sull’asciutto si gode uno spettacolo unico, io voto per Spa!”

Qualcuno ha detto che oggi non si corre? Non i nostri piloti!” taglia corto l’Ingegnere Luca Furbatto di Aston Martin. “I nostri piloti scenderanno sicuramente in pista!” ci ribadisce subito. in effetti, pensando alle abilità di… navigatori di Lance Stroll e Fernando Alonso, è evidente che in Aston Martin si possano sentire addirittura favoriti da certe condizioni.

Incontriamo l’Ingegnere Mario Isola, di Pirelli Sport: “Spa-Francorchamps è una pista meravigliosa, è chiaro che in alcune condizioni diventa difficile gareggiarci, bisogna fare molta attenzione, in certe condizioni, a non azzardare troppo, ma rimane assolutamente un teatro insostituibile!”

“Vuoi fare il pilota? Sono cavoli tuoi!” Sempre molto chiaro e deciso Davide Valsecchi sul mestiere che lui stesso ha esercitato, con successo, per anni. “Quando piove devi solo adeguare la tua andatura e il tuo procedere alle condizioni che trovi in pista”

“Non credo che sia più pericoloso qui che a Jeddah”, ci dice Daniele Sparisci del Corriere della Sera.

“Se si corre là, non vedo perché si debba avere dubbi sul correre o no qui. Certo, quando piove è difficile, ma bisogna mettersi in condizioni di correre meno rischi possibile”.

Marc Gené della Ferrari e commentatore per Sky Sport ci dice: “Guarda, io sono venuto qui 20 volte e ha piovuto 13. Lo sappiamo tutti, qui è così. Se si mantenesse questa pioggerella non vedo problemi, in ogni caso ci si adegua.”

“Io non capisco davvero come si possa avere introdotto qui il nuovo format della Sprint Race” ci dice Paolo Filisetti della Gazzetta dello Sport. “E sicuramente una situazione che non aiuta nell’affrontare la situazione di maltempo che sappiamo essere caratteristica inconfondibile di questa zona.” “Se si corre in qualsiasi altro posto con la pioggia è dappertutto uguale. Hanno provato anche i paraspruzzi a Silverstone, ma con scarsissimo successo. Se piove, ci si adegua, non mi sembra davvero il caso di condannare Spa-Francorchamps”.

Sull’argomento abbiamo sentito anche il decano dei fotografi mondiali della Formula 1, il Maestro Ercole Colombo, non presente qui, ma che ha risposto con la consueta, estrema gentilezza, asl nostro quesito. “Sai, una volta c’era Tino Brambilla che raccontava che tutti i suoi colleghi piloti raccontavano cheil Curvone di Monza, quando ancora non c’erano le chicane, lo facevano in pieno. In effetti tutti, ma proprio tutti partivano con l’intenzione di farlo in pieno, così come tutti partono con l’intenzione di fare l’Eau Rouge in pieno sotto la pioggia. Poi arrivano lì, nel punto specifico, e accade che si stringe loro… una certa parte anatomica, di conseguenza, si contrae il muscolo della gamba destra e il piede si alza!” “C’è poco da fare: quando piove si deve essere in grado di adattarsi alle condizioni.”

“Poi, sai, da fuori, è sempre facile parlare. Bisognerebbe trovarsi dentro in certe condizioni per rendersi conto davvero di cosa succeda.”

Dal nostro giro d’orizzonte, emerge che la sfida di Spa-Francorchamps rimane un cimento dal fascino incredibile per gli addetti ai lavori e, credo, anche per gli stessi piloti. Nel momento in cui scriviamo non sappiamo ancora quello che succederà in questo weekend. La FIA ha comunicato che farà tutto quanto sarà possibile per potere fare disputare le qualifiche in assoluta sicurezza, modificando anche in maniera sostanziale il programma dell’intero evento.

La sensazione finale è di vero, autentico sollievo. Nessuno ha condannato la meravigliosa Spa-Francorchamps. Segno che tutti la amano davvero e tutti ci tengono a che rimanga parte di uno spettacolo eccezionale, che è bello mantenga le sue radici e anche un po’ del suo DNA nel pieno della sua grande, incredibile storia. Avendo assoluta cura che lo spettacolo possa mantenersi assolutamente incruento. Questa è davvero la più bella notizia di oggi, che tocca il cuore e, anche, commuove. Con il pensiero ai chilometri e chilometri di appassionati veri in fila, che stamattina stavano entrando nel santuario, i quali sicuramente non saranno passati inosservati agli occhi delle divinità delle corse.

Che lo spettacolo possa continuare. Per loro, soprattutto per loro, che sono là, imperterriti sotto la pioggia, con il sorriso dei giorni migliori ed il cuore che batte, nella fervida, devota attesa di applaudire i loro Campioni.

 

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