F1, Niki Lauda è morto: austriaco re delle strategie 3 volte iridato, su Ferrari e McLaren

 

Vero asso del volante capace di risorgere dopo un incidente quasi mortale. Campione del mondo con le Rosse e poi manager di grandi Team oltre che imprenditore

 

Chi non lo conosceva non conosceva la F1, punto. Tutti gli over40 sono cresciuti giocando anche con le piccole F1 rosse replica della sua. Tutti i giovani di oggi lo hanno visto nei box quale consulente della Mercedes, vincente in pista con le F1 ibride.

 

Niki Lauda se n’è andato a soli 70 anni, ma che vita intensa. Non solo quella narrata nel film Rush (la sfida, contro James Hunt). L’ex pilota austriaco Niki Lauda è, specialmente ora che se n’è andato, una leggenda della Formula 1. Tre volte campione del mondo (1975, 1977 e 1984) mito per i ferraristi ma anche esempio, per i piloti più giovani di lui, a partire da quell’ex-compagno di squadra in McLaren, Alain Prost (divenuto in parte suo erede, nel modo di gestire le gare, ndr). E’ stato poi imprenditore, che mette il suo nome e cognome su aerei che viaggiano, per tutto il mondo.

 

Morto Lauda…Ciao Niki ultima bandiera a scacchi 

 

Quell’immagine legata ai cappellini, un tempo a logo Parmalat, era anche per coprire i segni del tremendo fuoco che lo stava per uccidere nel 1976. La sua fine, oggi, è avvenuta all’ombra dai riflettori in Svizzera, nello stretto riserbo tra i suoi familiari. “Un modello e un punto di riferimento per tutti noi, un marito amorevole e premuroso, un padre e nonno lontano dal pubblico, e ci mancherà”, scrivono i suoi nell’annunciarne la morte.

Quella morte che lo aveva più che sfiorato, come tanti suoi colleghi degli anni dove il pilota poteva andarsene, molto facilmente, a ogni giro di pista; ma graziato per lasciargli l’opportunità, perseguita e consacrata oggi: essere simbolo eterno del Motorsport quello rischioso e puro, della meccanica e del fuoco in tutti i sensi (dentro e fuori) ma fatto “con la testa” e quindi redditizio.

 

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