LA SALUTE PUBBLICA PASSA ANCHE DALLO SPORT

Testo e foto MARCO FERRERO

 

Da sempre i medici, ai fini del mantenimento di un buon stato di salute, raccomandano di praticare sport; a meno però di non essere caduti in una grossolana contraddizione, tutte le decisioni prese nell’ultimo anno per la tutela della gente hanno pesantemente penalizzato, oltre ad interi settori del mondo del lavoro, le attività sportive dilettantistiche ed amatoriali.

A milioni di persone di ambo i sessi, dai più piccoli sino a persone di età più avanzata, è stato di fatto negato il diritto di praticare attività sportive, il tutto mentre ad una ristretta elite del mondo professionistico, ovviamente per interessi di natura economica che presumibilmente avranno reso gli atleti immuni al virus, è stato consentito di procedere con i loro campionati.

Senza voler entrare in legittimi approfondimenti in merito al carattere discriminatorio di questa posizione, è tuttavia un dato di fatto come lo sport possa e debba essere considerato un bene primario, sia per gli effetti sul fisico, ma soprattutto su quelli mentali (si pensi ad esempio l’importanza di scaricare tensioni e stress); per i più piccoli riveste poi un’importanza ancora maggiore, in termini di crescita mentale e sociale, di vita nel rispetto di regole, di socializzazione con altri coetanei, del confronto con i propri limiti e con gli obbiettivi sportivi, e si potrebbe continuare ancora.

Chi parla di salute sulle reti televisive spesso e volentieri si appella solo ai macro concetti, attaccandosi al filone che riguarda, giustamente, i vaccini, e tralasciando quelli che a fini di propria visibilità sono argomenti ingiustamente considerati “secondari”; mai come in questo caso sono i dettagli a fare la differenza, e certamente tutti coloro che hanno a cuore lo sport (non quello dorato dei professionisti ma quello di “tutti”) non hanno mancato di notare come nel nuovo governo sia sta omessa, lacuna quanto mai grave, la presenza di un Ministro per lo Sport.

Alla luce di queste considerazioni si ritiene giusto dare risalto a tutti quegli eventi sportivi che vedano protagonisti i più piccoli e gli adolescenti, per ricordare come si debba essere coerenti con l’affermazione che “loro sono il futuro”, e che ogni evento debba essere visto come un tentativo per aiutarli a raggiungere quella “salute” che è un loro diritto.

Nell’ultimo weekend il motocross, nei suoi campionati ASI, ha visto a Galliate, nel novarese, lo svolgimento della prima prova del calendario delle categorie “Mini”, che si è scelto di seguire e di riportare, oltre che le categorie MX1 e MX2 che vedevano in gara i più grandi e gli adulti; una bella giornata di sport e di divertimento, senza la presenza del pubblico ma nel rispetto e nell’applicazione di quelle regole sanitarie utili a far sì che l’evento potesse svolgersi regolarmente, uno sforzo che gli organizzatori hanno volentieri fronteggiato e che è stato ripagato dall’entusiasmo che i piccoli centauri hanno espresso non solo in pista ma anche nei momenti di pausa “sportiva”.

L’esortazione per chi preposto in merito, neppure troppo banale, è quella di affrontare le tematiche sanitarie a 360°, non omettendo alcun fattore, e ricordando come lo sport, a livello di salute pubblica, sia più importante di quanto finora lo si sia considerato, e che potrebbe essere, almeno sotto l’aspetto psicologico, un elemento di motivazione e di impulso per costruire una parte di rinascita.

A corollario di queste righe si allega una carrellata fotografica dedicata, ovviamente, ai più piccoli ed ad alcune immagini di momenti spettacolari che i “grandi” hanno saputo regalare.

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