INCIDENTE MESTRE Il vero colpevole è ancora sul posto ecco chi è

ENRICO DE VITA PER AUTOMOTO.IT

Non un malore, non una distrazione: il colpevole dell’incidente di Mestre è ancora lì, a lato della strada, una protezione del tutto insufficiente per un viadotto che sovrasta di oltre 10 metri una ferrovia. Ce ne parla il nostro ingegner Enrico De Vita

Con le indagini della magistratura in corso, è ancora presto per attribuire un’unica causa al disastroso incidente di ieri 3 ottobre a Mestre, ma una cosa è certa: il guard rail vecchio, basso e insufficiente (e probabilmente anche interrotto) è l’indiziato numero uno. Abbiamo chiesto all’ing. Enrico De  Vita, esperto di sicurezza stradale, il suo parere e in quali condizioni versa la nostra rete stradale

Ing. De Vita, cosa può aver provocato l’incidente?

A mio giudizio, non un malore del conducente. Ho visto e purtroppo anche assistito di persona a incidenti di guidatori infartuati e in queste situazioni il veicolo prosegue diritto, mentre in questo caso si nota dai filmati che c’è un netto spostamento verso destra. Forse un altro pullman a sinistra ha stretto il veicolo, sta di fatto che l’autobus si è appoggiato più volte al guard rail fino ad incontrare una interruzione che ha determinato lo sfondamento facendo letteralmente da trampolino e portando poi il veicolo a sfondare la “protezione” – che non era certo una protezione per i veicoli, semmai solo per i pedoni.

Per un simile tipo di strada la protezione è adeguata?

Il veicolo dell’incidente arriva a pesare 18 tonnellate a pieno carico, un TIR anche 40 tonnellate. Immaginate se una lama a onda alta 50-60 cm e un parapetto possano fermare una simile massa. Ma nemmeno un’auto lanciata a media velocità verrebbe fermata, se urtasse la barriere con un angolo abbastanza ampio. Resistenza pari a zero. Il problema poi è l’altezza da terra di quel punto: tra i 10 e i 15 metri, una vera bomba che cade, non si può omologare una strada senza aver prima imposto una protezione totale dei veicoli che circolano al di sopra e anche al di sotto.

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