INCHIESTA Il diesel batte il bluff dell’ibrido e plug in benzina

DI PAOLO CICCARONE

Negli ultimi tempi è capitato di dover viaggiare per lavoro e motivi personali su un percorso fisso: da Milano a Foggia e ritorno, con una percorrenza per tratta di circa 800 km. Il viaggio si è svolto in condizioni simili di traffico e meteo, per cui fra andata e ritorno gli 8 percorsi, in tre mesi, hanno avuto una costanza tale da renderlo emblematico della situazione reale.

OGNI VIAGGIO UN TEST DRIVE

Ebbene, grazie ai test drive svolti, ogni viaggio è stato completato con una tipologia di vettura diversa e con caratteristiche ben definite. Una benzina, una ibrida, una ibrida plug in e una diesel tradizionale. Non vi diciamo i modelli, ma potete facilmente ricostruirli nei test drive proposti su questa testata. Alla fine, conti alla mano cifre precise, emerge quello che in molti sospettano, ma alcuni tacciono per convenienza o scelta politica.

I NUMERI DICONO CHE IL DIESEL CONSUMA MENO

Il motore diesel è quello che consuma meno, inquina di meno, ha una percorrenza maggiore, ma ha il grosso difetto che, dietro alla scusa delle emissioni inquinanti, è quello che genera meno gettito fiscale rispetto agli altri motori, che per giunta godono anche di un incentivo statale. Come facciamo a dirlo? Ecco i numeri che lo dimostrano. Un appunto: abbiamo svolto anche un test con vettura benzina e GPL, ma con condizioni di traffico e meteo diverse da non poter essere confrontata in maniera simile.

VETTURA BENZINA 1.0- 117 CV

Abbiamo avuto una percorrenza media di 12,5 km al litro, dovuta sia alle caratteristiche della vettura, un SUV piccolo, sia al fatto che col cambio automatico CVT il regime di rotazione, specialmente nei tratti in salita, si alzava con conseguente aumento dei consumi.

800 KM percorsi con 64 litri di benzina a 1,75 euro, per un costo complessivo di 112 euro, di cui 30 di accise al governo oltre all’IVA

VETTURA IBRIDA BENZINA 1.6-150 CV

Abbiamo percorso nella migliore delle situazioni 14,5 km con un litro di benzina, anche se in città (ma non è l’obiettivo del test) abbiamo avuto valori attorno ai 12 km al litro. E’ un SUV di dimensioni maggiori, nel segmento di riferimento è uno dei più venduti. Nonostante la mole e la sezione frontale, si è distinto per un buon comportamento. Infatti abbiamo speso 96 euro con un costo carburante di 1,75 euro al litro e circa 25 euro di “obolo” versato al governo sotto forma di accise.

VETTURA IBRIDA PLUG IN BENZINA 1.6-225 CV (108 da elettrico)

La vettura provata era una station wagon con due motori (e quindi più peso) con una potenza complessiva di 225 CV, decisamente tanti. Esaurita la percorrenza in elettrico in circa 40 km di autostrada, tutto il resto è stato percorso in modalità ibrida e benzina. E infatti i consumi ne hanno risentito, anche per via del carico: 12,6 km al litro all’andata, 13 al ritorno, con una spesa totale di 111 euro (di cui circa 30 di tasse allo stato). Prezzo benzina, 1,75 euro al litro.

VETTURA DIESEL 1.5-130 CV

Una tradizionale berlina di segmento C, dotata di un motore a gasolio con cambio automatico. Il totale del consumo è stato sorprendente, 37 litri per percorrere gli 800 km, il problema è che il costo del gasolio è salito alle stelle e infatti abbiamo pagato 1,9 euro al litro, con una spesa totale di circa 70 euro di cui 13,2 euro allo stato per le accise. Il consumo medio è stato di circa 21 km con un litro di gasolio. La spesa complessiva, complice anche i 58,70 euro di autostrada per ogni tratta, è stata inferiore di 90 euro rispetto alle motorizzazioni citate in precedenza.

