IL PRINCIPE DI MONACO

 

Il riferimento non è a Sua Altezza Alberto II, regnante peraltro grande amante dello sport, o a qualche suo diretto discendente, ma a Jean Eric Vergne, trionfatore con la sua DS Techeetah nel Gran Premio di Monaco del ABB Fia Formula E Championship, primo pilota a bissare il successo in questo campionato, che aveva visto sinora in otto gare otto diversi vincitori, un record assoluto che la dice lunga sull’equilibrio di questa serie, davanti a Oliver Rowland e Felipe Massa, piazzatisi rispettivamente sul secondo e terzo gradino del podio. 

La gara si è svolta ancora sul tracciato più “breve”, quello, per intendersi, che “taglia fuori” il tratto a partire dalla salita verso il casinò dopo la curva di Sainte Devote sino alla chicane all’uscita del tunnel, quello forse più affascinante, con il largo doppio curvone davanti al casinò, la lunga discesa, lo stretto tornantino del Loews ed il tunnel sino alla chicane che riporta alla nostra memoria il triste incidente di Lorenzo Bandini. 

 

 
Nel ricordare che lo stesso Todt aveva già mesi addietro escluso che il percorso utilizzato per l’evento sarebbe stato quello del campionato “maggiore”, le discussioni in merito sono sempre le stesse, laddove le malelingue (o i bene informati?) sostengono che da parte dei vertici della Formula 1 si voglia evitare una serie di paragoni che magari potrebbero risultare “stretti”. Di certo sarebbe suggestivo e di grande appeal per il pubblico vedere le Formula E impegnate sul percorso “classico”, e sarebbe altresì interessante verificare se sotto l’aspetto dei tempi sul giro sussisterebbero differenze significative tra le due categorie. 

Finalmente, ed è il caso di dirlo, dopo due gare (Roma e Parigi) nel quale il meteo era risultato decisamente inclemente ed aveva finito con essere una delle variabili determinanti ai fini del risultato, a Montecarlo si è corso in condizioni climatiche ottimali, con un bel sole e temperature più che primaverili che hanno fatto da cornice alle prestazioni dei piloti, messi in condizioni di esprimersi al meglio, ed hanno attratto sulle tribune un pubblico folto ed entusiasta. 

Circuito che, secondo tradizione, non ha mancato di regalare colpi di scena, specie nei due punti più “critici”, la curva di Sainte Devote ed il tornatino, che hanno visto alcuni dei momenti chiave della corsa; al via il poleman Vergne è scattato davanti a tutti, con a ruota Wehrlein (sino, qualche giro dopo, ad un “lungo” a Sainte Devote che gli è costato due posizioni), Rowland e Massa; per tutta la gara e sino al traguardo i quattro piloti sono rimasti racchiusi in un fazzoletto in un duello multiplo avvincente. 

Nel corpo del gruppo, come sempre, le fasi più concitate, con i due della Virgin in evidenza: Frijns si è esibito in alcuni sorpassi mozzafiato, sino a quando nel tentativo di passare Sims questi non lo ha stretto contro il muretto, costringendolo al ritiro, mentre Bird, dopo un paio di posizioni guadagnate, ha finito la sua gara positiva mettendo fuori causa Da Costa; Lotterer, partito nelle retrovie causa un errore nel giro di qualifica dopo che nelle libere aveva il terzo tempo, ha alla fine ottenuto la settima piazza approfittando, oltre di una condotta di gara giudiziosa, delle disavventure altrui. 

 

 
Finale al cardiopalma, con Felipe Massa che è riuscito a mantenere il terzo gradino del podio dietro a Rowland e davanti a Wehrlein, percorrendo gli ultimissimi metri di gara senza più energia alla sua Venturi; per effetto del risultato della gara Vergne, oltre alla vittoria, guadagna la leadership della classifica con un punto di vantaggio sul compagno di squadra Lotterer, sei su Frijns e diciassette su Da Costa e Di Grassi, in questa gara decisamente poco fortunati. 

Prossimo appuntamento a Berlino; altro tracciato, magari altra corsa ed alla fine altra classifica; con quattro gare, sulle tredici del calendario, ancora da disputare, la classifica è all’insegna dell’incertezza e dell’equilibrio, con ben sette piloti racchiusi in soli ventidue punti, ed un pronostico sul vincitore di questa quinta edizione del campionato appare ad oggi impresa davvero ardua e suscettibile di altissima probabilità di errore. 

Sarà affermazione banale, ma per i piloti sarà fondamentale evitare di incorrere in errori negli ultimi cinque appuntamenti, dato che presumibilmente la vittoria finale sarà ad appannaggio di chi avrà sbagliato meno.

 

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