Ricordando Gilles Villeneuve seconda parte

 Gilles Villeneuve in azione GP Francia 1979 (Copyright sconosciuto)

 

Gli inizi alla Ferrari sono però difficili: in Canada Gilles va fuori e sfascia la Ferrari. In Giappone, durante un duello con Ronnie Peterson, va ancora peggio. Al sesto giro, in fondo alla staccata del rettilineo, la Ferrari decolla sulla Tyrrell, finisce nel prato e atterrando uccide due spettatori. L’inchiesta dirà che quella gente non doveva trovarsi in quel punto, ma le polemiche, intanto, sono feroci. Qualcuno comincia col ribattezzare Gilles l’aviatore, perché passa più tempo per aria che in pista. Enzo Ferrari, però, capisce il suo pilota ed è sempre più convinto nel proseguire la sfida lanciata a suo tempo. Gilles prova a lungo a Fiorano, chilometri e chilometri macinando cambi, motori, frizioni e semiassi. La sua guida è sempre al limite, non si arrende e cerca di apprendere dal più esperto Carlos Reutemann i segreti della messa a punto della F.1, suo punto carente.

 

Lui, infatti, è capace di portare al limite ogni mezzo, ma non ha quella finezza tecnica nella messa a punto che fa la differenza fra un pilota come Lauda e uno grezzo, ma efficace, come Villeneuve. In Argentina, gara di apertura del 1978, Gilles porta la macchina al traguardo per la prima volta, anche se finirà soltanto ottavo. In Brasile e in Sudafrica ci sono ancora due ritiri, ma a Long Beach l’esperienza di circuiti cittadini porta Gilles in testa alla gara. Fino a quando non incontra Clay Regazzoni. Lo svizzero è doppiato, sa che la Ferrari è in testa ma pensa che Gilles tenti il sorpasso in un punto idoneo, invece Villeneuve si infila in una stretta curva a sinistra e decolla sulla Shadow di Ragazzoni. La corsa la vince Reutemann con l’altra Ferrari e le polemiche su Villeneuve si riaprono dolorosamente, tanto che qualche giornale comincia col titolare, giocando sul nome e sulle tendenze spettacolari in fatto di incidenti, “Voladinueve”. A Montecarlo questa fama viene rafforzata da un altro terribile incidente all’uscita del tunnel. Nel punto più veloce del circuito Gilles stampa la sua Ferrari contro le barriere.

 

 

Le polemiche si sprecano a questo punto: da più parti si chiede a Enzo Ferrari di lasciare a piedi il canadese e di ammettere l’errore. Sono giorni difficili per Gilles, che sa di non avere tutte le colpe. Ferrari insiste e parlando col suo pilota si convince di avere per le mani un campione che deve solo trovare la propria strada, consapevole dei propri mezzi e dei propri limiti. In Belgio, sul circuito di Zolder, Gilles compie una corsa impeccabile. Le due Lotus 79 di Andretti e Peterson viaggiano su un altro pianeta. L’effetto suolo, introdotto sulla vecchia 78, è stato amplificato e perfezionato in questa wing car ultima generazione. Gli altri devono solo accodarsi. Gilles porta in fondo la sua Ferrari in scia alla gemella di Reutemann. In Spagna non va bene come in Svezia e Francia. Gilles è fuori dai punti ma porta la macchina al traguardo. Dopo i disastri iniziali è un deciso cambio di marcia. Per ritrovare Gilles in zona punti bisognerà aspettare Zeltweg con il primo podio. Dietro al vincitore  Andretti  e a Depailler, Gilles sale sul terzo gradino con l’emozione e la gioia di chi vede i primi risultati. Sua moglie Johanne festeggia con il piccolo Jacques e la sorellina Melanie che vivono nel camper col quale Gilles si trasferisce ai GP, proprio come faceva ai tempi della F.Atlantic agli inizi di carriera. In Olanda Gilles va ancora a punti, ma a Monza il canadese si scatena.

 

