Incidenti stradali: il 55% di chi assiste non testimonia

Pochi sanno che se non si presta soccorso ai feriti si rischia fino ad 1 anno di reclusione

Molti non hanno prestato testimonianza perché, semplicemente, non volevano avere fastidi

 

 

Milano, giugno 2019. Sarà capitato a tutti, almeno una volta, di assistere ad un incidente stradale senza esserne coinvolti; ma come si comportano gli italiani in una situazione simile? E cosa prevede la legge? A queste e altre domande ha cercato di rispondere Facile.it che, commissionando un’indagine* a mUp Research e Norstat, ha scoperto che più di un italiano su due (55,7%), pari a oltre 24 milioni di persone, dopo aver assistito ad un sinistro non ha collaborato con l’autorità o con le persone coinvolte nell’accaduto prestando la propria testimonianza dei fatti.

 

Le ragioni del no…

 

Ma quali sono le ragioni che hanno portato così tante persone a prendere questa decisione? Secondo l’analisi, realizzata su un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta, il lo ha fatto perché riteneva , mentre più di 1 su cinque perché, semplicemente, . Sono molti, inoltre, coloro che hanno fatto questa scelta perché c’erano già (13,1%) o perché erano già intervenute le (6%).

 

Fa riflettere, invece, il dato dei rispondenti che hanno deliberatamente scelto di non prestare testimonianza perché ritenevano di (10,7%), (5,5%) o (3,2%).

 

…e quelle del sì

 

Tra coloro che hanno rilasciato la propria testimonianza, la ragione principale dichiarata in fase di indagine è stato proprio il (36,3%); da evidenziare anche come circa il 7% lo abbia fatto perché gli sia stato e, ancora, come appena l’1% dei rispondenti dichiari di aver lasciato i propri dati perché, semplicemente, questo è , anche se a ben vedere non sempre l’obbligo esiste.

Conforta un altro dato; il senso civico, quando presente, risulta comunque ben radicato e, fra chi ha lasciato in passato i propri dati per testimoniare in merito ad un sinistro, ben il 95,1% lo rifarebbe ancora.

 

 

 

Cosa prevede la legge

 

Dal punto di vista normativo l’obbligo a testimoniare esiste solo in seguito ad una ; se un soggetto viene chiamato a presentare la propria ricostruzione dei fatti non può tirarsi indietro. Questo, naturalmente, presuppone che il testimone abbia lasciato i propri contatti o sia stato in qualche modo identificato; in caso contrario, la testimonianza resta a discrezione del cittadino. 

 

Argomento diverso è l’omissione di soccorso, disciplinata dall’articolo 593 del Codice penale. La norma, nel caso in cui un soggetto assista ad un incidente stradale grave, sancisce l’obbligo di fermarsi e soccorrere un individuo “…che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo.” La pena per chi trasgredisce prevede fino a un anno di reclusione o una multa fino a duemilacinquecento euro.

 

In caso di incidente di lieve entità, in cui non sussistono le condizioni di gravità previste dal Codice penale, il testimone non è legalmente obbligato a fermarsi… dipenderà solo dal suo senso civico.

 

Maggiore solidarietà se ci sono i feriti e con gli utenti deboli della strada

 

L’indagine ha evidenziato come la disponibilità a farsi coinvolgere vari notevolmente a seconda del tipo di sinistro di cui si è stati spettatori involontari.

 

Quando si tratta di incidenti con soli danni ai veicoli, il 63,7% dei testimoni ha dichiarato di essersi allontanato senza lasciare i dati di contatto, mentre in caso di incidente con feriti la percentuale di chi ha collaborato con le autorità o con chi era coinvolto nel sinistro aumenta notevolmente e solo il 39,9% se ne va senza lasciare i dati necessari per poter poi essere rintracciato.

 

La predisposizione a prestarsi come testimoni rimane alta quando il sinistro coinvolge gli utenti deboli della strada; se ci sono pedoni, siano essi feriti in modo grave o meno, il 67,4% dei rispondenti all’indagine ha dichiarato di essersi fermato per dare la propria disponibilità a testimoniare, mentre se si tratta di incidenti con coinvolgimento di veicoli a due ruote (moto, scooter o biciclette), la percentuale di coloro che si sono offerti di collaborare con le forze dell’ordine per chiarire la dinamica del sinistro supera il 50%.

 

Identikit di chi testimonia meno spesso

 

Secondo quanto emerso dall’indagine, dopo aver assistito ad un incidente, le donne meno spesso hanno testimoniato; tra loro il 58% se ne è andato senza dare i propri dati contro il 53,3% del campione maschile.

 

Dal punto di vista anagrafico, invece, sono risultati i rispondenti con età compresa fra i 60 ed i 74 anni quelli che meno spesso hanno collaborato con forze dell’ordine o incidentati; in questo sotto campione hanno lasciato i propri riferimenti appena il 39,2% dei rispondenti. Di contro sono gli intervistati con età compresa fra i 25 e i 34 anni quelli che, percentualmente, hanno prestato maggiormente la propria disponibilità a testimoniare (52,8%)

.

Dividendo il campione per aree geografiche, i residenti al Nord Est con solo il 40,4% dei rispondenti che ha detto di aver dato disponibilità a testimoniare in merito all’incidente cui avevano assistito, sono risultati quelli che meno spesso sono stati coinvolti nelle fasi successive al sinistro. Nel Nord Ovest, invece, risiedono quelli che, proporzionalmente, si sono più spesso trovati a testimoniare l’accaduto (46%).

 

Qualcuno si ritira e qualcuno non viene mai contattato

 

Da notare come, sebbene abbiano lasciato i propri dati a chi di dovere, il 62,5% dei testimoni disponibili a raccontare l’accaduto o non siano poi mai stati contattati dalle autorità da chi era coinvolto nell’incidente e come, anche, nonostante avesse in un primo tempo dato i propri riferimenti per testimoniare, una volta arrivato il momento di farlo,  il 19,4% dei rispondenti abbia cambiato idea e si sia ritirato.

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