RIASSUMENDO: CONSUMI DI PIU’ E INQUINI DI PIU’

Quello che emerge dal test, comprensibile anche alla famosa casalinga di Voghera, è che sui percorsi lunghi, come autostrada, il diesel vince anche se il carburante costa di più. Si usano meno litri di gasolio rispetto a qualsiasi altro modello a benzina e questo vuol dire inquinare di meno (meno carburante, meno emissioni, va da sè). Il difetto è che consumando meno, paghi anche meno tasse per le accise (che ricordiamo sono state ridotte in questo periodo).

IBRIDE E PLUG IN E IL GETTITO FISCALE AUMENTA

Il minor gettito fiscale è il vero punto dolente, tanto che pure per le elettriche si sta pensando a qualcosa per ovviare alla voce fisco. Ma perché allora continuano a produrre vetture ibride benzina e plug in? Perché le norme di riferimento nelle omologazioni, lasciano lo spazio per aggirare la realtà. Quando hai una vettura che al ciclo di omologazione dichiara valori di 42 grammi di CO2 o consumi di 50 km al litro, è chiaro che la politica vada in quella direzione.

LE CASE OBBLIGATE A PRODURRE VETTURE GREEN

La realtà, purtroppo, è un’altra. Le auto ibride e plug in sono più costose, hanno più elementi e per le Case hanno un ridotto margine di guadagno per far fronte agli obblighi di legge. Vanno bene solo se si percorrono pochi km al giorno, c’è il tempo per ricaricare le batterie e in ambito urbano si muovono in elettrico. In questo contesto ne vale la pena, altrimenti, in un uso misto, sono più costose e inquinanti. Lo dicono i numeri della prova reale. Insomma, il problema non è chi costruisce queste auto, quanto chi fa le leggi senza tenere conto della realtà.

IBRIDE E PLUG IN VALIDE IN CITTA’

Se prendiamo, invece, la circolazione urbana, in cui la parte elettrica interviene più spesso e per percorrenze minori, allora la competizione fra diesel ed ibridi o plug in diventa interessante. La soluzione? Regole di omologazioni reali, una politica vera e non fatta di voli pindarici che non tiene conto della realtà della circolazione. Un ibrido diesel potrebbe essere utile nella circolazione urbana, senza dubbio, ma uccidere il diesel a vantaggio di altre motorizzazioni, è una follia.

OMOLOGAZIONI DA RIVEDERE IN FRETTA

Il caro prezzi dei prodotti in vendita al supermercato nascono proprio da questo, visto che in Italia l’80 per cento delle merci viaggia su gomma. L’inquinamento? Controllabile per il diesel, mentre i moderni motori benzina con iniezione diretta, hanno un FAP che assorbe al 65 per cento le emissioni di polveri e nel ciclo reale, un motore benzina tende ad aumentare le emissioni in base al regime di rotazione. Ovvero, un diesel al banco dà già i valori massimi che restano costanti, un benzina invece tende ad aumentare, ma se il controllo lo fai sui rulli, è un dato falsato. In conclusione, a fronte dei talebani dell’inquinamento del diesel, una domanda: consumando più litri di carburante nel ciclo reale, come si fa a inquinare meno di un motore che consuma meno litri? Si chiama termodinamica, una legge (anzi, un insieme di leggi) che chi fa le norme evidentemente non conosce.

RIASSUNTO DATI

Benzina 1.0 – 117 CV:                             64 litri-112 euro – 30 di accise

Benzina ibrido 1.6-150 CV:                 55 litri- 96 euro – 26 di accise

Benzina ibrido plug in 1.6-225 CV:  63,5 litri – 111 euro – 29 di accise

Diesel 1.5- 130 CV:                                 37 litri – 70 euro – 13 di accise

Quindi lo stato nel nostro viaggio con varie motorizzazioni ha intascato di meno col diesel e più con i motori tradizionali. Su un viaggio di 800 km la differenza è stata di 17 euro di accise nella migliore delle ipotesi contro un risparmio generale di oltre 40 euro per tratta. Adesso moltiplicate questo valore per mille (una percorrenza media di 8000 km annui) e fa un minore gettito fiscale per lo stato, da moltiplicare per qualche milione di automobilisti. Avete fatto i conti? Ecco che adesso tutto torna sul perché della guerra al diesel che parte dall’inquinamento (opinabile visto che tutti, ripetiamo, tutti i motori hanno) e finisce per prelevare soldi in più dalle tasche dei cittadini.

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