FERRARI CHALLENGE Con Corinna Gostner un trofeo tinto di rosa

Testo e foto MARCO FERRERO

 

Corinna Gostner ha solo 33 anni ma può già quasi essere considerata una “veterana” del Ferrari Challenge, stante come il suo debutto nella serie risalga al 2014; pilota veloce ed aggressiva, non passa inosservata all’interno dei paddock, sia per la sua grazia ed il suo perenne sorriso, sia per il colore rosa della sua vettura, una nota decisamente “femminile” nel caleidoscopio di colori delle vetture della serie. L’abbiamo incontrata al Mugello prima del terzo atto del Challenge Ferrari Europa 2020 ed abbiamo avuto l’occasione di farle qualche domanda.

D: Quando e come è iniziata la tua passione per i motori?

R: Devo dire che prima non avevo vulla a che fare con I motori, hanno iniziato prima mio padre e mio fratello con il Ferrari Challenge, poi c’è stato un anno dove loro non avevano tempo di correre, e mio padre, per non lasciare le macchine ferme, ha detto a me e mia sorella “Perchè non provate a fare qualche giro e vedere se vi piace?”, quindi abbiamo iniziato, ho fatto il primo test a Cremona nel 2014, e tra l’altro sono andata subito bene, così abbiamo pensato che avremmo potuto fare qualche gara, abbiamo preso la licenza ed abbiamo iniziato. La prima gara è stata a Brno, e sono arrivata subito settima, e da lì ho iniziato. A quel punto ho detto a mio papà “se voi avete intenzione di correre servono altre due macchine, e così le abbiamo comprate; ecco, è stato in quel modo che è iniziata la mia passione.

D: Cosa rappresenta per te il Ferrari Challenge?

R: Il Ferrari Challenge è bellissimo, è come una piccola famiglia, c’è grande amicizia tra noi, ci vediamo, stiamo bene insieme, è un bellissimo ambiente. Poi mi piacciono molto le gare, sono molto equilibrate, molto combattute, ma per me è prima di tutto un divertimento.

D: Qual è il pilota più forte che hai visto correre nel Ferrari Challenge?

R: Devo dire Nicklas Nielsen, secondo me, da quando sono nel challenge, è quello più bravo che ho visto. Anche adesso sta facendo molto bene nel WEC, è veramente bravo.

D: Pregi e difetti del Challenge?

R: Oltre a quello che ti dicevo prima, (sorride) corri con una bella macchina, con tanti cavalli, per me è sempre un divertimento. Difetti sinceramente non ne vedo; solo io, prima della partenza ho tanta ansia, perchè non è facile correre il Ferrari Challenge, c’è sempre un mucchio di gente che alla partenza si “salta” addosso, a volte qualcuno manca un po’ di rispetto.

D: Ogni anno la serie si arricchisce di nuovi piloti; qual è il segreto?

R: Innanzitutto credo sia perchè fanno il Club Challenge, una volta non c’era, si iniziava subito a correre, mentre ora con questo Club Challenge fanno in modo che un po’ alla volta I piloti iniziano a correre, aiutano I piloti a crescere e ad arrivare a quel livello.

D: Un tuo giudizio sul Mugello e come ti trovi.

R: Il Mugello da sempre mi è piaciuto un sacco, poi quando arrivi alle “Arrabbiate” è sempre bello ed emozionante, è un circuito tecnico, veloce. Io mi sono sempre trovata bene qui; le prime Finali Mondiali le abbiamo fatte qui al Mugello (2017) e sono arrivata ottava. Per me è un circuito bellissimo.

D: Pensi che in generale il mondo dei motori favorisca più gli uomini delle donne?

R: Un po’ si, secondo me, però ci sono donne che sanno guidare e che vanno più forte degli uomini. Questo perchè hanno una mentalità un poì diversa da quella degli uomini, secondo me le donne non rischiano fino al limite in gara, mentre per gli uomini una gara è un po’ come fosse una guerra.

D: Sei superstiziosa? Hai qualche “rito” particolare?

R: Si, tantissimo… ti racconto questo (ride) le ultime gare sono sempre stata buttata fuori, qui al Mugello alle Finali Mondiali lo scorso anno in gara 1 sono stata buttata fuori alla prima curva, ho visto I marshall e gli ho detto “peccato…”, poi il giorno dopo di nuovo alla prima curva sono stata di nuovo buttata fuori e a quel punto ho detto ai marshall “non voglio vedervi più!”… comunque si, sono tanto superstiziosa.

D: Cosa ti manca per essere costantemente in alto e lottare per il titolo?

R: Onestamente non saprei, (il capo tecnico vicino a noi “le manca poco!”), forse un po’ di fortuna, magari un po’ più di allenamento, non saprei, io mi sento bene però tante volte non riesco a finire le gare… ecco, magari che mi buttino un po’ meno fuori pista!

D: A quale pilota ti ispiri e perché?

R: Charles Leclerc! Anche se è giovane, mi piace come fa le gare, come si prepara, è molto determinato, e guida molto bene; forse un po’ di carattere gli somiglio, anche io in gara non “scherzo”…

D: In quale serie ti piacerebbe correre? Qual è il tuo sogno sportivo?

R: La European Le Mans Series mi piacerebbe tanto, magari con mia sorella, con cui abbiamo già fatto una gara di Gran Turismo; il mio sogno è di correre il WEC , il World Endurance Championship, per me quello sarebbe il massimo.

D: Come è nato il numero che hai scelto di avere sulla tua vettura?

R: Sai cosa vuol dire il mio numero? L’uno è quello che abbiamo tutti noi della classe, il “7” perchè “G” è la settima lettera dell’alfabeto, G come Gostner, e “3” perchè C, come Corinna, è la terza lettera dell’alfabeto, molto semplice…

Una ragazza simpaticissima e di grande carattere e determinazione, con le idee chiare e con tanta voglia di divertirsi, che sa dividere con equilibrio ed intelligenza la sua passione di pilota con la sua vita di mamma; che dire, il talento non le manca, chissà che, con qualche episodio a favore, e quelli servono sempre, non riesca a raggiungere il suo sogno… glielo auguriamo di cuore.

(Foto di archivio)

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