FERRARI CHALLENGE, UN 2020 TANTO “ITALIANO”

Testo e foto MARCO FERRERO

 

A Misano si va a chiudere la stagione 2020 del Challenge Ferrari con la disputa delle Finali Mondiali, un evento che era stato programmato per novembre e che si è dovuto rimandare causa il reiterarsi dell’emergenza sanitaria e dell’applicazione di restrizioni che ben difficilmente avrebbero consentito a questa splendida serie un regolare svolgimento senza pesanti conseguenze e disagi per tutti I partecipanti e gli addetti ai lavori.

Nella stagione 2020 del Challenge Ferrari, il Trofeo monomarca che dal 1993 raccoglie sulle piste più prestigiose di tutta Europa decine di appassionati “clienti” (riduttivo definirli tali in quanto dalla serie sono nel corso del tempo usciti piloti, non ultimo quel Nicklas Nielsen. che sta facendo benissimo nei campionati Endurance, che si sono imposti anche in serie titolate più “prestigiose”), una stagione decisamente particolare in quanto penalizzata dalla pandemia di COVID-19, un elemento va sottolineato.

Più che in altre stagioni si è trattato di una serie molto “italiana”, in quanto ben quattro delle sette prove, ivi incluse le Finali Mondiali, si sono disputate in territorio nazionale, nell’ordine Imola, Mugello, per finire con il doppio appuntamento di Misano.il primo ad ottobre ed il secondo in questi giorni; per carità, non vi fossero stati gli arcinoti problemi di emergenza sanitaria la situazione sarebbe stata diversa, con una diversa distribuzione delle gare e con le Finali Mondiali che si sarebbero disputate ad Abu Dhabi ma, sinceramente, da italiani non è che la cosa ci sia dispiaciuta troppo.

Purtroppo per il pubblico di fede ferrarista sarebbe stato bello ed appassionante poter seguire queste Finali in “casa” dalle tribune del circuito, regalando alla kermesse quella degna e consueta cornice di entusiasmo che rappresenta quel “valore aggiunto” della manifestazione (basti ricordare come si presentavano le tribune del Mugello durante le finali dello scorso anno); le disposizioni di legge, che non consentono ancora di aggregare I tifosi, hanno statuito l’esecuzione dell’evento “a porte chiuse”, seppur comprensibilmente, facendo mancare al Challenge quel fattore “umano” per il quale, si può esserne certi, i responsabili della casa di Maranello avrebbero fatto l’impossibile per poter avere sulle tribune.

In una stagione tanto tribolata bello poter vedere la sinergia positiva che si è sviluppata tra i dirigenti del Cavallino Rampante ed alcuni dei più prestigiosi circuiti italiani per dare comunque luogo, magari anche in tempi ristretti e con difficoltà oggettive, alle prove del campionato, sopperendo all’impossibilità di poter gareggiare nei tracciati inizialmente programmati; Imola, Mugello, Misano, ed ovviamente Ferrari, questi i nomi dei protagonisti di questa, chiamiamola col suo nome, impresa sportiva che ha portato la serie, tra le pochissime se non l’unica, a mantenere inalterato il numero delle gare inizialmente schedulato.

Anche lato piloti un 2020 che ha ancora parlato italiano, con Emanuele Maria Tabacchi dominatore nella Classe Pirelli, quella più “difficile” ed impegnativa, quella dove corrono i “big”, quella che consacra campioni di sicuro avvenire, che ha bissato il titolo continentale conquistato nel 2019 con un round (vale a dire due gare) di anticipo, e che a Misano potrà concentrarsi sul titolo iridato, successo che ha già parimenti conquistato lo scorso anno in quel del Mugello.

Per il 2021 la bozza del calendario della stagione prevede per la serie Europea da un canto un solo appuntamento, quello di aprile a Monza, ma le Finali Mondiali saranno disputate ancora una volta ad inizio novembre al Mugello, il circuito “di casa” della Ferrari, forse quello più “giusto” per questo evento, sia sotto l’aspetto sportivo che tecnico.

Novembre però appare ancora lontano, meglio concentrarsi su queste Finali Mondiali “italiane”, su un circuito italiano, in un’annata che, effettivamente, è stata molto “italiana”.

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