MONZA RALLY, LO SHOW E’ DEI PILOTI

 

L’edizione 2019 del Rally Monza Show, un appuntamento annuale ormai fisso e ricorrente dal 1978, e che solo nel 2001 e 2002 non ha avuto luogo, ha visto il settimo sigillo di Valentino Rossi ed ha raccolto sul tracciato brianzolo un lotto di partecipanti qualificato e di assoluto valore in tutte le categorie, tra cui impossibile non citare i nomi più noti, quali il già citato “The Doctor”, Tony Cairoli, Piero Longhi, Alessandro Perico, Marco Bonanomi, Paolo Andreucci, Alex Caffi, Davide Valsecchi.

 

In tema di piloti va ricordato come, in quasi 40 anni di attività, il Monza Rally Show abbia avuto fra i suoi partecipanti una nutrita rosa di piloti di rilievo del panorama del motorsport internazionale, tra i quali i più rappresentativi possono essere identificati in Alessandro Zanardi, Colin Mcrae, Dani Sordo, Dindo Capello, Giancarlo Fisichella, Ivan Capelli, Jean Alesì, Loris Capirossi, Marku Alen, Markus Gronholm, Michele Alboreto, Miki Biasion, Robert Kubica, Sebastien Loeb.

 

Spesso, a riprova che il termine show non sia casuale, spesso e volentieri è altresì occorso che taluni piloti “famosi” siano stati affiancati da importanti personaggi, dello spettacolo e non; ad oggi, e come ultimo esempio, possiamo citare il Vice Presidente della Regione Lombardia, Fabrizio Sala, ormai una presenza costante in qualità di navigatore in ambito di gare rallistiche storiche.

 

 

Impressionante, oltre che la quantità, che vedeva iscritti la bellezza di 120 vetture, tra cui 4 WRC Plus, 15 WRC e, numero assolutamente rilevante, ben 64 (!) vetture di categoria R5, è stata la qualità degli iscritti, un lotto di partenti che, già di per sé, avrebbe fatto la gioia di gare anche ben più titolate.

 

Se il nome di Valentino Rossi era il più facilmente “gettonabile” per quanto riguardava il pronostico per la vittoria finale, nell’elenco dei partecipanti non era difficile individuare più di un pilota che avrebbe potuto, e certamente voluto, fare uno sgambetto alle ambizioni della settima vittoria del centauro di Tavullia, a partire da quel Marco Bonanomi, beffato la scorsa edizione proprio negli ultimi 500 metri dell’ultima prova speciale, e di certo alla ricerca di una rivincita.

 

Come sempre, la gara si è svolta sfruttando sia il tracciato che di norma vede lo svolgersi di tutti gli eventi durante la stagione, sia il “vecchio anello” ad alta velocità, con le sue curve sopraelevate ad altissima pendenza, che gli albori dell’automobilismo vedevano impegnati campioni quali Nuvolari, Varzi, Ascari, Fangio ed altri ancora.

 

Nota di novità, punto di interesse che ha riscosso consenso ed apprezzamento da parte degli appassionati occorsi, il posizionamento di una “gobba” sul rettilineo davanti ai box del tracciato brianzolo, peraltro utilizzata in buona parte delle prove del rally, sulla quale gran parte degli equipaggi si è esibita in salti talora notevoli, e che ha configurato per il folto pubblico accorso una nota in più ai fini dello spettacolo.

 

Pur se il format dell’evento risulta consolidato, forse, e specialmente da parte del pubblico, si avverte il desiderio che venga apportata qualche variante (non in senso stradale) alla formula, qualche modifica che possa essere elemento aggiuntivo di spettacolo, qualche novità che “rinfreschi” un evento seguitissimo e che attira sulle tribune ogni anno migliaia di persone.

 

Di certo gli organizzatori, magari prendendo spunto da altri eventi, valuteranno le opzioni perseguibili; come sempre quest’anno lo spettacolo lo hanno dato i piloti, sui cordoli della prima variante piuttosto che nelle strette inversioni di marcia, o sull’anello ad alta velocità.

 

 

 

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