TCR EUROPE, CHE PASSIONE

Testo e foto MARCO FERRERO

 

Soprattutto per chi, come il sottoscritto, ha qualche capello bianco e qualche anno in più, ed ha vissuto, almeno come spettatore ed appassionato, l’epoca d’oro nella quale le vetture “di tutti i giorni”, opportunamente elaborate, erano la modalità con la quale i giovani d’allora potevano avvicinarsi al mondo delle competizioni, le gare delle vetture Turismo hanno sempre un fascino ed un’attrattiva particolare, proprio perché le più vicine alle vetture di serie.

Per carità, se negli anni ’70 le vetturette, Fiat 500, Fiat 600, solo per ricordarne qualcuna, che scendevano in pista erano derivate dalla produzione di serie e, magari, a fine weekend potevano essere normalmente riutilizzate per gli spostamenti di tutti i giorni, e le Gruppo 2 o le Gruppo 4 configuravano l’ideale dell’elaborazione sportiva, le vetture Turismo del ventunesimo secolo sono ormai diventate veri e propri prototipi che delle loro genitrici hanno solo, e talora neppure completamente, solo l’aspetto esteriore.

Ma tant’è, anche questa è l’evoluzione dei tempi, e sotto le carrozzerie (rigorosamente non più metalliche) già solo i telai rendono l’idea di quanto anche questa categoria di vetture non abbia di fatto più nulla da spartire con un automobilismo “d’altri tempi” che fa ormai fa parte solo più del passato.

Sia detto in assoluta onestà, per chi ne sia visceralmente appassionato è prevalentemente una questione di nostalgia, di voler rimanere attaccato all’immagine di quanto il passato abbia non solo motoristicamente e sportivamente, ma anche socialmente e culturalmente rappresentato; con altrettanta onestà va riconosciuto che, almeno questo, le gare per le vetture Turismo, grazie anche ai regolamenti in essere, hanno mantenuto l’equilibrio di un tempo, e che, stante l’equivalenza delle vetture, è ancora il pilota a fare la differenza

A differenza di quanto accadeva cinque decadi fa, laddove i piloti erano giovani appassionati e animati da tanta passione e pochi mezzi finanziari, che a prezzo di enormi sacrifici preparavano e manutenevano le vetturette con le quali gareggiavano (e ciò non aveva impedito ad alcuni di loro di diventare piloti famosi ed affermati), i drivers di oggi sono tutti quanti veri e propri professionisti, alcuni di loro campioni già affermati ed arcinoti noti alle cronache sportive.

Comunque la si voglia leggere, questo genere di gare, che pure negli ultimi anni ha inevitabilmente risentito, causa i costi elevati, di un “ridimensionamento” e che fa decisamente fatica a rimanere ai fasti di un tempo (lo stesso WTCR, il Campionato del Mondo, appare come una disciplina sempre più di “nicchia”), riesce sempre ad appassionare ed ad attirare appassionati trasversalmente a rappresentanza di tutte le generazioni.

L’International GT Open, come suo evento “collaterale”, presenta il TCR Europe, manifestazione assolutamente interessante e come tale degna di una dissertazione e di qualche immagine utile a lasciare a chi si senta ancora attirato da questo genere di eventi, una manifestazione nella quale si possono ammirare buona parte di quei piloti che gareggiano (o hanno gareggiato) nella serie iridata, un’occasione quasi imperdibile stante come le dinamiche “commerciali” del mondiale abbiano sempre di più spostato il baricentro della kermesse verso l’estremo oriente.

A corollario di queste considerazioni si propone una galleria fotografica di quanto visto sul circuito francese del Paul Ricard nella tappa continentale del TCR, giusto per non dimenticare e riportare all’attenzione ed alla nostalgia degli appassionati quanto queste gare abbiano rappresentato e possano ad oggi ancora rappresentare.

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