Coronavirus & Spostamenti in Italia: regole per Lombardia e 14 province in zona arancio [aggiornamenti]

REDAZIONE AUTOMOTO.IT

Ecco tutte le prime informazioni disponibili, sul forte decreto che l’Italia ma messo in opera per fronteggiare il Coronavirus. Almeno fino a inizio aprile 2020, ci sono grandi e nuovi limiti per automobilisti e cittadini in genere, che debbano spostarsi sulle zone di tutta la Regione Lombardia e nelle 14 province coinvolte. Sono quelle di: Modena, Parma, Piacenza, Reggio dell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia.

Il semaforo non è rosso

Cautela e avanti solo se ci sono le condizioni. Non è però un semaforo rosso, quello messo alla mobilità con il decreto di marzo 2020, semmai un arancio quello sì. Contrariamente alla disinformazione iniziale, non ci sono a oggi divieti assoluti di andare in quelle zone e nemmeno ci si resta bloccati internamente, occorre una motivazione e ci sono molti casi da valutare.

Premessa è che nel momento in cui scriviamo, dopo i passaggi di governo e viminale, spetta alle prefetture gestire la fase di attuazione dettagliando le specificità. Quanto elenchiamo è in costante aggiornamento da parte della redazione di automoto.it.

Il modulo per circolare con auto e mezzi, entrando o uscendo anche dalle zone arancio

Il modulo per circolare con auto e mezzi, entrando o uscendo anche dalle zone arancio

Autocertificazione

È buona regola, se ci si muove in auto, moto o altro mezzo di trasporto per uscire o entrare dalle zone arancio, avere con se l’autocertificazione. Si tratta di un semplice modulo da compilare, con la specifica motivazione. Un esempio è visibile e scaricabile dall’immagine sopra riportata.

Attenzione a non sottovalutare il fatto che pur fatto in proprio, il documento deve attestare il motivo e quindi rimandare a qualcosa di certificabile. Per esempio l’impegnativa medica, un appuntamento o la prenotazione, se si parla di spostamenti per attività sanitaria. In caso di spostamenti lavorativi, può bastare una scrittura del datore lavoro. In caso di assenza o mancata validità dell’autocertificazione, si potrebbe incorrere non solo divieto di transitare, ma ovviamente in sanzioni con ammenda da centinaia di queo e valenza penale (casi già accaduti, dalla prima giornata di entrata in vigore).

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