F.1 Gp Belgio Spa vista da dentro con l’occhio del tifoso. Una pista che fa soffrire. Non solo i

Spa è dura. Fisicamente, intendo. No, non mi riferisco ai Piloti, che sono preparatissimi e si divertono un sacco quando si esibiscono lì. Mi riferisco agli appassionati che giungono al Circuito da ogni dove. Scrosci d’acqua gelida, grandine, una breve occhiata di sole caldo, siamo pur sempre in agosto, e poi di nuovo folate freddissime, repentine e assassine. Inutile guardare il cielo e provare a indovinare cosa potrebbe accadere da lì a dieci minuti. Capita che mostruosi nuvoloni neri passino veloci senza produrre alcunché; capita che, in barba ad un pallido sole, si scateni uno scroscio che sembra venire dal basso, dal bosco, da Les Combes, insomma, da ogni parte tranne che dall’alto. Di mattina presto ti accoglie la nebbia fitta e temperatura di gradi 2C.
Sì, avete capito bene, gradi 2. E la felpa non basta… Si arriva a sera decisamente provati, soprattutto per chi ama salire e scendere i 104 metri di dislivello per gustarsi tutti gli angoli, tutte le Mitiche Curve di questo Luogo Meraviglioso. Sì, perché questo Posto benedetto dal Cielo è il massimo della libidine possibile non solo per i Piloti, ma anche per gli Aficionados delle Competizioni motoristiche. È un vero e proprio otto volante, dove, se qualche buon muratore delle mie parti dovesse provare a mettere una bolla per terra su ciascuno dei 7004 metri su cui si sviluppa il Circuito, scoprirebbe che non esiste neppure un centimetro completamente lineare, in piano. La Pista parte e sale fino a La Source, poi giù in picchiata verso Eau Rouge, da lì su verso Radillon e Les Combes, in costante salita, per poi ricominciare vertiginosamente a scendere subito dopo la chicane giù, giù fino a Blanchimont, passando per la rasoiata in la minore del Pouhon e dalla salita discesa che si può apprezzare nella doppia di Fagnes…
Pouhon, ora è la curva più difficile di Spa
Non ho più fiato nemmeno a raccontarvela… È una Pista che, pur essendo stata ridotta alla metà esatta di quelli che erano i terribili 14 km della Spa Antica, è addirittura migliorata. Perché il tratto che scende da Les Combes a Blanchimont è semplicemente meraviglioso. Non si spiegherebbe perché ieri mattino di buon’ora, con temperatura vicina allo 0, ci fosse già tanta gente assiepata sulle rocce che abbracciano il Pouhon, un anfiteatro degno della Scala dell’Automobilismo Sportivo. E, nonostante il freddo e il fatto che non ci fosse ovviamente ancora nessuno in Pista, erano tutti lì, felici, sorridenti, contenti di essere lì, ad ammirare un Nastro d’Asfalto così sublime, che vien perfin difficile pensare che sia opera dell’uomo… Sì, sono stato a Spa. Sono tornato a Spa. Perché la cosa terribile di questo racconto è che, nonostante l’inospitalità climatica conclamata del luogo, le sofferenze fisiche patite, uno non vorrebbe mai andar via. E, appena a casa, non vede l’ora di tornarci. Perché Spa ti prende il cuore, ti ammalia a tal punto da vendergli l’anima.
Una pista che ti prende l’anima. Anzi, da regalargliela proprio!
Se poi dovesse capitare che ci vai vestito di Rosso, a tifare la tua Scuderia del Cuore e quest’ultima, per evidente superiorità tecnica delle sue Automobili e dei suoi Piloti, dovesse vincere il Gran Premio, beh, allora la beatitudine salirebbe oltre i livelli di guardia. Una Vittoria Rossa sulla Pista più Bella del Mondo sarebbe un Sogno a cui non voglio nemmeno pensare, che non meriterei, mi sembrerebbe di essere morto e già bello che in Paradiso… Eppure qualcuno stamattina mi ha detto qualcosa, ha tentato di raccontarmi cose strane accadute ieri. Mi stava facendo credere che ieri la Rossa ha vinto davvero, che Sebastian Vettel è stato superlativo… Poi ho guardato l’orologio. Era prestissimo, nel cuore della notte, quando siamo ripartiti dal Belgio. Così, non ho creduto una sola parola di ciò che mi è stato detto. Ho coricato un po’ il sedile della macchina e mi sono rimesso a dormire. E a Sognare. Sì, caro vecchio Beppe, dormi. Dormi e sogna pure in grande, vedrai che prima o poi il Sogno accadrà.
Giuseppe Magni, il nostro inviato…in tribuna per le gare europee ci porta per mano nei luoghi della passione
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