JACQUES VILLENEUVE, IL CAMPIONE DEI DUE MONDI

Testo e foto MARCO FERRERO

 

Jacques Villeneuve, che per molti rimane il figlio del mitico Gilles che ha suscitato emozioni ed entusiasmo nei tifosi ferraristi, ha saputo staccarsi dall’immagine iconica del padre ed ha dimostrato nella sua carriera sportiva di saper “camminare con le proprie gambe”, costruendosi un passato vittorioso di grande pilota e dimostrando che dietro di lui non c’era solo quel nome così importante e così impegnativo.

Un palmarés straordinario il suo, laddove ha dimostrato la sua versatilità sia in Europa che oltre oceano, come vincitore nel 1995 del Campionato Cart americano, con la perla della 500 Miglia di Indianapolis, e del Campionato del Mondo di Formula 1 nel 1997 con la Williams; da annotare, e scusate se è poco, che l’accoppiata di vittorie composta dal titolo iridato in Formula 1 e la 500 Miglia più famosa del mondo sia nella storia riuscita solo a cinque “grandissimi” dell’automobilismo, quali Jim Clark, Graham Hill, Mario Andretti, Emerson Fittipaldi, ed appunto Jacques Villeneuve.

Forse l’unica grande vittoria che gli è sfuggita è quella della 24 Ore di Le Mans, dove ha ottenuto due secondi posti (consolandosi, seppur in parte, con la vittoria nella 24 Ore di SPA Francorchamps nella European Le Mans Series), sfiorando quel trittico che viene denominato “Triple Crown”, riconoscimento non ufficiale, ma puramente statistico, assegnato al pilota che nella carriera agonistica abbia vinto il Gran Premio di Monaco (o il Campionato del Mondo di Formula 1), la 500 Miglia di Indianapolis e la 24 Ore di Le Mans, e di cui solo il grande Graham Hill può fregiarsi, e che, per quanto ha fatto vedere, avrebbe ampiamente meritato.

Di lui si ricorda anche la presenza nel Campionato NASCAR, peraltro con risultati dignitosi, nel mondiale rallycross e, per un breve periodo, nella Formula E; dopo aver iniziato un percorso come commentatore televisivo, a quarantanove anni compiuti il sei di aprile evidentemente la passione di un tempo non è passata e la voglia di mettersi in gioco e di misurarsi in pista lo ha riportato a gareggiare.

Quest’anno partecipa, con una Chevrolet Camaro del team Feed Vict Racing, alla Nascar Whelen Euro Series, la versione “europea” della celeberrima (il più seguito negli U.S.A. tra gli eventi motoristici) serie “a stelle e strisce”; le due gare, componenti la prima tappa della serie 2020, lo hanno visto sempre aggressivo e determinato, ed è risultato uno dei protagonisti più ammirati del weekend di Vallelunga, teatro di questa primo appuntamento del campionato.

Se l’atteggiamento fuori pista era decisamente più disincantato ed allegro, una volta entrato in pista il guerriero ha ritrovato gli stimoli che lo hanno sempre caratterizzato, un bel ritorno che tutti hanno apprezzato, ivi incluso il suo comportamento decisamente di “basso profilo”, senza atteggiamenti di supponenza e senza quel clamore che il suo celebre nome avrebbe richiamato.

Peraltro, sotto l’aspetto agonistico, Jacques Villeneuve ha evidenziato come il tempo nulla abbia tolto alle sue doti; da annotare il secondo posto ottenuto in gara 2 grazie ad alcuni sorpassi da campione, mentre in gara 1 il pilota canadese è stato costretto al ritiro a due giri dal termine causa il cedimento del propulsore della sua vettura, dopo che qualche giro prima aveva preso saldamente al comando della gara ed era lanciato verso la vittoria.

Gli dedichiamo queste righe, nel ricordo indelebile del suo celebre padre, per salutare il suo ritorno in pista e per ringraziarlo per le emozioni che ha saputo farci vivere, come pilota per I suoi risultati e come figlio di Gilles.

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