Alfa Romeo Stelvio, quando il SUV è un godimento di guida

Massiccio quanto basta, grande da non ingombrare e spazioso da non deludere. Se si parla di Suv ultima generazione, trovarsi per le mani Alfa Romeo Stelvio, nella versione turbodiesel 2200 cc da 210 cavalli Q4, è una bella esperienza. Perché per un veicolo che porta il nome di un passo storico, in cui la concorrenza è stata bellamente battuta in quanto a maneggevolezza, sarà ancora valido in una prova e un uso completamente diverso? Per farlo l’abbiamo provata da una parte all’altra dell’arco alpino, sfruttando due GP di F.1 abbastanza vicini.

 

 

 

Da Milano al Paul Ricard, sud della Francia, e da qui a Zeltweg, cuore dell’Austria. Un percorso fra andata e ritorno in meno di una settimana di quasi 3 mila km. Se va bene in queste condizioni, allora va bene dappertutto. Lo abbiamo pensato e l’abbiamo verificato. Tanto per cominciare, visto il dinamismo della Giulia, una delle migliori sul mercato in quanto a tenuta e telaio, Stelvio paga quei 65 mm in più di altezza che in teoria avrebbero dovuto renderla goffa, instabile, quasi pesante. Invece no. Tutto il buono di Giulia si trova anche su Stelvio e guidarla diventa una libidine all’ennesima potenza. Perché la posizione di guida alta rispetto alla berlina aiuta nel trovare la giusta posizione, avere una buona visibilità e controllare tutto con un colpo d’occhio.

 

La plancia, sotto questo aspetto, è una fotocopia di Giulia con piccoli inserti in carbon look nemmeno tanto esaltati, quasi nascosti e discreti. Il cambio automatico è il classico Zf 8 rapporti, con la solita levetta che ai puristi non piace ma che trovate anche sulla concorrenza tedesca. La Zf lavora così e va benissimo lo stesso. La cosa che colpisce e che si apprezza è lo spazio. Dietro si sta comodi anche in 3, verificato nella trasferta francese con colleghi “ingombranti” in quanto a peso e dimensioni. Rispetto a Giulia, che non ha una versione station wagon, qui lo spazio abbonda quindi il consiglio (se vi serve bagagliaio) dirigetevi direttamente sulla Stelvio che fra motori e allestimenti ne vale la pena. La linea moderna, poi, la fa notare subito e con quel frontale aggressivo, lo notano anche quelli che vi hanno negli specchietti.

 

 

Viaggiando in autostrada si avverte poco del dinamismo disponibile, ma rispettando le norme e le velocità codice, la sorpresa arriva dal fatto che abbiamo percorso 14 km con un litro di gasolio…Qui siamo di fronte a un 2200 di cilindrata con 210 cavalli e 4 ruote motrici oltre al peso da portarsi a spasso. La cosa prende bene, perché vuol dire che guidando con la testa si hanno consumi da utilitaria, eppure siamo in giro con una vettura che fa status e che piace. Quando poi si arriva dalle parti del circuito del Ricard, con tutti i sali scendi della collina, si passa un modalità D sul differenziale e qua cambia la musica. Motore in tiro, rapporti più vicini, assetto ribassato, guidarla è un godimento allo stato puro. Sorprende davvero, lo abbiamo verificato in 5 a bordo più bagagli, che la tenuta e il comportamento sono più da berlina che da Suv tradizionale.

 

DINAMICA E SICURA UNA LIBIDINE DA GUIDARE

 

Con caratteristiche simili ce ne sono davvero pochi, qui il lavoro è ottimo al punto che uno dei colleghi ha già preparato l’assegno per comprarla rimanendo stupito del modus operandi di Stelvio. Chiaro che guidando in questo modo, tirando le marce e scalando con le leve dietro al volante (che non sono coassiali, cosa che sarebbe preferibile a livello personale) si fa molto sport ma aumentano i consumi. Infatti dai 14 al litro in modalità autostrada e strade extraurbane, si passa sugli 8-9 km al litro se si pesta duro, sui 10 in condizioni standard. Per cui se volete divertirvi, ci sta, se dovete usarla per lunghi tratti e volete spendere poco, meglio in N, ovvero la gestione normale del cambio automatico. Il solito appunto va al poggia braccio centrale. Il coperchio è lungo e per sollevarlo si deve alzare il gomito (e di molto). Un peccato perché lo spazio interno è tanto e avere un accesso più semplice (magari dividendo in due lo sportellino) sarebbe auspicabile.

 

Poi sugli interni minimal (ma molto racing) questione di gusti: sulle sportive non ci sono tanti gadget inutili, per cui va bene così. Sulle vetture glamour, beh c’è molta roba in più per gratificare la vista, perché l’essenziale (gli ADAS, i sistemi di ausilio alla guida) su Stelvio ci sono tutti, non manca proprio niente. La gamma 2200 turbodiesel parte da 52700 euro, la versione provata viene sui 55 mila e spicci, ma se volete meno potenza e meno optional, Stelvio parte da molto meno. Quindi una vettura che fa status, che è consigliata per chi lavora e fa tanta strada (dal Castellet a Zeltweg quasi senza accorgersene) e diverte molto quando si affrontano tratti stradali con tante curve, quasi fosse una sportiva, una vettura che ha spazio e fa tendenza. Ecco Alfa Romeo Stelvio.

 

 

 

 

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