Carburanti, lo chiede l’Europa abolire la tassa regionale!

In Italia a concorrere al prezzo (alto) dei carburanti vi è una tassa sconosciuta ai più: si tratta dell’IRBA, sigla stante per “Imposta Regionale sulla Benzina per Autotrazione”.
Per l’Unione Europea, però, va abolita. La Commissione Europea ha infatti da poco inviato all’Italia una lettera di costituzione in mora chiedendo l’abolizione della tassa regionale, in quanto «non ha finalità specifiche ma unicamente di bilancio, contravvenendo quindi alle norme dell’UE».
L’IRBA, spiega Bruxelles, costa ad ogni automobilista circa 2 centesimi per litro di benzina sui 72 centesimi di accisa percepiti sulla base della legislazione armonizzata dell’UE. Il problema è che per l’Europa è una tassa i cui proventi non sono destinati a coprire provvedimenti o azioni specifiche, ma serve unicamente a fare cassa.
L’addizionale regionale sulla benzina riguarda le Regioni a statuto ordinario: è stata introdotta dal decreto legislativo 398 del 1990 ed è dovuta dal concessionario o titolare dell’autorizzazione dell’impianto di distribuzione del carburante, che versa mensilmente alla Regione l’ammontare della tassa sul quantitativo erogato.
Attualmente è in vigore in alcune Regioni. La Calabria ha introdotto l’IRBA di 0,02582 euro nel 2011. Stesso ammontare per la Campania, che l’ha varata già nel 2004, mentre nel Lazio è arrivata nel 2012. In Molise era di 0,01549 nel 2005, ma è stata aumentata sempre a 0,02582 euro nel 2007. L’importo è leggermente superiore in Piemonte, al via nel 2012, dove è di 0,026 euro. In Liguria l’addizionale regionale più alta: introdotta nel 2006 a 0,02582 euro, nel 2012 è stata incrementata a 0,05 euro. Le Marche invece l’hanno fissata a 0,02 euro nel 2008. Il 1° gennaio del 2012 era salita a ben 0,07580, ma è stata riportata all’ammontare precedente già nell’aprile dello stesso anno.
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