UN SALTO NEL PASSATO A DUE E QUATTRO RUOTE

testo e foto MARCO FERRERO

 

Automotoretrò è una di quelle manifestazioni, aventi ad oggetto le vetture o le motociclette d’epoca, che permette idealmente, e non solo, di fare un salto nel passato sino agli albori della storia dell’automobilismo degli ultimi anni del ‘800, quando le prime vetture erano derivate dalle carrozze, a quel tempo l’unico mezzo di locomozione esistente, ed ad appannaggio di una ristretta cerchia benestante di persone.

Nell’area dell’ex stabilimento del Lingotto di Torino, luogo simbolico per l’automobilismo, in quanto sede delle linee di produzione della FIAT, e per tale ragione sede che ha un significato iconico, si è tenuta la 38^ edizione dell’evento, che ha riportato ancora una volta nel comprensorio torinese non solo alcuni dei modelli che all’interno sono stati prodotti ma anche una carrellata di quanto l’automobilismo ed il motociclismo mondiale di oltre un secolo abbiano saputo presentare e proporre.

Non tutto ma di tutto, frase che meglio di qualsiasi altra può rappresentare cosa si sia potuto ammirare, a partire da un bellissimo modello di fine ‘800 restaurato mirabilmente sino alla Tecno Alfa Romeo, realizzata con il supporto del compianto Nanni Galli, che Fulvio Maria Ballabio orgogliosamente espone all’attenzione degli appassionati.

Impossibile elencare tutti i modelli che si sono visti, ed impossibile circoscrivere un elenco senza dimenticare qualche “pezzo” è stato che ha fatto parte della storia delle locomozione a motore; un evento che non si può spiegare, che va visto, vissuto, assaporato con quell’inevitabile tocco di nostalgia che solo questo tipo di kermesse sa dare, che i nati nel trentennio a partire dal dopoguerra sino alla metà degli anni ’70, quello più florido per l’economia e lo sviluppo più di altri sono in grado di apprezzare.

E c’è da riflettere sul fatto che, in un’epoca nella quale i cambiamenti sono sempre più repentini, più veloci, e non lasciano spazio alle riflessioni, sempre di più, perlomeno in ambito motoristico, vi sia la tendenza di rimanere attaccati alla storia, alla tradizione, alla conservazione di vetture che, probabilmente, in condizioni normali, e paragonate agli attuali standard di comfort, di sicurezza, di prestazioni, nessuno guiderebbe più. Si dia pertanto merito agli appassionati, che su queste vetture investono per la loro conservazione, ed agli organizzatori di eventi, che in tal modo riportano tutti noi nel passato.

Una rassegna organizzata non in modo cronologicamente sequenziale e come tale ancor più stimolante, in quanto guida continuamente alla ricerca di un qualche “pezzo” inatteso che può uscire dal “cilindro” di qualche stand; un evento che, piaccia o no, non si può raccontare, un “salto nel passato” che può solo essere vissuto di persona.

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