IMOLA CLASSIC, LE PIU’ AMMIRATE

 

 

Trovarsi tra 225 “gioielli” che rappresentano il meglio della storia dell’automobilismo sportivo risulta quasi abbacinante, e genera ad un appassionato la stessa emozione che prova un bimbo in un grande negozio di dolci o di giocattoli; quasi ci si perde nel guardarsi attorno, con ogni vettura che racconta alla memoria di ciascuno storie di circuiti, gare, piloti e successi.

 

Vetture le cui condizioni sono rimaste pari a quelle dei loro tempi, e si parla di 50 anni fa o giù di lì, quando erano grandi protagoniste, e che per un weekend fanno ritornare indietro nel tempo; sulle fiancate ancora i nomi di quei grandi piloti che le hanno portate in pista e le cui gesta sono rimaste memorabili. Un caleidoscopio di colori, quelli originali di allora, ed uno spaccato dell’evoluzione tecnica degli ultimi 60 anni.

 

Considerata l’evoluzione, specie quella occorsa sino agli anni ’80, che le vetture da corsa hanno presentato, si può quasi tranquillamente affermare, senza timore di essere smentiti, che all’incirca la fine di ogni quinquennio possa essere considerato un punto di svolta, e che in ognuno di questi sottoperiodi vi siano state vetture che, per i risultati ottenuti, per le soluzioni innovative che hanno presentato, o più semplicemente per una questione di “cuore”, siano state le più rappresentative.

 

 

Volendo prendere a riferimento la fama e la notorietà che la storia ha loro attribuito, tra le 225 vetture presenti lo scorso weekend in pista e nei paddock di Imola, alcune delle quali vere e proprie “perle” rare (tra cui una favolosa Ferrari 512 S “coda lunga” per Le Mans), è comunque stata impresa quasi improba “scegliere” per ciascuna delle categorie in pista quali avrebbero potuto essere poste in una ideale classifica di gradimento.

 

Di certo più agevole identificare ed elencare “leggende” quali Porche 917, Ferrari 250 GT, Shelby Cobra Daytona, Ford GT40, Chevrolet Corvette, BMW 3.0 CSL, marchi e modelli che non hanno bisogno di alcun commento; non solo, ma a fianco di queste, tra le zone dell’enorme paddock, è stato possibile individuare la splendida Jaguar XJR14, e una Alfa Romeo 33 prototipo del ’69, alla cui guida Emanuele Pirro ha dimostrato sia come la vettura sia ancora capace di prestazioni di tutto rispetto, sia la propria indimenticata capacità di andare forte (non a caso è risultato per cinque volte vincitore alla 24 Ore di Le Mans).

 

Impossibile non citare un’ultima perla, una rarissima Howmet TX (Turbine eXperimental) del ’68, unica vettura, ricordiamolo, a turbina a gas ad aver mai vinto una gara, ed ad aver stabilito 6 record riconosciuti dalla FIA. Una storia, quella di questa macchina, assolutamente interessante, a partire dalle turbine, prototipi derivati da un appalto non portato a termine per un elicottero militare, a quella del telaio, di cui risultano solo stati prodotti tre esemplari.

 

A rendere doveroso omaggio a questi pezzi di storia una carrellata di immagini, lasciando a ciascuno il compito di indovinare, in questa parata di nobili signore splendenti nella loro eleganza, di quale vettura si tratti, e quale parte di storia dell’automobilismo sportivo abbiano rappresentato

 

 

 

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