F.1 GP ITALIA Leclerc bravo ma qualche rischio di troppo

TESTO E FOTO DI GIUSEPPE MAGNI

Alla fine tutto è bene quel che finisce bene. Ma quel tentativo di sorpasso a ruote bloccate di Charles Leclerc su Carlos Sainz all’ultimo giro in prima variante ha tenuto tutti con il fiato sospeso. Poteva succedere davvero il patatrac e, sinceramente, a Monza non sarebbe stato bello non avere almeno una Ferrari sul podio. Sono tornate alla mente le celeberrime schermaglie tra Didier Pironi e Gilles Villeneuve a Imola, anche quelle scaturite dopo un cartello “slow” che non avrebbe dovuto dare adito a nessuno dei due di prendersi iniziative.

Oggi non c’è stato nessun cartello, ma l’ordine di non prendere rischi inutili è arrivato via radio ai due alfieri della Ferrari. Neanche il tempo di tirare il fiato che, in prima variante, Charles Leclerc ci prova forte, staccando al limite e anche un po’ oltre, bloccando le ruote anteriori e rischiando in maniera davvero seria di toccare il suo compagno di squadra, vanificando il buon lavoro di tutto il week end. Siamo tutti d’accordo che un pilota, un racer di razza come Charles Leclerc è bellissimo e apprezzabile che ci provi sempre e comunque, a superare qualsiasi avversario e ad arrivare il più avanti possibile. Qui ci si stava giocando il podio di Monza ed il tentativo può anche essere comprensibile.

Ma all’ultimo giro, dopo che ci hai provato con decisione già 3 o 4 di volte e, soprattutto, dopo che la squadra ha comunicato chiaramente di non prendere rischi, questo tentativo così, alla disperata, non ci sta. Non è stato corretto, né nei confronti della squadra, né nei confronti del suo compagno di squadra che, oggi, e anche ieri, gli è rimasto sempre davanti. Intendiamoci, provare di avere carattere e personalità è sempre un segnale positivo, ma ormai, dopo una discreta esperienza in Formula 1, Charles Leclerc dovrebbe aver imparato quando è il caso di far la voce grossa con la squadra o, addirittura, quando è il caso di disobbedire agli ordini e quando, come oggi, non è proprio il caso.

Certo, il podio di Monza, per un pilota ferrarista è il massimo della vita, la meta agognatada anni, arrivarci avrebbe corroborato e rafforzato la sua superiorità su Carlos Sainz nell’ambito delle gerarchie della Scuderia Ferrari. Ma si era all’ultimo giro e non era più lecito rischiare a quel livello. Sicuramente ne avranno parlato o ne staranno parlando all’interno della squadra, meglio chiarire subito e dissipare ogni dubbio per la prossima occasione. In un anno di magra come questo, rischiare così brutalmente di buttare via un podio di fronte alla folla in rosso sarebbe stato davvero un peccato.

Bello e apprezzabile che i piloti tirino sempre fuori gli attributi, ma bisogna valutare meglio quando serve davvero farlo, anche contro gli ordini della squadra stessa. Contro gli ordini, specie quelli controversi, si potrebbe anche andare, anzi si devono sempre discutere, quando non convincono, ma contro gli interessi della squadra no, non si va. Un campione del livello di Charles, del suo enorme potenziale, destinato nei prossimi anni a vincere tanto, dovrebbe iniziare a discernere bene le decisioni che prende, soprattutto quelle al volante. Alla fine è stato bello vederlo sul muretto dei box salutare la folla osannante che lo ha letteralmente riempito d’affetto.

Sì, perché a Charles Leclerc vogliamo tutti un gran bene e vorremmo che crescesse, crescesse sempre di più insieme alla Scuderia Ferrari e alla Macchina Rossa, fino ad arrivare ad impensierire davvero quelle astronavi che oggi hanno dominato il Gran Premio d’Italia. Cominciamo da questo podio e dalla consistenza della gara delle due Rosse, dietro chiaramente solo alle spaziali Red Bull. Cominciamo a dare continuità ai risultati, ne hanno bisogno tutti, la Formula 1, la Scuderia, e, soprattutto, i tifosi, i tifosi di Monza, anche oggi spettacolari nel sostegno e nella passione, nonostante i tanti, i troppi bocconi amari ingoiati fin qui. No, non era davvero il caso di fargliene loro ingoiare un altro, l’ennesimo, per una staccata disperata andata male, all’ultimo giro del Gran Premio d’Italia.

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