ALLARME TAGLIANDI Si scrive sicurezza ma c'è la fregatura per gli automobilisti? Ecco la lista dei modelli…bloccati!

Quando si parla di sicurezza nelle auto oggi dobbiamo riferirci anche alla sicurezza informatica. Non è un segreto che negli USA degli hacker abbiano violato i protocolli delle centraline di alcuni modelli, fra cui quello della Jeep Renegade. E proprio per evitare che in futuro accadano episodi simili, in questi giorni FCA sui modelli 500L, 500X, Renegade e Doblò, ha inserito una centralina fra la presa di diagnosi OBD e la rete del veicolo, impedendo di fatto la diagnosi con i normali strumenti multimarca in commercio (TEXA, BOSCH, ecc.).

 

La conseguenza, nel caso specifico, è che pur rimanendo leggibili alcuni parametri tecnici attraverso il solo protocollo E-OBD, c’è l’impossibilità materiale di effettuare configurazioni, anche le più semplici, come il reset di un tagliando di  manutenzione, obbligando così l’automobilista a rivolgersi solo ed esclusivamente alla rete autorizzata o, in alternativa, costringendo gli autoriparatori indipendenti ad acquistare l’attrezzatura specifica FCA, oltre al costo dell’abbonamento annuo al software, di circa 900 euro.

 

OBBLIGO TAGLIANDI SOLO DAI CONCESSIONARI!

 

In pratica, per gli automobilisti ci sarebbe l’obbligo di accedere solo alle strutture convenzionate ovvero alle concessionarie ufficiali, tagliando fuori le autofficine tradizionali e questo nonostante la legge europea preveda il contrario!

 

Negli USA gli hacker hanno dimostrato di poter assumere il controllo a distanza di un veicolo, connettendosi attraverso il sistema Uconnect o con più semplici “dongle” acquistabili in internet che, una volta installati sulla presa di diagnosi, consentivano di accedere ai dati del veicolo, tramite specifiche app scaricabili su smartphone. Quindi un sistema molto semplice per accedere al controllo da parte di malintenzionati.

 

Questi casi hanno indotto FCA ad introdurre una centralina aggiuntiva che di fatto blocca gli accessi non riconosciuti sul veicolo. Compresi quelli dei meccanici autoriparatori che intervengono per i classici tagliandi! In questo modo le Case, nello specifico FCA ma vale anche per le altre che volessero seguire l’esempio, obbligano a rivolgersi alla propria rete di vendita e assistenza, venendo meno alla libera scelta del cliente e da quanto previsto dalle norme e tutto avverrebbe tramite software che, installati per ragioni di cyber sicurezza, in realtà tendono a limitare il campo di azione di chi può operare sui veicoli. L’alternativa è acquistare sofisticati strumenti di diagnostica o pagare abbonamenti che, alla fine, farebbero ricadere i costi sull’utente finale, ovvero l’automobilista che esegue i controlli presso le officine non ufficiali, con risparmi sui costi dei tagliandi e una attenzione che spesso le concessionarie non hanno verso la loro clientela.

 

IMPOSSIBILE FARE TAGLIANDI ANCHE IL PIU’ SEMPLICE CAMBIO GOMME!

 

Le associazioni di categoria si sono dette preoccupate, ad esempio Confartigianato Autoriparazioni, che in Italia raccoglie oltre 30 mila aziende che operano nel settore, ribatte su un punto fondamentale: “Riteniamo debba valere un concetto fondamentale per il futuro dell’autoriparazione indipendente, in ossequio al quale “il veicolo è di proprietà di chi l’ha acquistato e pagato. Se la proprietà del veicolo è mia, devo poter scegliere dove e da quale autoriparatore far eseguire le riparazioni e manutenzioni. Da molti riscontri relativi all’indagine “sul campo“ che stiamo conducendo, possiamo affermare che,  a distanza di 4 anni dal rapporto Ricardo sulla reale applicazione in Europa del Reg.  715/2007 sul libero accesso alle informazioni tecniche e alla diagnosi e riprogrammazione delle centraline con il sistema Pass-Thru, sulla quale è basata proposta di Regolamento sopra citata, nulla è cambiato. Non solo, la situazione, alla luce di quanto esposto, sembra stia addirittura peggiorando”.

 

AUTOMOBILISTI VESSATI DA PREZZI MAGGIORATI E PROBLEMI DI SICUREZZA 

 

Nel frattempo Confartigianato Autoriparazioni si sta muovendo sia ai tavoli tecnici Europei che presso le Istituzioni nazionali, interagendo con le altre Associazioni che rappresentano il mondo attrezzature diagnostiche e produzione di ricambi Aftermarket, istituendo un tavolo trategico per azioni comuni e condivise, oltre ad un confronto critico sui contenuti del nuovo Regolamento, finalizzato a capire come si stia muovendo il Ministero dei Trasporti in merito alla verifica del rispetto degli obblighi relativi all’accesso alle informazioni tecniche e, più in generale, per avere una visione completa sulla sua applicazione in Italia. In pratica gli automobilisti si troverebbero a dover pagare più caro il controllo auto e sarebbe impossibile fare i minimi interventi, come cambiare una gomma e non poter ripristinare il TPMS perché la centralina lo considera un intervento invasivo!

 

Insomma, esiste il reale rischio che la prossima “innovazione” sia la chiusura del mercato indipendente, col rischio di generare una sorta di monopolio dei costruttori. Per fare un esempio, anche la sostituzione di una piccola batteria 12 volt per i servizi potrebbe essere impossibile da fare perché si andrebbe a violare i protocolli di accesso.

Al proposito abbiamo interpellato Alessandro Angelone, presidente Confmotori Sistema che ci ha dichiarato: “Da tempo ci si riempe la bocca con “Industria 4.0” e ora “ Impresa 4.0” ma di che innovazioni parliamo se poi  si va ad operare in un mercato monopolista? Noi Artigiani non chiediamo nè sconti nè favoritismi, siamo d’accordissimo al riconoscimento dell’operatore e dell’impresa che interviene sul veicolo, (così facendo eliminiamo anche gli abusivi) ma non possiamo accettare che ci venga chiesto il “pizzo” pretendendo di acquistare per ogni brand costruttore la loro VCI di interfaccia!”.

 

 

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