Parte in prima fila a fianco di Mario Andretti. La tensione è enorme perché nella gara precedente si sono agganciati diversi piloti, fra cui Patrese e Pironi. La stagione è stata tutta una serie di vendette in pista in cui i piloti, in duelli rusticani, se le sono date di santa ragione. Al mattino, nel warm up, Peterson è uscito di pista alla seconda variante e deve prendere il muletto perché la sua Lotus 79 non è riparabile. Quando parte la gara, Patrese viene stretto da Hunt che tocca Peterson, partito molto lento. Il contatto è violento, la Lotus finisce contro il rail e si incendia. Al centro del gruppo ci sono numerose toccate di cui ne fanno le spese anche Reutemann, Pironi e Vittorio Brambilla, che viene colpito in testa da una ruota vagante. Dopo aver spento l’incendio e portato Peterson in ospedale, si teme per la vita di Brambilla, in coma ma durante la notte una embolia stronca la vita di Peterson mentre il pilota monzese si salverà dopo una lunga degenza. Al secondo via gli animi sono bollenti. Andretti e Villeneuve sono molto nervosi in prima fila, ognuno guarda negli occhi l’altro e il motivo è presto detto. La prima curva, dopo quello che è successo poche ore prima, diventa una trappola micidiale. I due scattano all’unisono prima che il direttore di gara dia effettivamente il via. A fine gara saranno primo e secondo, ma verranno penalizzati per il via anticipato. La corsa la vince a tavolino Niki Lauda davanti a Watson e Reutemann. Andretti viene classificato sesto ed è campione del mondo, Villeneuve è settimo e fuori dalla zona punti, ma per come ha lottato e combattuto contro una macchina superiore, conquista i tifosi monzesi che vedono in lui il prototipo del pilota che non si arrende mai. In Canada, sul nuovo circuito cittadino di Montreal, Gilles Villeneuve vince il suo primo GP in una giornata dove vento, pioggia e freddo la fanno da padrona. Un anno prima, a Mosport, aveva debuttato con la Ferrari distruggendo la prima rossa contro le barriere. In 12 mesi si è compiuta la trasformazione: da aviatore a campione.

 

Gilles è un altro uomo, ha preso consapevolezza di sé e quando la Ferrari gli mette a disposizione la nuova 312 T4 e Jody Scheckter al suo fianco, Gilles è pronto a lottare per il mondiale. Le prime due gare del 79 sono interlocutorie, contro le Ligier c’è poco da fare, ma in Sudafrica e a Long Beach arrivano altre due vittorie. A Kyalami precede il compagno di squadra Scheckter, che avrebbe voluto vincere la gara di casa, negli USA riscatta la delusione dell’anno prima e dell’aggancio con Regazzoni. La Ferrari è competitiva, ma Gilles non riesce a sfruttare al massimo il potenziale. A Montecarlo rompe un semiasse e lascia la vittoria a Scheckter. In Francia Gilles firma il capolavoro delle corse di tutti i tempi: in lotta con Arnoux per il secondo posto, si inventa sorpassi e ruotate come mai si erano viste nella storia della F.1. Alla fine di una lotta serrata, entrata negli annali, ha ragione della Renault e porta la Ferrari al secondo posto! Come al solito la critica si divide: chi dice che ha esagerato, e chi lo esalta. Enzo Ferrari apprezza quel suo pilota che dà emozioni, che è imprevedibile e che regala entusiasmo attorno al marchio. Il Grande Vecchio sa che la sua scommessa è stata vinta, perché due anni dopo nessuno parla più di Niki Lauda ma tutti esaltano l’intuito e la decisone di Ferrari. In Canada, intanto, un gruppo di amici di Berthierville, paese di origine di Gilles, si fa contagiare dal morbo Villeneuve e con adesivi “J’ai la fievre Villeneuve” invadono il Quebec. La Febbre Villeneuve esplode anche in Italia quando a Zandvoort, GP d’Olanda, Gilles fora una gomma e torna ai box a una velocità tale che per strada perde pezzi e quando entra nei garage, c’è solo un moncherino attaccato alla sospensione posteriore. Il giro di pista su tre ruote, anzi due perché spesso quella anteriore è sollevata da terra, fa impazzire i tifosi.

 

