Stati generali mobilità 2018: scenari e futuro dell’auto nel sistema Italia

 

A fare gli onori di casa in corso Venezia è Simonpaolo Buongiardino, presidente di Federmotorizzazione e Assomobilità. Parte subito in quarta, dopo i vari appuntamenti locali dello scorso anno, in questo evento nazionale voluto anche per dire basta a provvedimenti normativi improvvisati, a detta sua negli ultimi anni in Italia: “L’Automotive si confronta con una nuova era, la criminalizzazione dei motori endotermici, in particolare diesel, e crescita della mobilità elettrica: l’impatto sarà molto rilevante, con conseguenze sul piano industriale, delle infrastrutture, della ricollocazione di risorse e del mantenimento delle imprese appartenenti alla distribuzione”. Un convegno interessante quello svolto a Milano, con temi caldi e opinioni non concordi per tutti, su temi scottanti come il pre-pensionamento dei diesel o le tasse sull’auto.

 

Sempre Bongiardino auspica, dal canto suo ovvero dell’ente imparziale “interventi flessibili, che seguano le tecnologie capaci di dare risposte differenti per la sostenibilità complessiva”. Insomma, non solo auto elettrica, sia dal punto di vista economico sia da quello ambientale. Già perché fra i dati esibiti ci sono quelli di una Cina, mercato principe degli EV contrariamente al Bel Paese (dove siamo sotto la media Europea, con i diesel ancora fortissimi per volume) con elettricità prodotta però da carbone e inquinamento non certo in ribasso rispetto al nostro. Non ci si dimentica poi in questi ambienti la forte crisi, in particolare dalla rete distributiva, che solo a fine 2015 ha visto un’inversione di tendenza. 2 milioni di veicoli venduti nel 2016: sempre sotto i 2,5 immatricolati pre-crisi. Altro punto fondamentale, quando si parla di futuro alle porte super ecologico, è che il parco circolante in Italia ha un’anzianità media di undici anni: servirebbero iniziative per facilitare il ricambio degli automezzi quantomeno, anche con dei “normali” Euro6, per avere buoni riscontri. La voce di enti e associazioni che in Italia tutelano l’automotive si alza forte, in vista anche delle elezioni e giustamente, contando che il settore si aggira intorno al 10% del Pil nazionale e genera circa 73 milioni di euro in gettito fiscale.

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