I FURBETTI DELLE ZTL/Bologna la dotta o Bologna la furba?

 

La vicenda è personale ma merita essere raccontata nel dettaglio. Lo scorso 7 febbraio a Bologna c’era un evento organizzato da Mini Italia per il lancio di un nuovo modello. Il punto di incontro era un hotel in via Indipendenza, quindi zona centrale. Pronti alla bisogna, insieme ad altri colleghi, ci presentiamo in albergo dopo mille peripezie stradali. Infatti, per accedere all’hotel ci sono dei tratti di strada in ZTL, zona traffico limitato, per cui, nel dubbio, si è cercato di accedervi senza infrangere le regole.

 

Gira di qua, gira di là, a un certo punto si finisce in un vicolo cieco, ovvero un senso unico senza possibilità di scegliere da che parte andare, si entra in città e finalmente si arriva in albergo. Fin qui i fatti nudi e crudi. Ora arriva il bello. Arrivati alla reception, al pari degli altri giornalisti arrivati in auto, si scrive il numero di targa del veicolo e il modello per comunicarlo al comune in quanto si è entrati in ZTL. Ebbene, la sorpresa arriva subito: “Guardi, il nostro albergo è appena fuori dalla ZTL quindi non possiamo fare nessuna autorizzazione all’ingresso“. Uno chiede, ma scusi, se per arrivare qua in auto si deve passare per forza dai varchi, ci spiega perché non potete segnalarlo al comune?

 

“Perché esiste un passaggio che però non è indicato che consente, tramite una traversa e un piccolo tratto contro mano di arrivare da noi senza infrangere la ZTL“. La ZTL no, ma il piccolo tratto contromano come lo vogliamo definire? E quindi, è la domanda spontanea, che facciamo? “Guardi, abbiamo una convenzione con un parcheggio qua vicino, ci pensano loro a dare la targa e lascia una piccola mancia di 30 o 40 euro, forse meno, e risolve il problema”. Quindi il meccanismo di Bologna la furba, altro che la dotta, è che entri, fai quello che vuoi e pagando 30 euro invece che 95 di multa (scontata a 71,33 se paghi entro 5 giorni) aggiri l’ostacolo.

 

Notare che per accedere in via Indipendenza, arrivando dalla Fiera e via Stalingrado, c’è da fare un mezzo giro dell’oca, salvo poi trovarsi la strada divisa in mezzi pubblici, in un senso, e in senso contrario per altri veicoli. Diciamo che la viabilità della zona non è proprio il massimo, sembra fatta apposta per far cadere in trappola gli ignari automobilisti. Come infatti è accaduto. Dopo piccole discussioni con altri colleghi, nel solo giorno di presentazione della Mini a Bologna ci siamo trovati in 14 giornalisti ad aver infranto la stessa norma della ZTL, notare che siamo sempre dalla parte di chi rispetta la legge, eppure siamo cascati nell’inghippo.

 

Abbiamo pagato la multa, come doveroso avendo infranto una norma, ma ci sentiamo presi per il culo. Perché il comune di Bologna, che in un anno grazie al sistema Sirio ha incrementato del 700 per cento le infrazioni, dice che non vuole fare cassa. Infatti i soldi li avranno dati tutti in beneficienza o forse spesi in medicine dopo le maledizioni di chi ci è incappato dentro. La nostra sanzione (che per inciso non ci cambia la vita, ma fa solo arrabbiare per esserci cascati nonostante le attenzioni) ha riportato la legalità a Bologna, ha permesso al sindaco e alla giunta di tirare un sospiro di sollievo perché almeno 14 pericolosi e sovversivi giornalisti dell’auto sono stati puniti a dovere. Ecco, verrebbe da aggiungere altro , ma le ingiurie hanno un limite descritto dal codice penale pertanto non si prosegue nell’esposizione del pensiero. Abbiamo parlato di Bologna e di un caso particolare, ma in Italia, come dimostra l’interrogazione parlamentare del vicepresidente della Camera, onorevole Baldelli, (leggi il testo) il problema è comune.

 

E parte dalle furbate dei comuni per fare cassa, alla lobby delle notifiche (in tempi di internet si parte da 14 euro per una sanzione cosa che in 30 secondi fa un computer, e gratis) a chi gestisce telecamere, appalti e altro ancora. E’ una situazione di illegalità ai danni del cittadino legalizzata dalla Pubblica Amministrazione da cui non se ne esce. Io, come cittadino, se infrango una norma pago. Se lo fa la Pubblica Amministrazione, se ne sbatte. Non è una democrazia, è feudalesimo allo stato puro. E non succede solo a Bologna, a Milano oltre 3 milioni di multe, Firenze Torino, persino nei paesini sperduti dove sindaco e vigili sembrano gli sceriffi del far west, con la differenza che non possiamo farci giustizia da soli come all’epoca. La PA per essere attendibile e vera, ottenere il rispetto dei cittadini, deve essere al di sopra delle parti, non la controparte con cui lottare tutti i giorni per non farsi fregare soldi dal portafogli. Che poi è l’unica cosa alla quale ambiscono certe amministrazioni, incuranti degli sprechi e del malaffare. Ecco, dopo Bologna la dotta, Bologna la grassa, oggi c’è Bologna la furba. Ai danni dei cittadini.

 

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