LA FORMULA E DOPO LE PRIME DUE GARE

Testo e foto MARCO FERRERO

 

Due gare sono certamente troppo poche per poter emettere giudizi o per stilare bilanci, ma possono essere comunque utili per trarre qualche indicazione o per fare qualche valutazione oggettiva su quanto si è visto, soprattutto considerando come le stesse si siano svolte in due giorni consecutivi, sullo stesso tracciato e nelle stesse identiche condizioni.

Nelle prove ufficiali, con i top drivers a partire con pista più pulita, i valori ritornano ad essere ripristinati, con Frijns, best time delle qualifiche, Vergne, Buemi e Da Costa, alla fine rispettivamente 7^, 8^ e 9^, in grande evidenza, e con le due NIO sorprendentemente nelle prime cinque posizioni; come da rituale penalizzati i piloti partiti nel primo gruppo, che trovano pista sporca e non riescono a realizzare prestazioni di rilievo.

Dopo una superpole assolutamente entusiasmante le prime tre file dello schieramento sono definite con Robin Frijns (Envision) e Sergio Sette Camara (Penske) in prima fila, Sam Bird (Jaguar) e Oliver Turvey (NIO) in seconda, Tom Blomqvist (NIO) e Nico Muller (Penske) in terza, uno schieramento di partenza assolutamente inedito ed “interessante” anche considerato come le Mercedes di Vandoorne e De Vries, le Venturi di Nato e Mortara (che ha avuto un incidente in FP3) e Lotterer partano da fondo schieramento.

La gara è stata parimenti equilibrata, con Frijns e Bird (che passa Sette Camara al via) che si involano, e con Jean Eric Vergne che risale fino al terzo posto; poco dopo la metà gara Wehrlein manda a muro Dennis ed entra la safety car. Nella fase centrale della gara sono gli attack mode che regalano emozioni, con sorpassi a ripetizione e duelli al calor bianco; ad una decina di minuti dalla fine Buemi sbatte mentre Gunther (secondo grave errore per lui in due gare) tampona violentemente Evans, e tutti e tre si ritirano; la conseguente safety car ricompatta il gruppo con Da Costa (4^) che può disporre di un fanboost e Vergne (3^) di un attack mode.

Con ancora tre minuti di gara più un giro colpo di scena finale, con la direzione di gara che, stante come le operazioni di pulizia della pista risultino più lunghe del previsto, decreta la bandiera rossa e la fine della gara; al traguardo le prime dieci posizioni sono state occupate, rispettivamente, da Sam Bird (Jaguar), vincitore, Robin Frijns (Envision), secondo classificato, Jean Eric Vergne (DS Techeetah), sul terzo gradino del podio, ed a seguire Antonio Felix Da Costa, Nick Cassidy, Sergio Sette Camara, Nico Muller, Oliver Turvey, Oliver Rowland e René Rast.

La classifica dopo il primo doppio appuntamento vede al comando il portacolori delòla Mercedes Nyck De Vries con 29 punti, seguito dall’alfiere Jaguar Sam Bird con 25 punti e da Robin Frijns (Envision) con 22 punti, situazione che si cita per dovere giornalistico ma che non può configurare un quadro di riferimento dopo sole due gare disputate.

Qualche annotazione dopo le prime due prove: molto bene Sam Bird, specialmente nelle prove (ma l’inglese anche lo scorso anno era partito bene per poi “perdersi” nel corso della stagione), benissimo le NIO, sempre in evidenza ed anche (questa la vera notizia di questa stagione!) a punti, pur con due piloti non certo di primissimo livello, la conferma che in Arabia Saudita, se si fanno le qualifiche nel primo gruppo, causa una pista quasi inguidabile c’è da mettersi il cuore in pace sul fatto di poter “fare il tempo”;

come sempre grande equilibrio

Tra un mese si può supporre che alcune situazioni saranno diverse, ed alcuni elementi genereranno ancor più equilibrio ed incertezza; si correrà, sia che si utilizzi il tracciato cittadino modificato nel suo layout piuttosto che l’autodromo di Vallelunga qualora le condizioni sanitarie lo rendano necessario, su un circuito “nuovo”, mentre sotto l’aspetto tecnico alcuni team (quali DS Techeetah) potranno disporre delle nuove powertrain, il che potrebbe andare a cambiare gli equilibri prestazionali che si sono visti nel doppio appuntamento saudita.

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