F.1 GP Monza, una qualifica da traffico in tangenziale che non fa onore ai piloti

DI GIUSEPPE MAGNI TESTO E FOTO
Novanta sono gli anni di storia che sta celebrando quest’anno la Scuderia Ferrari. Novanta sono i Gran Premi d’Italia che stiamo celebrando, con la sfida che si completerà domani pomeriggio. E oggi, anche la paura fa novanta! È proprio il caso di dirlo, dopo che il popolo rosso, convenuto a Monza molto fiducioso in una prima fila tutta Ferrari, si è ritrovato con Lewis Hamilton a soli trentanove millesimi di secondo dalla vetta della classifica a pochissimi minuti dalla fine. E così è rimasto, visto che, dopo l’uscita di Kimi Raikkonen in Parabolica e conseguente bandiera rossa, negli ultimi sei minuti tutti sono rimasti nel box fino agli ultimi due. Poi sono usciti tutti insieme per l’ultimo giro lanciato, e qui si è assistito ad un caso paradossale, quasi ridicolo. Nessuno voleva mettersi davanti al gruppo, onde evitare che tutti gli altri gli prendessero la scia. Si è arrivati in prima variante con un ingorgo che nemmeno alla barriera autostradale di Cinisello Balsamo al lunedì mattina.
Sono stati tali e tanti i convenevoli ed i surplace che si sono perpetrati a vicenda i piloti, che, alla fine del giro, hanno trovato il beffardo direttore di corsa che ha sventolato davanti al naso di tutti la bandiera a scacchi, lasciando sconcertati i numerosissimi spettatori che oggi assiepavano l’Autodromo in ogni ordine di posti. Ma tant’è. Là pole position l’ha conquistata il pilota Charles Leclerc della Ferrari. Così il popolo rosso ha potuto davvero comunque gioire, anche se Lewis Hamilton ha messo davvero paura e l’ultimo grido non ha potuto essere davvero liberatorio come tutti volevano. Parecchi sospiri di sollievo e parecchie facce davvero pallide, a dispetto di magliette di un bel rosso vivo.i sei minuti di attesa senza che nulla accadesse aveva spedito tutti come in un limbo, col fiato sospeso, e ciò ha messo davvero a dura prova le coronarie di molti. Anche se bastava guardare già ieri le Mercedes affrontare la variante Ascari per capire che, in quel tratto, avevano davvero un passo decisamente superiore a tutti. Pure questa mattina, in FP3, alla prima di Lesmo era davvero palese come fossero ancora le frecce d’argento ad approcciare meglio la storica curva monzese, ma soprattutto si aveva la netta percezione che aprissero l’acceleratore a metà curva clamorosamente prima di tutti gli altri, segno di una monoposto che, quando la pista piega, a destra o a sinistra, non ce n’è per nessuno.

“Bisognerebbe fare le curve dritte”, scherza qualcuno, “magari facendo il pit stop sul Lago di Garda e l’arrivo a Venezia”.

Si sdrammatizza un po’, ma è anche vero che il popolo rosso non sembra più così ottimista come lo era stamattina. Ma ovviamente, tutto è relativo nello sport, in questo in particolare. Lo scorso anno, di sabato, le falangi rosse stavano festeggiando una prima fila perentoria, con Kimi Raikkonen detentore del record assoluto della pista e uomo più veloce di sempre in F.1. Record, per altro, imbattuto quest’anno. Sappiamo poi come andò a finire. Quindi in questo sabato di cielo azzurro, dove stiamo tutti godendoci la nostra Monza e la nostra F.1, bisogna rimanere positivi e ottimisti. Intanto la pole è rossa. In secondo luogo, le previsioni del tempo, dopo una mattinata piovosa, prevedono un pomeriggio, e quindi un Gran Premio sull’asciutto. Poi, in ultima analisi, saremo comunque felici lo stesso: Monza non è regno che si conquista con facilità. Chiunque andrà sul podio lo applaudiremo sinceramente e calorosamente. Perché a Monza, nel Tempio della Velocità, a vincere è sempre il migliore. A domani!
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