F1 DIDIER PIRONI, il compleanno del campione sbagliato

DI PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT

Ci sono date che si intersecano in maniera incredibile e destini che si incrociano in un finale tragico che sembra scritto dalla mente perfida di chi gode nel vedere la sofferenza. La storia di Didier Pironi e quella di Elio De Angelis sembrano quasi parallele nei numeri e nel destino finale. Entrambi nati il 26 marzo (come anche Lella Lombardi, unica donna a marcare punti in F.1 e deceduta anch’essa seppure per malattia), il 1958 per il pilota romano, il 1952 per il francese. E il destino si è chiuso con una morte in corsa. Durante le prove libere di F.1 per De Angelis e in una gara off shore per Pironi. Stesso giorno di nascita, il 26 marzo, pochi giorni dopo un altro grande campione unito nel destino tragico, Ayrton Senna. Pochi giorni di distanza, pochi anni di differenza, stessa sorte drammatica. Didier Pironi rappresenta il campione sbagliato, quello che ha lasciato una ferita aperta nei tifosi, quello che non rispetta le regole, quello che tradisce.

UNA VITA SEGNATA DALLO SGARBO DI IMOLA

E la sua fine, segnata cinque anni prima da un gravissimo incidente con la Ferrari durante le prove in Germania, sembra la degna conclusione di una vita al limite, vissuta con sfrontatezza e arroganza. Quella arroganza di chi sa di essere veloce, campione e vuole vincere. I tifosi lo ricordano per quel maledetto GP di Imola nel 1982. La rottura dei rapporti umani e professionali con Gilles Villeneuve, la mancanza di parola con uno che della lealtà ne aveva fatto la cifra vincente. Facciamo un passo indietro. Siamo nel 1979 e Gilles Villeneuve potrebbe ancora vincere il mondiale con la Ferrari, ma in classifica, a Monza, se vince Jody Scheckter, il titolo va a Maranello. Jody e Gilles sono amici, si rispettano e la Ferrari vuole chiudere il mondiale sulla pista di casa. Gilles dà la sua parola che non avrebbe attaccato Jody. E così sarà. Gli resta attaccato in scia a proteggerlo, non lo supera e consegna alla Ferrari una doppietta storica e un trionfo un anno dopo la tragedia del 1978, con la morte di Petterson.

A fine 1980 Didier Pironi viene assunto dalla Ferrari, anzi proprio Enzo Ferrari dirà che da marzo 1980 lo aveva adocchiato, proprio quando Scheckter era finito nella curva del declino del campione, appagato per il titolo del 1979. Pironi ha vinto un GP con la fortissima Ligier, ha un contratto firmato per l’anno seguente, ma non resiste alle sirene di Maranello: “Abbiamo assunto per la stagione 1981 il pilota italo francese Didier Pironi” disse con un comunicato scarno Enzo Ferrari. Calcando la mano su quell’ “italo” che stava a indicare le origini tricolori di Didier. La mamma, infatti, era friulana di Villesse provincia di Gorizia.

PRIMO INDIZIO, CONTRATTO LIGIER NON RISPETTATO

Chi fosse stato attento avrebbe capito la cifra di Pironi: aveva un contratto, ma non ha mantenuto la parola e ha scelto l’opzione migliore per lui. Un segnale che dopo sarà importante, ma in quel momento faceva parte del rituale di tanti piloti. La stagione 1981 in Ferrari è all’ombra di Gilles, che vince due gare incredibili, fa sognare e dà spettacolo. Le famiglie si frequentano, sono amici anche fuori dalle piste. Gilles dà a Didier la stessa fiducia data a Jody ed entrambi lavorano per migliorare la Ferrari. Si arriva al 1982, Imola. Gara nefasta per le lotte fra i team, patti della Concordia da firmare, litigi fra la FIA presieduta da Balestre e la FOCA di Bernie Ecclestone. In pista Ferrari e Renault, con uno schieramento a ranghi ridotti, decidono di dare spettacolo per un po’ di giri.

