RICORDANDO SENNA I modellini delle auto con cui ha vinto frutto della passione per Ayrton

TESTO E FOTO DI ROCCO GIBILRAS

Oggi è il primo maggio. Per antonomasia il primo maggio, festa dei lavoratori rappresenta un giorno di allegria.

Da trascorrere in giardino dietro al barbecue sorseggiando birra fresca mentre si passa al fuoco la costa.

I tipici attimi di spensieratezza dove i pensieri quotidiani del lavoro e della vita di ogni giorno decidi di chiuderli in uno dei cassetti segreti della mente.

Ma in quel cassetto appena lo apri esce un qualcosa che vince su tutto. Un pensiero che avresti voluto non conservare mai.

Mi riferisco al ricordo indelebile per chiunque abbia avuto all’epoca dei fatti l’età matura per cominciare ad immagazzinare dati fotogrammi e suoni nella propria mente.

Il primo maggio 1994

Lucio Dalla disse un giorno che fra 20 30 40 anni chiedessi a chiunque abbia vissuto quel giorno dove fosse stato ogniuno di essi tu risponderebbe con estrema precisione perché il primo maggio 1994 è una data che non si può dimenticare.  Il primo maggio 1994 moriva Ayrton Senna.  Oggi ho 35 anni. .. All’epoca ne avevo 9.

Sono passati 27 anni ma il ricordo è chiaro nitido, come fosse successo ieri.

Ayrton moriva mentre conduceva la testa di un gran premio che doveva rappresentare la riscossa di un inizio stagione molto complicata. La stagione più difficile per l’asso brasiliano  forte dei suoi tre titoli mondiali.

Si deve essere accorto subito che quel giocattolo tanto desiderato di colpo diventó fragile…delicato.

Imola doveva essere il trampolino della riscossa ed invece si trasformò in quello che lo consacrò leggenda pur non riuscendo a battere i 5 titoli di Manuel Fangio.  Non voglio scendere nei particolari….

Non sto qui a scrivere cosa è chi a causato l’uscita di pista di Ayrton alla curva del Tamburello….  In anni…si è discusso e si è detto tanto… Forse pure troppo.

La ricerca per molti della colpevolezza di chi fu responsabile della causa ancora oggi rappresenta un’obbiettivo… Un traguardo irraggiungibile che non da pace.

In realtà se ci fate caso serve a poco. 

Ayrton è morto correndo…. Facendo quello che pochi fanno nella vita.

La passione che diventa professione.  La storia insegna che i piloti Sono persone… Uomini che viaggiano con la mente al triplo della velocità di una persona normale.  Non pensano alla morte, al pericolo come tutti noi.

Loro la morte l’accarezzano…. La sfiorano…. La vedono e perfino ci parlano come si parla al bar con un amico.

Ayrton qel giorno perse la sfida con la signora in nero e di colpo se lo portò vis come il vento fa con una foglia.  E lo accontentó. Lo portò via senza farlo soffrire.

Tutti li sgomenti, atterriti, ammutoliti impietriti…. Increduli di vedere che il magico in un attimo non era più lì. Le lacrime versate per lui quel maggio 1994 avrebbero creato un lago salato.

Mi manca molto…. Anche se non lo conoscevo di persona come altri.  Mi mancano le sue gesta. Mi manca vedere quel casco giallo in tv. Mi manca vedere quel logo fatto da tre triangoli con un lato circolare disposte a cerchio e quella scritta NACIONAL simbolo di un dominio di una f1 morta con lui.

Era forte, intelligente , bravissimo e velocissimo …. Ma anche cinico e spietato.

Non era di certo uno stinco di santo

 

Trasformava le domeniche del dopopranzo in romanzi insieme a tutti quelli che erano nell’arena con lui.  Dal punto di vista umano non si sapeva molto della sua straordinaria generosità e bontà.  Solo dopo si è saputo il bene che ha fatto e che tutt’ora fa la fondazione che porta il suo nome con a capo la sorella. Era un ragazzo semplice devoto a Dio e lo diceva pubblicamente senza timori.

Sapeva parlare con i media e sfruttava ogni situazione che potesse portargli vantaggio, ma se qualcuno lo batteva e lui non era in grado di prevederlo…. Riaffioravano I suoi lati deboli che lo portavano a sbagliare. 

Ricordo Ungheria 1992 quando seppe che Prost gli soffió da sotto il naso senza che lui si accorgesse il giocattolo più bello per la stagione 1993.

In quella conferenza di quella domenica 1992 Ayrton accusò Prost di vigliaccheria….provando a sminuirlo con offese pubbliche assumendo atteggiamenti di sofferenza e frustrazione che lo hanno portato quasi al ritiro per la stagione 1993.

Ayrton era così. 

Non sto a parlare delle sue imprese perché sarebbe scontato.  Basta vedere cosa combinó nel 1993,  O nel 1991 anno del suo ultimo titolo vinto solo grazie ad una maturità e scaltrezza nei confronti del baffone inglese.  Non voglio fare termini di paragone con altri piloti semplicemente perché le epoche non lo consentono.  Il suo ricordo è scolpito nel mio cuore e nella mia mente.  Non sono mai riuscito ad andare ad Imola presso il tamburello per mille motivi.

In compenso ho tenuto vivo il suo ricordo in questi anni leggendo libri su di lui guardando film documentari e soprattutto parlando di lui ai miei figli e quando questo accade lo facciamo in modo così normale.… Come fosse ancora qui, come fosse l’amico del bar della piazza che rivedrai domani pomeriggio.

Nel tempo ho imparato tutto sui suoi 10 anni in f1 conoscendo ogni sua vettura.

Ed è per questo che oggi voglio ricordarlo mostrandovi le immagini di 3 modelli in scala 1:12.

Sono a mio parere le vetture più belle del circus che Ayrton ha guidato.

Interamente realizzate a mano dipingendole e assemblandole pezzo per pezzo in ogni loro particolare.

I MODELLINI DELLE F.1 DI SENNA

Lotus Renault 97T del 1985

McLaren Honda Mp4/4 del 1988

McLaren Honda M4/6 del 1991.

 

Le tecniche di costruzione sono le già note operazione di pulizia levigatura stuccaggio pittura ed infine assemblatura dei modelli.

 

Lotus Renault 97T 1:12

E la vettura secondo me più bella che sia mai stata realizzata dalla casa britannica.  Motorizzata Renault era molto capricciosa e difficile da domare con la sua potenza che in qualifica poteva toccare i 1200cv Ayrton vinse il suo primo gp con questa vettura sotto il diluvio universale ad Estoril.  Doppió tutti quel giorno tranne Michele Alboreto.

La Lotus di sicuro non passava inosservata con la sua livrea nero e oro della John Player Special, and inoltre si dimostrò molto competitiva nelle nel giro secco che permise ad Ayrton di aggiudicarsi diverse pole ma la vettura in gara soffriva di problemi di affidabilità e di consumi eccessivi che spesso portarono al ritiro del  brasiliano durante i gp.

Il modello riproduce la vettura in scala 1:12 con la quale Ayrton effettuó le qualifiche del gp di Estoril 1985

McLaren mp4/4 1988 1:12

E una delle vettura più forti costruite nell’era turbo del XX secolo con la quale Ayrton vinse il suo primo titolo mondiale. Splendida nella livrea rossa e bianca fu l’icona di vittoria nella stagione 1988 aggiudicandosi 15 gp su 16 alternati fra Senna ed il compagno Prost.

Ayrton seppe sfruttare il suo talento nel team capeggiato da Ron Dennis e con gli ingegneri giapponesi della Honda costruì un rapporto estremamente profondo al tal punto che gli stessi ne colsero la straordinaria meticolosità nella capacità di descrivere sensazioni alla guida estrema e alle regolazioni della vettura in percorrenza curva che ne permetteva il miglioramento delle regolazioni e della messa a punto.

Grazie a questa metodologia di lavoro i tecnici svilupparono i dati telemetrici sulla base delle sensazioni di Ayrton.

Il modello riproduce la vettura del gp del 1988 in scala 1:12.

 

McLaren mp4/6 1991 1:12.

L’ultima vettura che portò Ayrton alla conquista del suo terzo ed ultimo titolo mondiale.  Nella stagione 1991 Ayrton non disponeva della vettura più forte o almeno nella seconda metà della stagione.  La Williamns di Mansell infatti disegnata da Newey grazie a soluzioni innovative come il cambio automatico al volante ne fecero una vettura molto forte ma che spesso risultava inaffidabile.

Ayrton con la Mclaren motorizzata Honda riuscì ad imporsi sull’inglese perché seppe sfruttare bene alcune situazioni regalando ai tifosi una delle più belle stagioni della F.1

Il modello riprodotto raffigura la monoposto con cui Ayrton vinse il suo primo gp del Brasile davanti al suo pubblico.

Impresa unica ancora oggi poiché terminò gli ultimi 10 giri col cambio bloccato in sesta marcia regalando una delle vittorie più incredibili e sofferte della f1 alla sua gente.  Modello interamente riprodotto in scala 1:12

Il mio ricordo di Ayrton termina qui ed é con queste che voglio dirgli grazie.

Grazie per avermi dato emozioni insostituibili ed indimenticabili.

Grazie per avermi fatto sognare

Grazie per avermi fatto piangere

Grazie per aver lasciato un qualcosa di bello che forse pochi sanno lasciare.

Per questo il tuo nome oggi è leggenda

 

Obrigado Ayrton.

Buon primo maggio a tutti il vostro lettore e modellista Rocco Gibilras

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