F.1 GP MONACO Saltando qua e là fra la storia e i cordoli del Principato

TESTO E FOTO DI GIUSEPPE MAGNI

È il giorno della settantottesima edizione del Gran Premio di Monaco a Montecarlo. Ripensando alle drammatiche  vicissitudini che tutti abbiamo vissuto, e stiamo ancora vivendo, in tante parti del mondo, è una sorta di evento eccezionale, una voglia insita nell’uomo di rinascere, di continuare a vivere, di provare a uscire dalle difficoltà, anche le più grandi, come quella della pandemia mondiale. Sembrava impossibile, fino a pochissimo tempo fa, di poterci ritrovare qui, a vivere uno dei momenti che hanno scandito l’esistenza di tantissime persone, per tanti anni.

NON E’ SOLO UNA CORSA DI AUTOMOBILI

Il Gran Premio di Monaco a Montecarlo non è, infatti, da considerarsi una banale corsa in automobile. Il Gran Premio di Monaco a Montecarlo, oltre ad essere la corsa più famosa al mondo, rappresenta da oltre novant’anni, la voglia dell’uomo di sfida. È la sfida che ha sempre attratto l’umanità verso le imprese più impossibili, più impensabili, qualche volta più assurde, ma non per questo meno appaganti e meravigliose. Fu così che abbiamo imparato persino a volare, siamo andati sulla Luna e ora, stiamo cercando di uscire da uno dei più difficili periodi della storia.

Non è un caso che, proprio qui, si sia ritornati ad avere pubblico sulle tribune. Non è un caso che, proprio qui, si sia voluto riprendere un cammino di sfida alle avversità, di voglia di tornare a vivere, nonostante sembrasse, ad un certo punto, quasi impossibile. Ed eccoci qui, al Gran Premio di Monaco a Montecarlo. Senza dimenticare una preghiera a Santa Devota, per chi non c’è più. E per tutti noi, che vogliamo continuare a sperare, che vogliamo continuare a vivere. Piloti compresi. Che sono tornati su questa pista con la stessa, identica voglia di sfida dei loro predecessori, con la stessa voglia di superarsi, di superare ogni difficoltà che questo difficilissimo tracciato impone, così come le impone la vita a tutti noi, con la stessa voglia di vincere. Per vincere a Montecarlo bisogna essere bravi, molto bravi.

SANTA DEVOTA PATRONA DEI PILOTI

Forse bisogna essere molto di più di un pilota normale. Una volta Ayrton Senna raccontò di una specie di trance in cui cadde durante uno dei suoi superlativi giri qui a Monaco. Raccontò di essersi estraniato completamente dalla realtà, di essersi ritrovato in una specie di mondo parallelo, che gli consentiva di non udire più nulla, ma di condurre la sua macchina di qui e di là dello strettissimo nastro di asfalto, sfiorando e toccando le barriere, passando attraverso, quasi, ma senza danno alcuno, veloce, sempre più veloce, sempre più estraneo alla realtà, elevato alto a chissà quali mondi, a chissà quali sensazioni. Che magari sono le stesse che prova in questi giorni. Perché c’è da scommettere che lui sia qui.

Eccome se è qui! Questo è il suo regno, non esiste un Gran Premio di Montecarlo senza il suo re in pista. A volte, par di vederlo. Eccolo lì, è ancora lui! Che sfiora la barriera della Piscina, par che sorrida sotto il casco. E scoppia la commozione. Perché anche chi è qui per applaudire questi grandi campioni, vuole anche lui tornare a vivere, tornare, con loro, anche a sognare…

Eppure anche Ayrton Senna, una volta, toccò pesantemente le barriere. La vita, le avversità, non risparmiano nessuno. Neppure lui. Neppure Schumacher, neppure Alonso e neppure Verstappen. Tutti hanno avuto il loro ruvido contatto con le difficoltà di Monaco. Ieri è toccato a Charles Leclerc. Uno che ha anche lui voglia di sfida, uno che ha irrefrenabile voglia di vincere. Forza Charles. Il fatto che siamo tutti qui è sintomo che vogliamo provare, con te, a sfidare le difficoltà. Vogliamo provare, con te, dopo aver sbattuto contro una barriera dura, molto dura, a vincere. Vogliamo provare, con te, a tornare a sognare.

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