F1 Ferrari SF1000 La presentazione che scalda il cuore ai tifosi e promette un anno di successi

testo e foto GIUSEPPE MAGNI

 

 

È giusto esserci. Non poteva essere altrimenti. Perfino il clima, in questa giornata di febbraio, è favorevole. Fa bello caldo, sembra primavera. Già in viaggio, nel pomeriggio, il termometro segnava +20. Sarà che qualcuno lassù già si sia scaldato, che l’abbia già vista e se ne sia perdutamente innamorato. O magari i tanti tifosi già convenuti in piazza del 7 luglio 1960 hanno già talmente riscaldato l’atmosfera da tirare su la temperatura in tutta la pianura Padana. In ogni caso, si sta bene. Saremmo stati bene comunque. Oggi è il gran giorno…

Un caffè veloce e via. Ci si tuffa in Piazza. C’è elettricità, attesa, emozione… Il grande scudo della Scuderia Ferrari Club Caprino Bergamasco steso al di fuori del Teatro Ariosto, tra poco arrivano i nostri! Si attende, attaccati alle transenne, tanti occhi lucidi, migliaia di telefonini pronti, già in posizione, per non perdersi l’attimo, per fissare l’emozione. Lo Scudo Ferrari si alza sopra la folla, ed eccoli! Sono loro, che passano sotto il bandierone, tenuto in alto da centinaia di mani, Mattia Binotto, Marc Gené, Charles Leclerc, Sebastian Vettel sfilano lentamente, circondati dai body guard, firmando selfie e autografi, ai loro tifosi adoranti, increduli, emozionati, urlanti e felici. Una ventina di minuti nel Teatro, poi tornano sui loro passi, eleganti nella divisa ufficiale, osannati di nuovo da noi lì per loro, che si concedono, docili e gentili, a tutti quei cuori che porteranno scolpita questa sera, da raccontare per cent’anni, agli amici del bar, ai nipotini, davanti al focolare… “FORZA FERRARI!” “VAI CHARLES!” “SEB VINCI PER NOI!” No, non siamo allo stadio. Siamo in Piazza a Reggio Emilia, dove tra poco nascerà la nuova Ferrari che parteciperà quest’anno al campionato del mondo della F.1. Ci siamo tutti, ormai, proprio tutti. C’è Giuseppe, c’e Maria e c’è Mattia,  ci sono i pastori e pure i Magi, il bue e l’asinello già in posizione, le pecorelle e il Cavallino…  Il Teatro Valli è meraviglioso, con le sue fontane e le sue luci rosse, con le Ferrari davanti a far da sentinelle…

Ci trasferiamo in Piazza Camillo Prampolini, con tutti i pastori trepidanti nell’attesa della natività. Lì c’è un maxi schermo, come si conviene, in un Natale moderno. La Piazza è già gremita. L’Emozione sale sempre più. Partono le immagini dall’interno del teatro. Tutti gli occhi incollati allo schermo. Ne incrocio alcuni, visibilmente umidi, di qualche tifoso attempato, con vecchi cappellini, ma splendidi, giovani cuori, che non han voluto mancare, nemmeno stasera, loro, che sicuramente potrebbero raccontarci del Drake e di Regazzoni, di Lauda e di Gilles… Ma non c’è tempo per i ricordi: tra poco la vedremo! Stupende le parole del Presidente Camilleri, meraviglioso l’omaggio agli “anziani” della Gestione Sportiva. Gente che ha dato tutta la vita, tutta la passione, tutta la forza che aveva alla Ferrari, per amore di quel Cavallino che ancora oggi è Rampante grazie soprattutto a loro…

Lo spettacolo è vibrante, caldo… C’è tanta musica, tanto cuore… In piazza i telefonini impazziscono e gli applausi scrosciano, sinceri… Poi, finalmente, eccola! È Lei! La Ferrari SF1000…. Grintosa, aggressiva, magra tirata come certi felini feroci e tanto, tanto affamati. Affamati, sì, di vittorie. Ce ne saranno, sì, ce ne saranno tante, quest’anno. Lo si legge negli occhi della gente. La SF1000 ha già conquistato la piazza. I vecchi tifosi sono contenti, i giovani sorridenti e soddisfatti. La Ferrari ha fatto centro! La piazza è già calda… “Questa qui andrà bene non solo a Monza!” “Quest’anno ne vinceremo tante!” “Se va veloce quanto è bella, siamo a Cavallo!” Il Cavallino è già vincente. C’è tanta fiducia. Come merita la bellezza infinita di Lei, la SF1000. Come meritano tutti quelli che hanno lavorato per regalarcela. “Ci vediamo a Monza!” “No, io verrò anche a Monaco!” Ci si danno gli appuntamenti, trepidanti ed emozionati. Era giusto esserci questa sera. Lei, la nuova Ferrari, ha ripagato tutti. Le sue forme, le sue curve, la sua spigolosa forza, ci dicono già, distintamente e nettamente, che mai e poi mai ci tradirà. Grazie Reggio! O forse era Betlemme?

Condividi su: