I MOMENTI TOPICI

(testo e foto Marco Ferrero)

La storia dell’automobilismo lo insegna, ci sono momenti durante le gare, che possono essere più o meno numerosi, in particolar modo nelle gare di Endurance, o più episodici, in quelle ove i regolamenti lo prevedano, piuttosto che dovuti a situazioni di necessità, nei quali i team ai box diventano protagonisti e che possono risultare determinanti ai fini del risultato finale.

Momenti critici, nel quale tutti devono muoversi in perfetto sincronismo, ciascuno con il proprio compito, nel minor tempo possibile, dove un errore può vanificare il lavoro di tutto il weekend; gesti ed azioni provate e riprovate, che vengono ripetute e ricordate anche negli attimi cruciali prima dell’ingresso in pit lane della vettura, dove ciascuno controlla meticolosamente l’attrezzatura che dovrà utilizzare e si coordina con i compagni di lavoro.
Cambio pilota, rifornimento, cambio gomme, eventuali sostituzioni o regolazioni, queste le operazioni che dovranno essere svolte, con ciascuno che, all’arrivo della vettura, è al suo posto pronto ad entrare in azione, il tutto in uno spazio tutto sommato contenuto, una sorta di “orchestra” dove nessuno deve “steccare” od essere fuori tempo.
E non si pensi che il tutto sia semplice o non implichi situazioni di pericolo; basti ricordare quante volte è accaduto, come impietosamente testimoniato dalle riprese televisive, che meccanici siano stati investiti dalla vettura arrivata magari un po’ “lunga”, che la benzina (che ha caratteristiche di infiammabilità particolarmente elevate) abbia preso fuoco, con situazioni anche di panico ed interventi degli addetti antincendio, che il bocchettone o la tanica siano rimaste incastrate al momento della ripartenza, o che una pistola non abbia chiuso bene il dado e che una ruota si sia staccata.
Il tutto in un contesto dove, presumibilmente, altri team stiano in contemporanea operando in modo analogo, con conseguente entrata, uscita, o passaggio di altre vetture nella pit lane, con il rischio che, come peraltro successo, due vetture possano venire a contatto
E se proprio vogliamo dirla tutta, magari con la presenza in pit lane di operatori media o di fotografi come il sottoscritto che, se pur autorizzati e ed un minimo attrezzati per eventuali inconvenienti, ma comunque poco avvezzi alla gestione di situazioni di pericolo o di procedure di sicurezza, spesso cercano di immortalare in qualche scatto questi momenti di grande adrenalina, talora muovendosi incoscientemente, rischiando di intralciare il lavoro dei team o rischiando di porsi in situazioni di pericolo.
Momenti che, se si ha la fortuna e l’opportunità di vedere da vicino, non possono che suscitare ammirazione e coinvolgere in quella tensione di pochi attimi di lavoro, determinanti per il pilota, che alla ripartenza della vettura i meccanici scaricano fiondandosi sui monitor per verificare la posizione del mezzo al rientro in pista, e che esprimono in gesti di esultanza od imprecazioni a seconda delle situazioni.
L’International GT Open è uno di quegli eventi, impedibili lato media, che permettono di godere e di vivere quei momenti topici e di realizzare quanta professionalità e quanto lavoro di squadra ci sia dietro quegli attimi, talora pochi secondi, di lavoro, spesso determinanti e talora mai completamente apprezzati e nobilitati.
Difficile esprimere in parole le sensazioni e le emozioni che si possono provare; forse più facile, ma certamente comunque non esauriente, tentare di trasmettere cosa e quanto quei momenti cruciali rappresentino con l’ausilio di qualche immagine, se vogliamo un omaggio ad una parte della competizione che, con l’uscita della vettura dalla pit lane, si tende a dimenticare.
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