CON ANDRE’ LOTTERER

 

Tedesco di 37 anni, André Lotterer è pilota di grande esperienza e palmares, avendo vinto, oltre che per tre volte la 24 Ore di Le Mans (2011 – 2012 – 2014), un titolo piloti Endurance ed altre serie minori, senza dimenticare anche un suo fugace passaggio in Formula 1; al suo secondo anno in Formula E con il Team Techeetah, che lo scorso anno ha portato al titolo il suo compagno Jean Eric Vergne è, senza dirglielo e facendo i debiti scongiuri, in piena lotta per la conquista della vittoria finale. 

Lo abbiamo incontrato nei paddock di Montecarlo, sempre allegro e scherzoso, in questo un vero e proprio campione di simpatia, ed approfittando della sua disponibilità (e del suo ottimo italiano) abbiamo fatto con lui il punto sulla stagione in corso e sulla sua in particolare, spaziando a 360° dagli aspetti personali a quelli tecnici. 

 

 

D: che differenza c’è tra l’ambiente della Formula E e quello della Formula 1 o dell’Endurance (persone, rapporti, pressione)? 
R: c’é molta differenza, qui in Formula E è molto più “informale”, non voglio dire che siamo tutti amici, ma I rapporti tra noi piloti e tra i teams sono molto più cordiali che in altre competizioni. Poi a me piace molto correre qui, siamo nelle città, a differenza di altri campionati dove I circuiti sono lontani o isolati, si corre su tracciati cittadini, siamo molto più vicini alla gente, è bello, senti l’entusiasmo delle persone e il campionato ha un format diverso. Anche la pressione è differente, non è esasperata, e tutto sommato la viviamo anche tra avversari in modo diverso. Il campionato è stato costruito in modo da “divertire” tutti, pubblico e piloti. Tra noi piloti ci conosciamo bene tutti, c’è un buon rapporto tra noi. Posso dire che ci divertiamo, e questa è una fortuna. 

D: otto gare, otto differnti vincitori; le nuove vetture di seconda generazione hanno portato più equilibrio? 
R: è possibile; le nuove macchine si sono evolute, sono state realizzate nuove tecnologie, e su certe cose l’esperienza passata poteva non essere determinante. In effetti tutti hanno lavorato molto bene, hanno tutti sviluppato vetture molto performanti, inoltre il fatto di non poter fare modifiche alle machine durante l’anno ha mantenuto l’equilibrio. Anche chi è arrivato quest’anno come la Nissan ha portato in gara una vettura molto competitiva, lo si vede dai risultati. 

D: un tuo giudizio sui circuiti, quale il più tecnico, quale preferisci, e quelli che rimangono? 
R: in generale sono tutti circuiti belli, sono tutti difficili dato che sono cittadini; credo che uno dei migliori sia quello di Ryad, negli Emirati Arabi, molto tecnico, molto bello da guidare, mi piace molto. Anche Roma mi è piaciuto, con I suoi saliscendi ed i lunghi rettilinei che permettono di tentare i sorpassi. 

 

 
D: Montecarlo? 
R: E’ diverso, per certi versi è più difficile, è più tortuoso, non ci sono rettilinei lunghi, quello più lungo (NDR quello di arrivo) è di fatto una curva lunghissima, però a differenza di altri circuiti, come per esempio Parigi, è più largo, per cui è possibile, anche se non è facile, tentare di sorpassare.

 
D: otto gare, otto vincitori; tra gli avversari chi è il più temibile? 
R: difficile da dire. Come hai detto tu, in otto gare ci sono stati otto diversi vincitori; chiunque può vincere. Ci sono tanti bravi piloti in grado di ottenere la vittoria. Come hai visto in tutte le gare è importante partire davanti, le gare sono brevi e non c’è possibilità di recuperare se parti molto indietro. Non c’è un pilota o due che dominano il campionato, in questo campionato in tanti sono in grado di vincere. 

D: dopo due gare con la pioggia, Roma e Parigi, questa volta il tempo dovrebbe essere bello. 
R: sembra di si, speriamo. Se non piove ci divertiamo di più anche noi. Nell’ultima gara, a Parigi, la strada era veramente tanto scivolosa, si faceva fatica a controllare la macchina, è stato faticoso guidare in quelle condizioni. 

D: ancora quattro gare, pensi che il titolo si assegnerà all’ultima gara e chi vedi come tuo avversario principale? 
R: come ti dicevo, è davvero impossibile fare pronostici, siamo tanti piloti in pochi punti (NDR sette in ventidue punti), ad ogni gara cambia la classifica, è un campionato tanto equilibrato e sarà importante non fare errori o avere incidenti. Credo che per vincere sarà necessario sbagliare il meno possiile. Penso che quest’anno il campionato rimarrrà incerto sino alla fine e che solo a New York dopo l’ultima gara si saprà chi avrà vinto. 

Sicuramente a Lotterer non mancano capacità di reggere la pressione, abilità di guida ed esperienza; potrebbe essere lui il nuovo campione, con il Team Techeetah capace di bissare il titolo dello scorso anno.

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