F.1 Buon Compleanno Piero Ferrari, il figlio del Drake compie 75 anni

DI PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT

Buon compleanno signor Piero. Compie 75 anni il figlio del fondatore della Casa auto divenuta un mito mondiale. Signor Piero, semplicemente così, perché per il figlio di Enzo Ferrari, basta quella parola semplice e intrisa di rispetto: signor Piero. Lo chiamavano così i colleghi della Ferrari, quando ancora non era il figlio riconosciuto del grande Commendatore, ed è rimasto così anche quando a inizi anni 90 prese per breve tempo il timone della squadra di F.1. E ancora oggi, per tutti, basta signor Piero. E signore lo è senza dubbio per i modi, l’atteggiamento e la semplicità con cui si approccia al mondo esterno.

FERRARI, UN NOME PESANTE DA PORTARE MA FATTO CON SEMPLICITA’

Portare un nome pesante come quello Ferrari non è semplice, come non è stata semplice l’infanzia e gli inizi. Un figlio nato fuori dal matrimonio, per le leggi dell’epoca, era qualcosa da tenere nascosto. Ma anche da esibire con orgoglio quando il giovane Piero, crescendo, metteva in mostra la sua attitudine, il suo modo gentile ed educato, il suo essere semplicemente Piero. Un agnello in mezzo ai lupi. Ma un agnello che ha saputo conquistare gli stessi lupi semplicemente essendo se stesso. Oggi l’azienda non ha niente che vedere con quella degli inizi. In una recente intervista disse: “Se mi guardo indietro e vedo oggi cosa è la Ferrari, stento a riconoscerla. Sono due mondi completamente diversi ed è incredibile il passo in avanti. Se mio padre la vedesse oggi sarebbe orgoglioso di sicuro”.

PIERO FERRARI, ANELLO DI CONGIUNZIONE FRA IERI E DOMANI

Certamente, ma conoscendo il carattere del padre, di sicuro avrebbe da ridire su alcune cose e non darebbe niente per scontato, come faceva con i piloti di F.1 dopo una vittoria. C’era sempre margine per migliorare o non sbagliare qualcosa. La storia di Piero Ferrari, in fondo, sta tutta qua: nella passione ereditata dal padre, da una educazione rigorosa, con regole da rispettare ma sopratutto persone da rispettare. E anche oggi, che potrebbe benissimo farne a meno, è sempre gentile, disponibile, educato. E appassionato. La sua vita è quasi low profile. Ovvero detto brutalmente, è uno che non se la tira. Mai. E quando un appassionato chiede un autografo, quasi si stupisce di tanta notorietà.

UNA STORIA FATTA DI SOFFERENZA E PASSIONE

Piero ha gli occhi buoni, di quelli tipici di chi ha sofferto in silenzio e nell’ombra e si è ritrovato addosso un peso enorme. Che era tutto in quel nome: Ferrari. Non è facile sopravvivere in certi ambienti. Inutile fare esempi e paragoni con altre famiglie illustri e relativa discendenza. Di sicuro Piero Ferrari ha seguito il padre, ha percorso i vari passaggi della vita dell’azienda e dei ricordi indelebili. Ha avuto un certo successo il film americano la 24 ore di Le Mans, in cui la Ferrari veniva in qualche modo sbeffeggiata, nello stile hollywoodiano in cui gli USA sono i buoni e tutti gli altri i cattivi: “Il film non l’ho visto e non vado a vederlo – ci disse – posso però dire che con mio padre, un giorno in officina, mi parlò dell’offerta Ford, mi fece vedere la lettera e ne parlammo a lungo”. Tanti gli aneddoti, tanti i ricordi, alcuni racchiusi in libri scritti a doppie mani con giornalisti amici. E tante, ancora, le cose nascoste, i segreti di certe trattative, gli ingaggi di alcuni piloti, di campioni sfumati e tanto altro ancora.

IL REGALO DI COMPLEANNO RIMANDATO A NATALE

Adesso che compie 75 anni, nel momento peggiore della storia moderna, ha confidato che voleva regalarsi una macchina, ma la produzione è ferma e quindi se ne riparla a Natale. Anche se il regalo più bello è quel 10 per cento dell’azienda che il padre fortemente volle lasciargli e che potrebbe passare di mano al nipote Enzino, erede della famiglia e che in azienda sta mostrando grandi capacità tecniche e manageriali. Il problema è che non sarebbe una operazione finanziaria, perché Piero Ferrari ama profondamente la Ferrari, è una storia fatta di legami di sangue e di passione, per i motori, per quello che era un semplice capannone industriale alle porte di Modena, per le sfide che ogni domenica sulle piste intorno al mondo, con giornate di festa e altre di tragedia, ha rappresentato nella vita di questo uomo. Una persona semplice, amabile, affettuosa cui tutti vogliono bene chiamandolo semplicemente Signor Piero. Tanti auguri, allora. E grazie per quel tocco di umanità che rimane ancora in questo mondo dove soldi e tecnologia la fanno da padrone.

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