F.1 ESCLUSIVO: TOTO WOLFF Tifo Ferrari, amo l’Italia ma sono uomo Mercedes

DI PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT

IL MANAGER AUSTRIACO E’ IL NEMICO DEI TIFOSI FERRARI CHE PERO’ LO VORREBBERO A MARANELLO A GESTIRE LA ROSSA. UN PASSATO DA PILOTA CON UN TEAM DI BERGAMO, TOTO WOLFF PARLA DEL FUTURO, DELLA F1 CHE VERRA’ E DI KIMI ANTONELLI, UN PILOTA CHE VEDE CAMPIONE DEL MONDO

 

Austriaco ma con un cuore italiano. Lavora coi tedeschi e opera dall’Inghilterra. Ex pilota Porsche GT e manager esperto di economia: Toto Wolff rappresenta il prototipo del vincente del nuovo secolo, quello che al comando di una squadra, la Mercedes F.1, vince 7 titoli mondiali consecutivi, batte il record della Ferrari e per questo diventa, di fronte ai nostri occhi, il nemico numero 1 della rossa e degli italiani. Poi scopri che Toto oltre a inglese, tedesco e italiano parla anche bergamasco, per aver corso con il team di Orlando Redolfi, ama l’espresso ristretto e la grappa delle nostre montagne, fa le vacanze in Italia e da giovane amava la Ferrari e l’esempio di Enzo Ferrari. Un mix incredibile che porta a una semplice definizione: è il nostro nemico amatissimo e lo conferma lui stesso: sei considerato il numero uno degli avversari per le vittorie con Mercedes ed Hamilton, ogni domenica mandi di traverso le gare ai tifosi. Poi abbiamo fatto un sondaggio e due italiani su tre ti vorrebbero a Maranello a capo della Ferrari. Resterai il nostro nemico preferito oppure…

Beh guarda, voglio raccontarti una storia. Ho disputato la Mille Miglia insieme ad Aldo Costa qualche anno fa. Da Brescia a Roma, tornando poi attraverso la Toscana e Parma, non abbiamo mai trovato uno, dico uno, che non ci abbia applaudito e festeggiato in maniera entusiastica. A Parma, forse perché c’era Aldo Costa con me, abbiamo ricevuto una accoglienza incredibile, il calore della gente è stato favoloso, davvero una bella città. Ridevano, tifavano e sentivo sempre la stessa frase: grande Toto, forza Ferrari! Questo è lo spirito degli italiani e dei tifosi della Ferrari, che io rispetto tantissimo per la passione che mettono nel loro tifo.

Nei box di Monza o in altre occasioni, ho sempre avuto il massimo rispetto da parte dei tifosi, perché la Ferrari non è una squadra, è la nazionale a motori di un intero Paese. Non dico un segreto se svelo che gente come Enzo Ferrari e la sua squadra, icona della F.1, mi abbiano ispirato e fatto sognare quando mi sono approcciato al motorsport. Con questo non voglio certo negare che il mio lavoro alla Mercedes è fatto di lealtà verso la squadra e il marchio, di integrità, ho sempre avuto il massimo supporto da Stoccarda e ho lavorato benissimo con il team in Inghilterra. Questo è uno dei motivi per cui ho quote del team e voglio portarlo al massimo livello dal punto di vista sportivo e commerciale. Ho il massimo rispetto per la Ferrari, ma io sono un uomo Mercedes…”

 Wolff e Binotto, due rivali che si rispettano (Foto IPA)

– Vincere 7 titoli mondiali consecutivi senza perdere concentrazione e motivazione, difficile e questo spiega perché vorresti restare nel team ma con un ruolo diverso? Come si fa a mantenere alta l’attenzione e la concentrazione dopo aver vinto tanto?

“Bella domanda, difficile rispondere. Di sicuro a livello mondiale non ci sono stati tanti esempi di squadre capaci di vincere tanto e per tanto tempo. Come rendere responsabili ognuno nel team, come fare in modo che nessuno si risparmi, che sia efficace e motivato? Creando intanto un buon ambiente di lavoro, dove divertirsi ma lavorare sotto pressione, e di pressione ne abbiamo tanta di sicuro. Noi rispettiamo i nostri uomini, la loro lealtà, il loro impegno, lasciamo la libertà di sbagliare senza timore di perdere il posto di lavoro. Abbiamo creato un mix in equilibrio che ci è costato anni di lavoro.

Io stesso sono parte di questo meccanismo e riconosco quando ho commesso degli errori e lo dico apertamente. Lo facciamo tutti i lunedì dopo gare vittoriose con doppiette, cercando di capire se abbiamo commesso un errore lo stesso e lo facciamo anche quando ci ritiriamo con entrambe le macchine. Siamo un team e team vuol dire gruppo, ma fatto di persone, di uomini che stanno percorrendo insieme un viaggio dove la sincerità e onestà sono il collante. Ma ci vogliono anni per avere un meccanismo simile. Abbiamo vinto sette mondiale consecutivi, un record per la F.1 ma anche per il motorsport e anche fuori dal nostro ambiente, ma questo record è il frutto di un lavoro di gruppo, di gente motivata e onesta. Di sicuro non sentirò bussare alla mia porta tutte le volte che qualcosa andrà male e dovrò dare spiegazioni, un meccanismo che voi italiani conoscete bene….(e ci ride sopra, ndr)”.

– Avete coronato un anno di successo grazie anche alla collaborazione dei vostri partner, fra cui Petronas che vi fornisce lubrificanti e carburanti, saranno soddisfatti di voi…

Veramente il rapporto con Petronas e Mercedes AMG team risale al 2010 e in precedenza con la Sauber quando eravamo solo semplici fornitori. Lavorare con Petronas per noi non è solo un semplice rapporto di marketing o fornitura, è la chiave dei nostri successi per lo scambio continuo di informazioni e di sviluppo delle performance che hanno portato a questi titoli mondiali. Inutile dire che siamo molto orgogliosi per come questa collaborazione ha portato questi risultati!”

Wolff ed Hamilton, una accoppiata vincente e da record

– Il salto tecnologico fra i V8 e i Turbo V6 come è stato affrontato dai vostri partner?

“E’ stata una vera e propria rivoluzione, perché le complicazioni dei motori ibridi sono molto più alte rispetto allo sviluppo di un motore aspirato che oramai era arrivato al limite. Basti dire che abbiamo dovuto ridurre la densità di lubrificanti e studiare qualcosa di nuovo per le batterie, raffreddare le turbine, tutto l’apparato necessario a rendere al massimo, benzine con caratteristiche diverse rispetto a quelle usate per gli aspirati, il tutto per migliorare l’efficienza di un motore del 50 per cento, un lavoro incredibile che senza Petronas non sarebbe stato possibile”.

– In Bahrain ha debuttato su Mercedes George Russell per sostituire Lewis Hamilton, ma l’impressione è che la filiera di Ferrari e Red Bull abbia ottenuto maggiori risultati rispetto al vostro programma giovani, visto che Werlhein ha lasciato la F.1 e Ocon è in un altro team: pensi ci sia da rivedere qualcosa?

“Non è proprio così. La filiera di giovani piloti Mercedes risale agli anni 90 quando nel gruppo C avevamo Frentzen, Wendlinger e Schumacher, tre piloti che hanno vinto titoli e gare. E sono certo che Wendlinger, senza il grave incidente di Montecarlo nel 94, avrebbe vinto anche lui titoli e gran premi. Quando siamo tornati come team ufficiale, abbiamo dato a Nico Rosberg la possibilità di affiancare Michael Schumacher e nel frattempo abbiamo sempre fornito i motori ai team di F.3 e i nostri piloti nel programma DTM. Non dimentichiamo che Hamilton arriva dalla filiera dei giovani di F.3, ma avevamo anche Bruno Spengler e altri ancora come Jamie Green tanto per citarne alcuni.

Abbiamo investito molti soldi e forse qualcuno si dimentica che abbiamo lavorato con piloti come Nico Hulkenberg e lo stesso Sebastian Vettel, che in seguito ha firmato con Red Bull. E’ vero che non tutto è andato sempre liscio, Werlhein ha fatto un buon lavoro alla Manor e poi alla Sauber, poi ci siamo separati ma è pilota ufficiale Porsche in F.E, poi abbiamo lavorato con Esteban Ocon e George Russell. Quello che vorrei chiarire è che non basta essere giovani e di talento per arrivare a correre al fianco di Hamilton  e Bottas, ma devi essere già formato e un pilota al top e per questo serve un periodo di crescita fuori dal nostro team. Qualcun altro si prende il rischio di buttarli nella mischia.

Con Verstappen e Vettel la cosa ha avuto chiaramente successo e la Ferrari ha messo in macchina Charles Leclerc ma mi pare l’unico della loro filiera ad averlo fatto. Noi abbiamo come obiettivo primario vincere i mondiali piloti e costruttori, non quello di far correre i giovani del nostro programma. Accadrà quando saranno pronti per portare a casa questo nostro obiettivo. E visto che sto parlando alla stampa italiana, ho molta fiducia in Kimi Antonelli. Un ragazzo che va molto bene sul kart e sta crescendo anche come persona. Sarei felice se fosse lui il prossimo italiano campione del mondo con la Mercedes”.

– Siete stati i dominatori dell’era ibrida, come vedi il futuro dei motori F.1 e quali saranno gli obiettivi da raggiungere dopo questo periodo di trionfi?

Difficile avere una idea del futuro, di certo si parlerà di sostenibilità ambientale e tutto sembra indicare che si andrà nella direzione elettrica al momento. Credo che per i prossimi anni sarà quella la direzione da seguire anche se al momento non possiamo escludere altre forme di propulsione. Noi stiamo spingendo molto sull’ibrido e sui risultati raggiunti finora dai nostri propulsori, in termine di consumo, inquinamento e prestazioni. Non mi riferisco solo al nostro ma abbiamo ottenuto in generale una efficienza migliore del 50 per cento ed è incredibile. Il futuro dei motori dal 2025 di sicuro saranno motori che dovranno avere un basso impatto sulle emissioni di CO2, poi con Petronas stiamo studiando quali siano i migliori carburanti per sostenere questi obiettivi, se sintetici o di derivazione bio, loro di sicuro sono il top sotto questo aspetto e conoscono bene di cosa si tratta. Di certo mi aspetto un aumento della parte elettrica nei motori ibridi, magari batterie più grandi per avere il doppio di potenza elettrica rispetto ai motori termici. Di sicuro la F.1 dovrà essere un esempio di come migliorare l’impatto ambientale ma al momento è ancora tutto in discussione”.

– Racing Point ha vinto l’ultimo GP in Bahrain, quindi un motore Mercedes clienti ha vinto, in passato abbiamo avuto l’impressione che ci fosse una differenza di trattamento visto le tante rotture nei team clienti…

Lo escludo, abbiamo perso un mondiale con Hamilton nel 2016 per la rottura di un motore e anche quest’anno abbiamo avuto problemi vari, per cui la fornitura è identica e anzi da alcuni team impariamo molto, ad esempio la Williams ha un sistema di raffreddamento migliore del nostro e da loro abbiamo appreso qualcosa di utile e importante”.

 

 

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