F.1 Quando il rischio colpisce i più deboli. Un grazie ai meccanici e alla loro passione

 

E’ una Ferrari che vince ma che soffre. Dopo la seconda vittoria di fila di Sebastian Vettel nel GP del Bahrain la squadra italiana ha mostrato un sangue freddo e una dedizione che pochi le riconoscevano. Perché nel giorno del trionfo si è vissuto il dramma di un meccanico travolto ai box da Raikkonen, di una squadra devastata dalla preoccupazione e dalla sofferenza di Francesco Cigarini, (nella foto nel letto di ospedale in Bahrain) questo il suo nome, e nonostante tutto il team ha mantenuto la calma e la freddezza di gestire in pista una situazione difficile. Ma l’incidente ai box ripropone il tema sicurezza.

 

Rischiano i piloti in pista, ma in fondo è una libera scelta. Gli stipendi da 30 milioni all’anno fanno parte del pacchetto che ti fanno accettare questi rischi. Rompersi una gamba, come in questo caso, è dire che è andata bene ma con uno stipendio base di 1600 euro al mese, quanti ne prende un metalmeccanico esclusi straordinari e festività e trasferte. E’ un lavoro che si sceglie, che ti fa vivere da vicino il mondo che ami, quello delle corse, ma ti espone a rischi pesanti e senza avere dalla tua certe cifre come coi piloti. Da un cambio gomme riuscito dipende il risultato di una gara. Si tratta di un gruppo di 15 persone che in 2 secondi devono cambiare 4 pneumatici e rispedire il pilota in pista. Quando va bene è normale amministrazione, quando va male c’è la figuraccia mondiale, vedi Australia con le due Haas ferme con le gomme non fissate, o peggio c’è la paura di vedere uno di questi ragazzi feriti e sofferenti, con il resto del team che pensa invece solo a non far perdere la corsa al pilota.

 

E’ il caso vero in cui si vince e si perde tutti insieme, in cui il lavoro di questi ragazzi appassionati permettono al pilota di prendersi i rischi in pista, perché il pilota sa che i freni funzionano, che le gomme sono fissate bene e che tutto è al suo posto. Eppure per loro non c’è che la luce della ribalta solo nei casi negativi. In pochi ricordano che lo stesso gruppo di meccanici della Ferrari ha fatto il record mondiale in un pit stop. Gp del Giappone 2016, 1,8 secondi per cambiare 4 gomme. Non è mai stato battuto, come dire che il sincronismo è alla base di tutto. Eppure si parte da 1600 euro al mese, che possono diventare circa 3 mila ma con viaggi allucinanti da un continente all’altro, con famiglie messe a rischio perché manchi da casa quando i figli stanno male, oppure perdi un familiare e hai la gara da finire magari in Cina.

 

E‘ il lato oscuro della F.1, fatta di star, soldi e luci della ribalta ma che funziona solo perché un gruppo scatenato e appassionato di meccanici, di tutte le nazioni, si fanno carico dei lavori più umili. Smontare le auto, smontare i box, capire come migliorare e togliere quel tempo che serve per poi vincere e vedere solo uno sul podio, osannato, amato e apprezzato mentre loro, mani sporche di grasso e unte, ricominciano a smontare e rimontare perché c’è un’altra gara da fare. Per tutti tranne che per Cigarini, che stavolta se ne starà in ospedale per un periodo di riposo. Il primo da tanti anni a questa parte e di cui avrebbe fatto a meno. Anche questo c’è dietro la vittoria di Vettel e della sua Ferrari in Bahrain.

Condividi su: