Manovra fiscale 2019, il taglio delle accise non è inserito…

Passano gli anni, le mode, i Governi, ma loro sono sempre lì: le accise, le imposte che gravano sui carburanti e soprattutto sul portafoglio dell’automobilista italiano. Ad oggi rappresentano circa il 60% di quanto paghiamo al distributore ogni volta che facciamo rifornimento. Tributi che quasi sempre sono serviti per trovare fondi per finanziare questioni altrimenti difficili da reperire (di solito disastri naturali o guerre): la più antica è quella arcinota per la guerra in Etiopia, correva l’anno 1935, al Quirinale sedeva un re, Vittorio Emanuele III. A scorrere la lista delle accise sembra di leggere i capitoli di un libro di storia: la crisi di Suez, il disastro della diga del Vajont, l’alluvione di Firenze, il terremoto del Belice, del Friuli, dell’Irpinia e più di recente di Abruzzo ed Emilia Romagna, ma anche il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri (2004) o l’emergenza migranti dopo la crisi libica (2011).La più inaccettabile, quella del 2011 varata sotto il Governo Berlusconi per scongiurare l’aumento dei biglietti per il cinema. Per fortuna che il malcostume di aggiungere pochi millesimi di euro ai carburanti per recuperare risorse si è fermato nel 2012, ma mai dire mai.

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