FERRARI CHALLENGE, EMANUELE MARIA TABACCHI CAMPIONE EUROPEO

(testo e foto Marco Ferrero)
Dopo tanto tempo il Challenge Ferrari torna a parlare italiano; è infatti Emanuele Maria Tabacchi, al suo primo anno nella serie, ad aggiudicarsi da debuttante il titolo di campione europeo nella categoria Pirelli AM con una gara di anticipo; al trentacinquenne pilota padovano, che godeva di un vantaggio di 28 punti (su 42 ancora disponibili), è bastata gara1 per ribadire a tutti chi meritasse il titolo, andando a vincere in modo convincente la prima delle due prove in programma e chiudendo matematicamente i giochi, per poi bissare in gara2 con un’altra vittoria legittimando, se mai ce ne fosse bisogno, la sua vittoria..

Doveroso raccogliere le sue emozioni e tributargli gli onori di una vittoria più che mai meritata con una piccola intervista.

D: sei giustamente raggiante; sinceramente, ti aspettavi ad inizio anno questo risultato?R: onestamente no, io non mi considero un pilota, per me un pilota è chi lo fa in modo “professionistico” e viene pagato per farlo, io mi ritengo più (sorride) un “pilota della domenica”, pensavo, ed era la speranza, avrei potuto piazzarmi tra il 3^ ed il 5^ posto, poi sin dalla prima gara mi sono reso conto che potevo andare forte. Nel campionato ho di fatto avuto un solo avversario “forte”, Rick Brown, spesso lui è andato più forte di me in prova poi in gara riuscivo io ad essere più veloce.
D: come è nata la passione per le corse?R: l’ho avuta sin da bambino, abbiamo sempre avuto a casa macchine potenti e mi piaceva guidarle, quando ero piccolo e venivano amici a trovarci chiedevo loro le chiavi delle macchine per salirci sopra… sin da piccolo sognavo di poter correre…
D: da quanto tempo corri e che esperienze hai fatto?R: questo per me era il primo anno in assoluto, non ho mai avuto esperienze precedenti; negli anni ho solo fatto dei “track day”, andavo con la mia macchina in pista e giravo, ma nulla più, poi ho fatto il corso da pilota con il programma Ferrari e quest’anno ho iniziato, ed è andata benissimo.
D: quali sono i tuoi obbiettivi nel mondo delle corse, dove vuoi arrivare?R: come pilota il mio obbiettivo è quello di guidare sempre meglio, Vorrei migliorarmi sempre, oggi, ad esempio, anche se ho fatto la pole non sono contento perché sento di non aver guidato come avrei voluto. Agonisticamente parlando, vorrei il prossimo anno passare nella categoria “PRO” per misurarmi contro i più forti, magari sarò nelle retrovie, ma preferisco essere “l’ultimo dei primi” che “il primo degli ultimi”. Mi piacerebbe poter correre in GT3, quello sarebbe un bel risultato.
D: pensi che questo successo possa aprirti qualche opportunità ”importante” per il 2020?R: lo spero, come ti dicevo mi piacerebbe correre in GT3, credo che già nel livello “bronze” potrei fare abbastanza bene. Mi auguro che qualcuno voglia credere in me e darmi una possibilità.
D: quando sali in auto hai mai paura?R: prima di partire si, ma perché ho una mamma ed una moglie molto apprensive, che temono che possa succedere qualcosa e si raccomandano sempre di fare attenzione, di “andare piano”, e così via. Poi, quando si accende la luce verde, tutto finisce e sono solo più concentrato sulla gara.
D: cosa potrebbe farti smettere di correre?R: solo mia figlia, se ci fosse qualcosa legato a lei, per il resto nulla mi potrebbe far smettere di correre
D: sei superstizioso? Hai qualche “rito” propiziatorio particolare?R: tantissimo, credo nelle gufate, se mi si augura “buona gara” faccio tutti gli scongiuri possibili, non faccio previsioni. Non voglio parlare della gara di domani, ne parliamo se mai domani sera…(avrei in verità voluto chiedrgli se faceva un pensierino al titolo iridato, ma con questa premessa giusto rispettare il suo stato d’animo)
D: se potessi scommettere un Euro, a parte te stesso su chi punteresti per la vittoria iridata di domani?R: difficilissimo da dire, una gara “secca” è un terno al lotto, vedo bene Philippe Prette, non conosco i piloti asiatici, quelli americani non mi sembrano velocissimi, tutto sommato gli europei potrebbero essere i favoriti.
Che dire, senza nominare la parola che Emanuele non vorrebbe mai sentire, non si può che sperare che questo ragazzo possa raccogliere, magari a partire da domani, ancora tante belle soddisfazioni.
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