F.1 GP AUSTRALIA Dietro al solito Verstappen le solite decisioni dei commissari…

DI PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT

Max Verstappen in pole position non fa notizia. La fa la seconda posizione di Carlos Sainz con la Ferrari per la semplice ragione che la rossa ha mostrato un passo degno della prima posizione e, soprattutto, il fatto che lo spagnolo soltanto due settimane fa era in ospedale a Jedda a farsi operare di appendice. E rivederlo in macchina e per giunta in prima fila, lo rende degno di menzione per quello che ha fatto.

Che riesca a reggere la gara è altro conto, visto come era stanco dopo un’ora di qualifica, ma intano è lì. E’ mancato Leclerc, autore di un giro grintoso oltre il limite che gli ha precluso la prima fila e buon per lui che la penalizzazione di Perez, terzo, gli ha regalato una posizione in griglia al punto da portarlo al fianco di Norris con la McLaren. Ora che Perez si becchi tre posti in griglia per aver ostacolato Hulkenberg fa quasi ridere, ovvero uno con la macchina più veloce del lotto che frena uno che annaspa di solito dietro, ma Nico era nel suo giro veloce e la Red Bull in quello di rientro, per cui anche senza freno del messicano, difficilmente avrebbe fatto meglio.

Ma le regole sono queste e al solito per avere certezza della classifica, dobbiamo aspettare delle ore. Un andazzo con la F.1 delle regole e degli avvocati che ha tolto quel bel sapore di vedere una cosa avendo la certezza che la classifica resti tale, invece che aspettare per gli stravolgimenti. Si dirà una volta i conti si regolavano in pista. Vero, forse era sbagliato all’epoca ma dopo un avvertimento ricevuto da un collega, si era certi che la volta dopo non sarebbe più accaduto. Senza scomodare Senna e Alboreto, ad esempio, col milanese spedito per aria a Montecarlo e il brasiliano col muso attaccato agli scarichi della rossa poco tempo dopo in altra occasione.

Era un regolamento di conti basato sulla reciproca conoscenza. Oggi ci pensano gli arbitri a intervenire quasi come se la F.1 e il portare al limite una macchina sia una cosa normale e per niente eccezionale, al punto che come in una disputa di oratorio si lascia l’ultima parola all’arbitro, di solito quello che non sa giocare e non ha trovato posto in squadra, così tanto per fargli fare qualcosa. Chiusa la parentesi, resta l’incognita gara e tenuta Red Bull. Il motore sostituito a Verstappen potrebbe essere il campanello d’allarme sull’affidabilità, che finora non è mai mancata alla Red Bull. Magari se la Ferrari riuscisse a tenere un ritmo tale da star vicino, o meglio davanti, le cose potrebbero cambiare. Sveglia alle 5 per vedere come va a finire. Per il resto ne riparliamo, e di argomenti ce ne sono, dalla crisi Mercedes alla crisi di Ricciardo, con un piede fuori dalla F.1 in Visa CashApp AlphaTauriRedBullRacing o come accidenti si chiama…

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