NOVITA'/PROVA SU STRADA ALFA ROMEO STELVIO

La scalata al tetto dei SUV

 

Bene, adesso è lì, sotto gli occhi di tutti. Pronto a essere usato e visto sulle strade del mondo (anche se per ora saranno 60 nazioni a vederlo in circolazione). Alfa Romeo Stelvio è il primo SUV della Casa di Arese in 107 anni di storia. Era ora, dirà qualcuno e infatti gli italiani arrivano ben ultimi in un settore che nel corso degli anni ha visto crescere numeri, modelli e competitori. In ogni caso, era ora che ci fosse qualcosa di italiano, di alto livello e competitivo per inserirsi in una nicchia che poi tanto nicchia non è. Al solito c’è chi ne parla bene davanti e dietro le quinte critica a più non posso. Sarà perché mancano pagine pubblicitarie a disposizione, o forse perché da italiani è più facile criticare che apprezzare. E allora, proviamo a volare alto per quello che ci consentono le nostre ali e analizziamo il tutto.

 

La linea, per cominciare. Fa molto Giulia nel frontale, non poteva essere diversamente vista la scelta stilistica dei tre lobi con lo scudetto Alfa al centro. A distanza fai fatica a distinguerle, se non fosse per le dimensioni (maggiori) della Stelvio. Il retro, idem. A distanza sembra una Giulietta, anche qui stilemi che ricordano il marchio. Poi da vicino vedi che è altra roba. Insomma, sembra quasi una Giulia gonfiata che però non dispiace affatto. Se le prime impressioni, specie in fotografia, la danno per simile alla sorellina, Stelvio di fatto è altra roba. Più grande, più spaziosa, più ergonomica. Ma impressione, a vista, di non esserlo. Buono, specie per le percezioni esterne.

 

Al volante cambia la musica. I SUV hanno tutti una brutta tendenza al rollio, se ritardi la curva si infossano e balbettano. Anche se si chiamano Porsche Macan come qualcuno, malignamente, ricordava fosse il top. Forse a casa sua, ma per noi Macan è altra cosa, altro settore dove vedersela con Maserati Levante. Chiusa parentesi. Il contatto con la strada è positivo, nel senso che è facilmente guidabile. Davanti le sospensioni multilink (che chiamano Alfa Link) sono semplicemente perfette e adeguate. Lo sterzo agisce subito, si gira e si parcheggia con facilità e la cosa sorprende molto viste le dimensioni una volta entrati. Infatti ti trovi in alto a guidare, ma hai spazio sul tetto, hai spazio di lato e di dietro, insomma pensi di dover far manovra per uscire dal parcheggio e invece no. Giri et voilà sei fuori dai guai. Fantastico

Più bello ancora quando te ne vai per tornanti e salite e discese. Ecco, qua si scopre il meglio e capisci che se Alfa Romeo è arrivata tardi, ben ultima fra tutti, doveva avere qualcosa di diverso dai rivali. E si può dire che la maneggevolezza, la guidabilità e la tenuta di strada sono il piatto forte. Non si parla di interni sofisticati (anche se il legno o il rivestimento metallico sono molto eleganti) ma di dinamicità del veicolo. In questo c’è davvero molto di buono, non è come le trazioni anteriori delle BMW grosse, che lasciano a desiderare, qui c’è una bella trazione posteriore con inserimento del differenziale anteriore quando serve. Peccato, poi, che non si possa vedere l’albero di trasmissione in carbonio, davvero una prelibatezza tecnica di primo ordine. Andrebbe messo in bell’evidenza in un museo della tecnica invece è relegato sotto al pianale. Vabbè, sappiate che c’è e funziona egregiamente.

 

Pianale del bagagliaio bello piatto, senza gobbe e spaziosissimo. Mica male così come le slitte, utilissime, ferma oggetti. Come dire che la Stelvio ha tutto, dai due motori diesel da 180 e 210 cavalli e i motori benzina che arrivano fino a 280 cavalli. Prezzi a partire da 50.800 euro con una versione speciale First Edition da 57.300 euro dotata di tutto e di più. Colori: il bianco metallizzato o perla è stupendo, così come il rosso corso Alfa. Non male anche il nero, che appiattisce la vettura, specie se abbinato a interni di pelle rossa. Per un interista convinto l’accoppiata rosso e nero è semplicemente improponibile…

 

 

 

 

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