E’ il momento cruciale del campionato perché, con la vittoria di Scheckter, Gilles capisce che il mondiale è compromesso, come infatti succederà a Monza, quando la Ferrari gli chiede se è d’accordo nell’aiutare il sudafricano. Gilles accetta e in gara protegge il compagno di squadra. Quando sale sul podio e prende la coppa del secondo posto, l’ovazione dei tifosi è tutta per lui che viene festeggiato più che Scheckter, che pure ha vinto il mondiale. Il finale di stagione è di altissimo livello: ancora secondo in Canada e primo negli USA. Il mondiale 1979 ha consacrato un nuovo idolo delle folle, il 1980 sarà l’anno di Gilles. Almeno è quello che pensano tutti senza fare i conti con i problemi tecnici della Ferrari. La 312 T5 è la brutta copia della macchina che ha vinto il mondiale 79, le wing car spopolano, la Ferrari deve fare i conti con un motore boxer più largo e con una aerodinamica poco riuscita. Sarà un anno disastroso in cui Gilles non va oltre il quinto posto a Montecarlo e a Montreal, raccoglie un sesto posto in Belgio e in Germania. Eppure, nonostante tutto, in Canada compie un mezzo miracolo visto che si era qualificato in penultima fila e per finire al quinto posto ha fatto tanti di quei sorpassi che a fine corsa Gilles è distrutto. A Imola, in prova, la Ferrari fa debuttare il motore turbo, in gara Gilles usa ancora la vecchia 312 T5 ma alla staccata prima della Tosa esce di pista violentemente. Macchina distrutta e pilota scosso. Il punto in cui è uscito, oggi si chiama curva Villeneuve. La stagione viene archiviata con la speranza che la nuova monoposto col motore turbo e aerodinamica da wing car, sia sufficiente per puntare al successo. Ma le prime tre corse sono piene di problemi, ritiri a ripetizione e solo un settimo posto a Imola. Uno sprazzo di luce, però, si vede al via del GP di Long Beach, quando Gilles è in testa al gruppo in fondo al rettilineo solo che arriverà talmente veloce da andare lungo e perdere le posizioni, ma almeno si è rivisto il Villeneuve combattente del 1979. Per scrivere la prima pagina del capolavoro della stagione 1981, Gilles sceglie il GP di Montecarlo. E’ la pista più stretta del mondiale, i motori turbo hanno un ritardo alla risposta all’acceleratore che Villeneuve sopperisce usando il piede sinistro sul freno e il destro sul pedale del gas, introducendo una nuova tecnica di guida. In testa alla corsa c’è Alan Jones che sul finire comincia ad accusare problemi di alimentazione. Gilles non molla e a pochi giri dalla fine sorprende l’australiano infilandosi fra il guard rail alla sua destra e la Williams a sinistra in pieno rettilineo! Alla fine è il trionfo e a Montecarlo le barche ormeggiate nel porto cominciano a suonare le sirene, aprendo una tradizione che fino a quel momento le aveva viste silenziose spettatrici. Da un balcone di fronte al box della Ferrari un appassionato prende un megafono e urla a squarciagola: “Suonate, suonate le sirene perché oggi è nato Dio!” segnale evidente dell’esaltazione generale di fronte a quel successo insperato. In Spagna due settimane dopo ci sarà un altro capolavoro: dopo una partenza al fulmicotone che da metà gruppo lo porta in testa alla prima curva, passando fra guard rail e linea bianca ben oltre la pista, Gilles resiste in testa alla corsa per 66 giri chiudendo tutti i varchi agli inseguitori. Vince tagliando la bandiera a scacchi senza rendersi conto di aver vinto perché in fondo al rettilineo si spegne il motore privo di benzina.

 

Gilles è furente perché crede di aver perso la gara, invece è entrato nella storia perché Laffite, Watson, Reutemann e De Angelis non sono riusciti a scavalcarlo e hanno concluso in volata. La stagione 81 prosegue con alti e bassi. A Silverstone Gilles finisce in testacoda coinvolgendo anche De Cesaris che lo inseguiva. A Monza Villeneuve si ritira ma a Montreal mette in scena un altro capolavoro. Durante un tentativo di sorpasso tocca una vettura davanti a sé, l’ala anteriore si alza e gli impedisce la visuale, Gilles non molla e fra acrobazie di ogni genere, che ricordano quelle fatte in motoslitta, riesce a salire sul podio con la macchina priva di muso e piena di fango, raccolto in giro lungo la pista. L’anno finisce col ricordo dei due successi e la speranza che la Ferrari del 1982 sia migliore. E così è, solo che l’inizio di stagione viene caratterizzato dalle lotte politiche fra i costruttori, la FOCA e la federazione. Le squalifiche per Williams e Brabham, le ripicche regolamentari che porteranno la Ferrari, a Long Beach, a schierarsi col doppio alettone e conseguente squalifica di Gilles che aveva finito al terzo posto. Fino a quando si giunge a Imola.

 

 

 

 

La storia è nota: dapprima i piloti dovevano fare spettacolo per non deludere il pubblico. Infatti, al via c’erano solo 14 monoposto perché le squadre inglesi, per protesta, rifiutarono di venire a patti. Col ritiro delle due Renault in testa Villeneuve e Pironi si alternano al comando fino a quando dal box viene esposto il cartello “slow” che vuol dire rallentare, o come intende Gilles: tenere le posizioni. Pironi non ci sta e sorprende il compagno di squadra che, sul podio, si sente tradito dal compagno ma anche dalla squadra che non lo ha difeso. “E ora cercatevi un altro pilota” dirà furente ai box. Sarà una tragica profezia perché due settimane dopo, a Zolder, durante le qualifiche Gilles vuole vendicare il torto subito e non vuole perdere tempo. Decolla sulla March di Jochen Mass, chiude la sua storia con un volo drammatico, come lo aveva iniziato in Giappone. Stavolta per Gilles l’aviatore non ci sarà niente da fare. Alle 13,52 dell’otto maggio 1982 (ma il certificato di morte segna le 22,15) si chiude la storia di Gilles Villeneuve e comincia la sua leggenda. La leggenda del pilota che non si arrende mai, di chi una volta scoperto il limite lo deve superare. La leggenda di Gilles Villeneuve. “Un pilota che ha dato, aggiunto, tanta notorietà alla Ferrari. Io gli volevo bene” dirà Enzo Ferrari per ricordare il suo pilota.

 

 Foto Colombo, Actualfoto, dal web

 

 

 

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