F.1 GP BELGIO Verstappen vittoria che esalta Ferrari delude le attese

DI PAOLO CICCARONE FOTO GIUSEPPE MAGNI

SPA – Fosse stato un pilota della Ferrari, capace di vincere la gara partendo dalla 15 posizione (diventata poi 14 domenica mattina per l’ennesima penalizzazione che ha colpito 8 piloti), Max Verstappen sarebbe un eroe nazionale. Ma l’olandese corre per la Red Bull e la vittoria strepitosa nel GP del Belgio troverà pochi estimatori. Un peccato perché la sua impresa è di quelle che restano negli annali visto che ha impiegato appena 12 giri per rimontare e portarsi al comando restandoci fino alla fine.

Il botto iniziale fra Hamilton e Alonso

Una prestazione incredibile, merito senza dubbio di una Red Bull che nella pausa estiva ha saputo migliorarsi (al contrario della Ferrari), ma i sorpassi, la scelta strategica di partire con le gomme morbide, al pari di Sainz, che scattava dalla pole ma ha concluso terzo, e Leclerc che era al fianco di Verstappen là in fondo alla griglia, più vicina al centro di Spa che alla linea di partenza, è stata gestita al meglio: “Sapevo di poter fare una bella gara, ma sinceramente non ho mai guidato una macchina così buona. Ho sempre pensato di andare il più forte possibile, gestire le gomme al meglio, ma non credevo di fare una gara del genere”.

In effetti, il compagno di squadra, Perez, pur partendo male e farsi infilare alla prima curva pure da Hamilton oltre che da Sainz, ha mostrato la differenza di ritmo a parità di macchina. Basti dire che Verstappen ha pure segnato il giro più veloce della gara al 32.passaggio quando, a parità di gomme, ha inflitto 2,63 secondi alla Ferrari di Sainz: 1’49’354 il tempo di Verstappen contro 1’51’977 di Sainz.

Un distacco che su una pista moderna è abissale, segno che forse il merito non è solo della Red Bull e Verstappen, ma forse a sbagliare qualcosa è stata la Ferrari. L’ala per le piste veloci non ha funzionato, le gomme si sono consumate prima e il ritmo era imbarazzante, tanto che pure Russell, con la Mercedes, a un certo punto girava più forte delle due Ferrari: al 31.giro, infatti, Sainz 1’52”158, Leclerc 1’51”670, Russell 1’50”793.

La gara sta tutta in questi numeri e se l’inglese della Mercedes è arrivato 4 a un paio di secondi da Sainz è più merito del degrado delle sue gomme che un merito dello spagnolo nello stargli davanti, anche se poi Carlos ha detto di aver controllato la situazione. Quindi una Ferrari che esce battuta senza appello con delle risposte da cercare a una gara sbagliata. Una vera e propria Waterloo per Maranello, anche se la località costata cara a Napoleone dista 170 km da Spa e probabilmente il raggiungerla per studiare una strategia vincente, fra cambi gomme azzardati (penultimo giro con Leclerc, alla caccia del giro veloce e costata invece 5 secondi per eccesso velocità nei box e perdita posizione), discussioni fra muretto box e pilota:Che gomme vuoi? Che facciamo?” “Boh, tanto è uguale” “ah beh allora stai fuori 5 giri” “ok” hanno fiondato il gruppo di lavoro in una commedia di Kafka dove il paradosso regna sovrano e non se ne viene a capo.

Guardando la classifica iridata, con Verstappen che ha 284 punti, 98 in più di Leclerc, di questo passo il mondiale può essere assegnato a 4 gare dalla fine quando ne mancano 8 al termine del campionato. E fra sette giorni si va in Olanda, dove Red Bull e Verstappen hanno dominato in passato. Una brutta piega di campionato per una Ferrari che ha fatto sognare a inizio stagione e ora ha trasformato quel bel sogno in un incubo da cui non se ne viene fuori…

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