F.1 Ricordando Elio De Angelis, il poeta del volante nel giorno del compleanno

TESTO E FOTO DI GIUSEPPE MAGNI

Oggi è il compleanno di Elio De Angelis, indimenticato e indimenticabile poeta del volante. Suonava il pianoforte, sfiorandone i tasti bianchi e neri con la stessa grazia e gli stessi virtuosismi con cui conduceva la sua Shadow DN9 al debutto in F.1 in Argentina 1979, curiosamente bianca e nera anche lei, senza alcuno sponsor. Elio sembrava il fratello povero di Jan Lammers, sulla stessa Shadow DN9, ma quella dell’olandese era coloratissima con l’effige del leone fiammeggiante, una delle più sfavillanti livree F.1 di sempre. Ma forse era solo l’espressione del suo carattere, sempre schivo, poco appariscente, un romano atipico, per nulla caciarone.

SCHIVO POCO APPARISCENTE, MOLTA SOSTANZA DI UOMO

L’impressione che fosse un tipo dimesso sparì subito, dato che Elio bastonò dal minuto uno Jan sia in prova che in gara, dove giunse brillante settimo. C’era un notevolissimo divario tra l’atteggiamento gentile, nobile dell’uomo e quello spietato, irriducibile e combattivo del pilota, che gli permise di vincere un Europeo Kart, il campionato italiano F.3, e una sonante vittoria in un Montecarlo F.3, che allora garantiva, da sola, sicuro passaggio in F.1.
E lui continuava a suonare il pianoforte, a leggere libri, a concedersi poco ad interviste e mondanità. Ciò non gli impedì di conquistare il cuore di Ute, una delle più belle ragazze mai viste al fianco di un pilota F.1.


Lo incontrammo, Elio De Angelis, durante un test a Monza con la Lotus. Eravamo emozionatissimi, perché eravamo tutti quanti suoi tifosi. Avevamo già collezionato numerose riproduzioni delle sue monoposto, il suo modo di stare in pista ci piaceva, era deciso ma mai scorretto, grintoso, ma mai arrogante. Il suo passaggio alla Lotus ci aveva esaltato, già dai tempi della Essex, con la quale fece subito vedere di che pasta era fatto.
Ce lo ritrovammo di fronte, polo blu chiaro a righe bianche. Non seppimo controllarci, praticamente lo assalimmo. Ricordo di avergli mollato una bella pacca sulla schiena, lui si girò di scatto, evidentemente la cosa gli diede fastidio, però non mi disse nulla, anzi, subito sorrise di fronte alle nostre richieste di foto e autografi. Sembrava stupito, meravigliato di tanto entusiasmo, nonostante fosse già un campione affermato, da anni fiero alfiere italiano nel gotha della F.1.

ANDO’ VIA DOPO AVER FIRMATO AUTOGRAFI A TUTTI

Non se ne andò senza prima essersi accertato che avesse accontentato tutti. Ci conquistò definitivamente. Fino a lì fummo suoi sostenitori, da quel giorno gli volemmo bene, ma bene veramente. Era impossibile non volere bene a Elio De Angelis. Ancora oggi, nel giorno del suo compleanno, lo rivedo suonare il piano, con quel suo maglioncino giallo e i tratti gentili, che sembrano contrastare con le brillanti, ritmiche melodie che pennella deciso sul pianoforte, quasi come fossero curve veloci, che affrontava con la stessa virtù brillante, che gli veniva dal cuore e che ci faceva commuovere. Piansi, piansi davvero, sul treno, al ritorno da Imola, pochi mesi dopo, quando ci giunse notizia che Elio aveva vinto il Gran Premio di San Marino 1985, a seguito della squalifica di Prost. Fu festa grande, come e più che se avesse vinto la Ferrari.

A UN PASSO DALLA FERRARI, VINSE CON LA LOTUS DI CHAPMAN

Ferrari che fece finta di prenderlo, ma poi lo illuse. Ma questo non ci impedì di innamorarci di lui, perché, in fondo, sembrava proprio un ragazzo come noi, uno tranquillo, che però aveva avuto l’abilità e il coraggio giusti per conquistarsi la fiducia di Colin Chapman, il Ferrari d’Inghilterra.
Avrebbe meritato di vincere di più, molto di più. Deve averlo pensato anche Qualcuno molto in alto, che ce lo portó via improvvisamente durante una innocente sessione di test al Paul Ricard, con la Brabham BT55, la celeberrima sogliola di The Genius Gordon Murray. Rimanemmo orfani, senza parole e senza nemmeno voglia di piangere. Perché sappiamo che quel Qualcuno lassù, che ce lo porto via, adesso lo sta facendo vincere mondiali su mondiali, sconfiggendo Tazio, sconfiggendo Gilles, sconfiggendo Ayrton. Perché sì, Elio é uno capace di rubarti il cuore. Anche a quel Qualcuno lassù, che lo vede continuamente tagliare il traguardo a braccio alzato, come quella famosa domenica di ferragosto millenoventoottantadue…

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