CONTROMANO: SULLE DIMISSIONI “VOLONTARIE” DI BINOTTO

RODOLFO INTELISANO

 

Non nascondo di aver atteso questo momento dal 2019 quando mi è apparso subito chiaro che c’era qualcosa che non funzionava nella gestione Binotto, con l’insubordinazione di Leclerc già in Baherein. Cominciamo dunque da quello che altri, giustamente, già hanno detto: Binotto non avrebbe dovuto succedere ad Arrivabene.

E’ un bravo tecnico e tale doveva restare, invece ha invaso aree non di sua competenza e l’errore principale è di chi, senza capirci nulla, lo ha messo lì. Così si è cominciato con pit stop dai tempi imbarazzanti, con una gestione piloti inqualificabile dal 2019 con la mortificazione di Vettel in favore di Leclerc, proseguita nel 2020 e quest’anno con il non volere testardamente creare una gerarchia tra i piloti ad un certo punto del campionato, quando era evidente a chiunque che se davvero si voleva lottare per il titolo piloti si doveva fare una scelta, invece, per non voler ammettere l’incapacità di decidere, si è avuta l’impudenza di dichiarare che l’obiettivo non era il titolo piloti già a metà stagione, mortificando questa volta le ambizioni di Leclerc.

Come poi un pilota possa correre sereno in queste condizioni non si sa, e fortuna che oggi difficilmente è in gioco la vita di piloti, perché mettere un pilota in una difficile situazione psicologica come ha fatto Binotto con Leclerc è un comportamento molto pericoloso e assolutamente non professionale, degno di licenziamento immediato. Il ditino puntato di Silverstone, poi, non è accettabile in alcun modo: hai un pilota che si sta giocando il mondiale, è in testa alla corsa, il suo avversario diretto è in difficoltà, ma tu fai in modo che vinca il suo compagno di squadra, penalizzandolo palesemente, lasciandolo fuori con gomme usate in balia degli avversari tutti con gomme fresche.

Così il tuo pilota di punta, o quello che dovrebbe esserlo, prende solo qualche punticino, ma non contento della porcata che hai lasciato che si compisse, redarguisci il pilota appena sceso dalla macchina, per aver contestato la strategia suicida, quando ha l’adrenalina a mille, volutamente davanti alle telecamere, quando avresti potuto farlo tranquillamente in sede di riunione postgara. Perché? Per affermare il tuo potere? Per far vedere chi comanda? Mi dispiace dirlo, ma proprio un comportamento stupido e arrogante.

Vuol dire non capire niente di piloti e avere una totale mancanza di rispetto per chi va in pista. Ha ragione Vanzini quando dice che Binotto deve ringraziare che Leclerc è un signore! E poi ci sono state le difese ottuse di strategie demenziali con l’ostinazione nel non voler ammettere errori evidenti con una totale mancanza di rispetto per l’intelligenza altrui e se questa mancanza di rispetto che è apparsa all’esterno, non solo per i piloti ma anche per tifosi e stampa, veniva replicata nello stesso modo anche con il personale dell’azienda, sia in pista che no, penso che nella squadra siano in tanti che stiano festeggiando.

Con Arrivabene almeno le gerarchie erano chiare: a Monaco 2017, Raikonnen, che aveva fatto la Pole ed era in testa, fu richiamato al pit stop dopo Vettel in modo da permettere a Vettel di prendere il comando e in Ungheria? Raikonnen protesse la prima posizione di Vettel che aveva problemi con lo sterzo, quando avrebbe potuto tranquillamente superarlo.

Domando: se la stessa situazione si fosse creata sotto la gestione Binotto credete che Vettel avrebbe potuto vincere la gara? Detto di tutte le mancanze di Binotto, le aree di miglioramento da apportare e su cui dovrà intervenire il nuovo team principal sono tante, strategie: tutta la squadra dei cd “strateghi” va rivista, così come tutta la procedura per prendere le decisioni che deve essere decisamente più rapida (il garage remoto, con suoi ingegneri e suoi calcoli ha dimostrato la sua inutilità per non dire dannosità e Rueda, come responsabile del settore, va cacciato senza indugio alcuno, altrimenti è inutile avere la macchina migliore, come si è visto quest’anno nella prima metà di stagione.) Più di 40 punti sono stati persi da Leclerc per errori di strategia o per volontà di non favorire Leclerc rispetto a Sainz, il che, vista la situazione in quel momento della classifica, è un altro dato inaccettabile. Di questo risponde il Team Principal, perciò, giustamente a casa! E poi affidabilità, gestione, gomme, sviluppi a mondiale in corso. Manca la capacità organizzativa di sviluppare il progetto.

Nel 2017 è successa l’identica cosa, a significare che dagli errori qui non si impara, dove ad una prima fase del campionato molto competitiva seguì una seconda fase dove per inseguire la Mercedes si perdette l’affidabilità, mentre quest’anno si è finito per privilegiare l’affidabilità a scapito della prestazione, ma il problema iniziale è sempre quello, Red Bull ha saputo sviluppare nella giusta direzione il progetto, tanto che nella seconda parte di stagione la sua vettura era nettamente più competitiva della F.1-75, quando ad inizio campionato ed almeno fino all’Austria le due vetture sostanzialmente si equivalevano. E da ultimo, ma non per ultimo, più importante di tutto, il peso politico.

Vicende come quella del motore 2019 e l’accordo segreto con la FIA che ha lasciato un alone di sospetti ma in compenso ha compromesso due mondiali, non devono assolutamente più ripetersi. Imparare da Mercedes che ha fatto passare a mondiale in corso una modifica al regolamento tecnico a suo esclusivo vantaggio. Domando: la Ferrari di oggi sarebbe capace di fare altrettanto? Direi decisamente di no. Ma il peso politico deve arrivare dalla dirigenza, qui il Team Principal, chiunque sarà, potrà ben poco.

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