SECONDO INDIZIO, A IMOLA NON RISPETTA VILLENEUVE

Poi quello che tutti sanno: Villeneuve comanda, Pironi lo supera. Gilles ripassa e senza mantenere gli accordi, Pironi va a vincere la gara. La faccia di Gilles sul podio è un programma di morte. Enzo Ferrari guarda, cinicamente decide che doveva vincere una Ferrari e una Ferrari ha vinto. Non importa il pilota. E’ lo stile della Casa. Gilles capisce di essere stato tradito sportivamente e umanamente da uno col quale aveva fiducia. Si sente fuori dal team, e infatti dice a muso duro a Enzo Ferrari: “E adesso cercatevi un altro pilota” mentre nel frattempo, forse per rimediare, forse perché era una idea in ballo da tempo, Gilles Villeneuve sta creando un suo team coi soldi della Coca Cola, i motori Ferrari turbo e Ducarouge alla progettazione. Forse Pironi lo sa e per questo non ha esitato a tradire Gilles. Sapeva che nel 1983 la strada a Maranello sarebbe stata sgombra e quindi si sentiva in dovere di fare quello che ha fatto. Non lo sapremo mai. In Belgio Gilles muore durante le qualifiche.

DA MONACO ALLA GERMANIA FRA VITTORIE MANCATE E DRAMMI

La Ferrari ritira la squadra per lutto e a Montecarlo si presenta col solo Pironi che a pochi giri dalla fine sta per vincere la gara dopo che Prost è andato in testa coda, De Cesaris si è fermato e Patrese si è girato a sua volta. Ma da lassù qualcosa dice no e Pironi si ferma e la gara la vince Patrese che non sa di aver vinto fino alla premiazione ufficiale. In Canada il dramma legato a Pironi si conclude con una macchina ferma in prima fila e Riccardo Paletti che centra la Ferrari di Pironi, si incendia e muore poco dopo. Il dramma nella vita di Pironi non ha ancora completato il suo quadro. In Francia Didier vince la sua ultima gara. Si arriva in Germania. Piove forte, con la Ferrari sta seguendo la Williams di Daly che in pieno rettilineo si sposta. Pironi crede che lo abbia fatto per dargli strada, invece davanti c’è Prost che va piano, l’urto tremendo, il volo e il disastro.

FINISCE LA CARRIERA DI PILOTA F1 COMINCIA LA RIABILITAZIONE

Macchina frantumata nell’anteriore, gambe distrutte, ma il pilota è vivo. Piquet si ferma a soccorrerlo, si avvicina, vede l’osso spuntare da una gamba, lo tocca, sente molliccio e con Didier che urlava temendo il fuoco, Piquet vomita poco lontano non resistendo allo spettacolo. Cala il sipario su Didier Pironi pilota di F.1. Continua la sua lotta per recuperare. Lo fa dopo anni di sofferenze ed interventi chirurgici. La moglie lo lascia per Alain Delon, lui fa una nuova vita con Cathrine Goux. Si arriva al 1987, la passione per le corse si è trasferita sui motoscafi d’altura. Siamo ad agosto, gara del mondiale nei pressi dell’isola di Wright.

Didier ha nel frattempo lasciato la moglie incinta di quattro mesi per l’attrice francese Veronique Jannot quando affronta, con la solita spavalderia e arroganza agonistica una onda anomala a 170 orari. La barca si impenna ricade e Didier muore sul colpo per rottura dell’osso del collo. Il suo destino si chiude con quell’alone di morte che lo ha accompagnato nell’ultimo anno di F.1. Cinque mesi dopo, il 6 gennaio, la moglie Cathrine darà alla luce due gemelli: li chiamerà Gilles e Didier, per ricreare un rapporto di amicizia che in quel 1981 aveva creato la coppia più forte del mondiale. Gilles ha corso in auto, in Coppa Clio, in F.Renault e col Fun Cup. Didier si è occupato d’altro. Il 26 marzo Pironi avrebbe compiuto 68 anni. Magari sarebbe stato insieme ad Elio De Angelis a spegnere le candeline in una grossa festa con Ayrton Senna e Gilles Villeneuve, riappacificatosi, al suo fianco. Ci piace immaginare che lassù, da qualche parte, si siano ritrovati e chiariti per sempre in un unico grande abbraccio.

Condividi su: