Buon compleanno Frank Williams, 78 anni da combattente puro

DI PAOLO CICCARONE

Buon Compleanno Sir Frank Williams. Il 16 aprile 1942 nasceva colui che avrebbe segnato la storia dell’automobilismo made in UK. Oggi Frank compie 78 anni e lo fa lottando da leone come al solito. Come ha sempre fatto prima, quando doveva diventare il Frank Williams vincente, e dopo l’incidente in Francia che lo ha costretto su una sedia a rotelle. Le condizioni di salute di Frank sono compatibilmente buono con l’età e la sua menomazione, ma proprio la sua voglia di non arrendersi mai, di lottare sempre e comunque, ne fanno un personaggio unico, ammirato e ammirevole. Uno cui, in fondo, voler bene è facile. Anche se non è certo il più tenero manager che circoli in F.1. La storia della Williams in pista è nota, ma quando nel 2017 a Silverstone ci fu la prima celebrazione per i 40 anni della Scuderia, vedere la sigla FW40 non fu una sorpresa.

UNA STORIA COMINCIATA TANTI ANNI FA

Non che sia la logica numerazione delle monoposto costruite dal team inglese, ma una celebrazione dei 40 anni ufficialmente trascorsi dalla nascita della Williams Grand Prix ad oggi. Nel 1977, infatti, con una vecchia March 761 dell’anno prima e pilota il belga Patrick Neve, cominciava ufficialmente l’avventura della terza squadra più vincente della F.1. Nove titoli costruttori, sei titoli piloti, davanti solo Ferrari e McLaren, tanto per dire. Insomma, qualcosa di unico che Frank Williams può essere orgoglioso di aver fondato.

GLI INIZI CON LA DE TOMASO E LA TRAGEDIA COURAGE

Eppure la storia del team e di quest’uomo sono davvero simboliche di come le difficoltà a volte servano da sprone per sopravvivere e imporsi. Prima della squadra di F.1 esisteva un’altra Williams, una scuderia da corsa che prese forma dopo che negli anni 60 Frank si era cimentato come pilota ma, essendo intelligente, capì subito che era meglio far correre gli altri invece che spendere tempo e quattrini da solo. E così nacque l’esperienza da team manager. Nel 1970 forse pochi sanno che la De Tomaso F1 era gestita da Frank Williams, esperienza che si concluse tragicamente con la morte di Piers Courage e la perdita degli sponsor olandesi che finanziavano l’avventura.

ISO RIVOLTA, IL SOGNO ITALIANO MADE  IN VAREDO, BRIANZA

Poi ci fu la parentesi della gestione della Iso Rivolta, nome famoso nella costruzione di GT sportive, all’epoca faceva concorrenza alle Ferrari e a Lamborghini. In un capannone vicino a Varedo, provincia di Milano, la monoposto era pilotata da Arturo Merzario, il motore il classico Cosworth col cambio Hewland. La pista di prova non era Monza, che distava 12 km appena, ma la superstrada Milano Meda, all’epoca in costruzione (a dire il vero oltre alla Iso di F.1 ogni tanto Merzario svezzava anche le Alfa prototipo…). I ragazzini dell’epoca si assiepavano sul terrapieno, la Iso Rivolta sorgeva proprio sullo svincolo, per cui si sentiva a distanza il motore che rombava e Merzario che passava a 300 all’ora per vedere che tutto stesse insieme.

Il … regalo di Hamilton a Frank l’anno scorso a Silverstone, in pista come ai vecchi tempi

Erano i tempi in cui Frank Williams doveva vendere il suo rolex d’oro per tornare da Vallelunga in Inghilterra perché non c’erano manco i soldi per il viaggio, dormire in hotel era un lusso impensabile, bastava il furgone. E poi gli amici. Uno in particolare, il giornalista Giancarlo Falletti, che gli diede una mano e Frank gli promise l’uno per cento della scuderia per ringraziarlo. Anni dopo quell’uno per cento ha reso ricco Falletti, che ancora oggi ha un ottimo rapporto con sir Frank Williams, titolo conferito dalla regina per i risultati sportivi e commerciali ottenuti dalla squadra.

CON REGAZZONI LA PRIMA VITTORIA A SILVERSTONE NEL 79

La storia della F.1 la conoscono tutti, gli inizi col motore Cosworth poi nell’83 il passaggio agli Honda e i primi mondiali, anche se la prima vittoria è firmata Clay Regazzoni a Silverstone nel 1979 subito dopo un bellissimo secondo posto a Montecarlo a un secondo dalla Ferrari di Scheckter. Erano anni d’oro, perché i sacrifici fatti erano svaniti con la nascita della sede di Didcot, i soldi degli arabi della Saudi Airlines (col papà del famigerato Osama Bin Laden come sponsor con la propria impresa di costruzioni!), la tecnologia e la fantasia di Patrick Head al timone tecnico della squadra.

IL DRAMMA DEL 1986 TORNANDO DAL PAUL RICARD

E poi il dramma nella primavera del 1986, l’auto che esce di strada sulle curve del Paul Ricard in Francia, Frank senza cintura allacciata si rompe una vertebra e resta paralizzatoPeter Windsor direttore sportivo (attuale telecronista per una TV americana) illeso ma ammaccato. Sembra finita, invece Frank Williams torna ai box con la sua sedia a rotelle, sempre più duro, sempre più lucido. E poi i mondiali a ripetizione, con la Honda, l’era d’oro con Renault, il dramma Senna nel 94, e poi l’ultimo mondiale nel 97 con Jacques Villeneuve. E ancora, la BMW, Toyota, Mercedes, lo sponsor Martini e ora la nuova fase, con il baby Stroll e papà che immettono capitali.

SENNA IL SOGNO DIVENTATO INCUBO A IMOLA

Ma Williams è anche energia alternativa, lavora col governo inglese e con vari team prototipi (vedi Audi fino all’anno scorso) coi sistemi ibridi, le telecomunicazioni col ministero della salute e il controllo dei mezzi da trasporto. La tecnologia della F.1 applicata ad altri campi, come fa la McLaren con la gestione del terminal 5 di Heatrow (ha fornito la telemetria) e il ministero della salute per monitorare i malati assistiti a casa. Insomma, la F.1 che fa muovere aerei, ospedali e autobus. Da noi non accade ancora, alla Williams ci sono riusciti. E anche questo fa parte di quei 40 anni al vertice in cui sir Frank Williams si è conquistato il rispetto di tutti.

 

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