ANFIA: LA FILIERA INDUSTRIALE DEL MOTORSPORT IN ITALIA

Comunicato ANFIA

 

UN CATALIZZATORE DI COMPETITIVITA’ E INNOVAZIONE TECNOLOGICA

Lo studio realizzato da ANFIA in collaborazione con il Politecnico di Torino fa una fotografia aggiornata del comparto, che finora mancava, e ne traccia possibili prospettive di sviluppo futuro a partire dalla necessità di una maggiore apertura verso l’esterno in termini di capitale, management e internazionalizzazione #StudioMotorsport22

Si è svolta  presso il Centro congressi del MAUTO la presentazione dello studio “La filiera industriale del Motorsport in Italia”, realizzato dalla Sezione Motorsport di ANFIA – che riunisce una trentina di imprese sul territorio nazionale – in collaborazione con il Politecnico di Torino. Obiettivo dello studio: fare una fotografia aggiornata, che fino ad oggi mancava, del comparto in Italia e, a partire dalle sue attuali caratteristiche e dinamiche, tracciare possibili prospettive di sviluppo futuro.

All’avvio dei lavori da parte di Giancarlo Albiero – Responsabile ANFIA-Motorsport ha fatto seguito il saluto di apertura di Andrea Tronzano, Assessore al Bilancio, Finanze, Programmazione economico-finanziaria, Patrimonio, Sviluppo delle attività produttive e delle piccole e medie imprese della Regione Piemonte, che ha ringraziato ANFIA per la collaborazione al Tavolo automotive della Regione sulla transizione elettrica, di cui ha ricordato gli obiettivi. E’ stata poi presentata da ANFIA un’appendice allo studio, sottoforma di video (https://youtu.be/K-KDmyCVRWU), dedicata ai marchi storici italiani del Motorsport, un progetto realizzato dall’Associazione in collaborazione con la Camera di commercio di Torino1. Il racconto di dieci marchi che hanno reso famosa l’Italia sulle piste nasce con l’intento di ricordare che l’industria del motorsport di oggi affonda le sue radici in una robusta tradizione, fatta di innovazioni tecnologiche ed eccellenze produttive riconosciute a livello mondiale.

A seguire, Massimiliano Marsiaj – Coordinatore della Sezione Motorsport di ANFIA ed Executive Vice President di Sabelt, ha illustrato nel dettaglio gli obiettivi dello studio.

Pur essendo, il nostro, un comparto di fama internazionale, potendo vantare molti brand di richiamo, ci siamo resi conto che è ancora relativamente poco studiato – ha dichiarato Marsiaj – e forse anche poco valorizzato – per quanto riguarda le dinamiche produttive, di posizionamento sul mercato, di sviluppo ed evoluzione del business anche nei rapporti con altri settori industriali, a partire dalle sue ampie potenzialità di trasferimento tecnologico, sia verso l’automotive e settori adiacenti, sia verso altri settori. Abbiamo quindi cercato di definirne dimensioni, confini, livello di specializzazione tecnologica e ruolo nei processi di innovazione.

1 Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Torino – Progetto MATOSTO®– MARCHI TORINESI NELLA STORIA – www.matosto.it matosto@to.camcom.it

I messaggi che lo studio intende lanciare sono rivolti, da un lato, alle imprese, per indicargli opportunità e modelli di sviluppo e aiutarle a pianificare le proprie strategie future, superando alcuni elementi di debolezza strutturale oggi evidenti, e, dall’altro, ai policy maker, per suggerirgli come mantenere ed accrescere il ruolo del Motorsport nell’economia italiana. Le imprese, in estrema sintesi, sono chiamate ad uscire dalla propria nicchia e ad aprirsi verso l’esterno a molteplici livelli, compresi quelli del capitale e dell’internazionalizzazione; i policy maker, partendo dalla conoscenza e comprensione del comparto, sono chiamati a intervenire con politiche di innovazione, di incentivazione delle aggregazioni e di internazionalizzazione”.

 

Per la realizzazione dello studio, presentato da Emilio Paolucci, Professore ordinario del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino, è stato istituito un gruppo di lavoro interno alla Sezione Motorsport di ANFIA, un team di esperti rappresentanti della filiera che ha definito il perimetro dell’indagine e identificato gli elementi più rilevanti per la ricerca. Il lavoro del Politecnico di Torino, svoltosi nei primi sei mesi del 2022, ha quindi seguito un approccio “ibrido” basato, oltre che sul ricorso al panel di esperti, sulla raccolta di dati attraverso la somministrazione di questionari alle imprese e alla loro elaborazione, nonché sull’analisi dei dati di bilancio presenti nella banca dati AIDA.

Secondo i criteri di inclusione adottati, sono state individuate sul territorio 171 imprese focalizzate sulla produzione e progettazione per il Motorsport, di cui il 68% sono piccole imprese, il 20% medie imprese e il 12% grandi imprese. I primi tre distretti geografici per concentrazione di imprese sono Emilia Romagna (26,9%), Lombardia (21%) e Piemonte (19,3%).

Quello che emerge è il ritratto di una filiera che, secondo le stime, ha un fatturato annuale di circa 2 miliardi di euro e conta circa 7000-8000 addetti. Grazie alle elevate performance di prodotto – fattore critico di successo – e all’ottima reputazione di cui godono i suoi brand, questo settore dà un contributo rilevante all’economia italiana, sostenendo la competitività e i livelli tecnologici e di accesso ai mercati internazionali di alcuni distretti industriali sul territorio. Nel solco della tradizione del nostro Paese, pur non mancando alcuni grandi player internazionalizzati, la filiera è costituita in prevalenza da imprese medio-piccole di origine famigliare, con una posizione stabile nella loro nicchia, da cui non sempre riescono ad uscire per intraprendere attività con un valore aggiunto più elevato.

Il settore è inoltre soggetto ad una situazione di natura ipercompetitiva, che rende i vantaggi derivanti dai processi di innovazione temporanei e costringe le imprese a continue innovazioni per mantenere il livello di competitività. Un contesto competitivo difficile da sostenere nel lungo periodo soprattutto per le PMI più specializzate, costrette a continui investimenti in capitale e conoscenze per mantenere il livello di competitività e in difficoltà nel catturare il valore creato e mantenere le loro capacità di innovazione a medio-lungo termine.

Anche le caratteristiche dei regolamenti delle diverse competizioni hanno un effetto diretto sulle strategie di innovazione delle imprese operanti nel Motorsport. La scelta di operare in competizioni in cui sono presenti regolamentazioni “conservative” consente (soprattutto alle imprese più piccole) di sviluppare ambiti di innovazione molto specialistici ed approfonditi e di ridurre i rischi di insuccesso; allo stesso tempo questa tendenza riduce nel lungo periodo la capacità di far evolvere le competenze in nuovi ambiti applicativi e/o tecnologie, aumentando i rischi di obsolescenza tecnologica.

In modo simmetrico, la scelta di seguire regolamentazioni “innovative” favorisce lo sviluppo di nuove capacità di innovazione ma allo stesso tempo pone rischi tecnologici che per essere affrontati richiedono maggiori disponibilità di capitale.

Nelle imprese italiane del Motorsport si registra una significativa correlazione positiva fra dimensioni aziendali limitate e focus su strategie tecnologiche di approfondimento di aspetti tecnici “stabili” relativi a regolamentazioni conservative.

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