F1. Arturo Merzario: “Bearman al posto giusto, in Ferrari, ma al momento sbagliato. Attenzione a Leclerc che potrebbe andare via!”

MARA GIANGREGORIO – PAOLO CICCARONE per AUTOMOTO.IT

 

In occasione del suo 81esimo compleanno, Arturo Merzario ha parlato della F1 di oggi, di come sia cambiata e sul futuro del giovane Bearman in Ferrari…

 

Arturo Merzario, 81 anni e tanta voglia di correre ancora. In occasione del suo compleanno una chiamata di auguri si è trasformata in un momento di riflessione sulla Formula 1, di ieri e di oggi. “Grazie degli auguri Paolo! È sempre un piacere riceverli da te. Sappi che io, purtroppo, nonostante tutto, non ho nemmeno la pensione, neanche il minimo perché sono considerato, visto il lavoro che ho fatto, un benestante. Poi adesso sai i piloti di Formula 1 parlano di milioni di dollari, ma ai miei tempi si correva giusto per la passione e per fare la prestazione e ci davano il giusto per vivere, come un operaio, un impiegato, un dirigente d’azienda. Quindi non abbiamo potuto mettere da parte chissà quale cifra per poter vivere poi di rendita”. Quindi hai spagliato epoca adesso con i 40 milioni di stipendio a stagione, no? “Io a 81 anni sono qui a parlare con te quindi la mia pensione è questa. La mia fortuna non è tanto l’essere stato bravo ma l’essere sopravvissuto perché alla nostra epoca, come tu sai, era molto molto facile farci del male”.

Dopo 52 anni, c’è stato un ragazzino su una Ferrari che ha esordito in Formula 1. Ti ha rubato il record. “Menomale che incominciano a riprendere i giovani come fu per me, anche se avevo qualche anno in più. All’epoca l’età media era sui 35 anni e non a caso io non ero neanche trentenne e fui considerato comunque un ragazzino. È stato fantastico Bearman! L’unica cosa in cuor mio, la più grande preoccupazione non era tanto se non fosse riuscito a fare la prestazione, ma che avrebbe potuto fare l’esagerato compromettendo una posizione, e menomale che non è stato così. Il suo terminare la gara vuol dire che ha già una maturazione in testa, e non tanto per la forma fisica perché questi ragazzini sono super palestrati, ma per come ha gestito il tutto, anche se era radiocomandato. A mio avviso bravissimo ma purtroppo ti dico come la penso: è arrivato al posto giusto ma al momento sbagliato. Come per me in Formula 1 in Ferrari. Nei prototipi sono arrivato al posto giusto al momento giusto ed ho vinto anche dei mondiali. In F1, invece, ci sono arrivato nel momento sbagliato con la Ferrari che era limitata di prestazioni. Bearman la stessa cosa perché non ha futuro nel team di Maranello, salvo imprevisti catastrofici che non sappiamo. Il prossimo anno arriverà un certo signor Lewis Hamilton e Leclerc è stato confermato, tant’è vero che Sainz se ne va. Quindi come puoi aspirare ad un sedile della Ferrari. L’imprevisto potrebbe solo essere Leclerc che, non accettando il confronto con Hamilton in squadra dato che fino adesso è stato abituato ad essere il numero 1, potrebbe decidere magari di lasciare per andare da altri parti. Sicuramente il ragazzo avrebbe la possibilità così”.

E sulla questione Horner Gate? “Io voglio rimanere fuori dal gossip della Red Bull. Io credo nei fatti concreti. Come direzione tecnica non si può fare nessuna critica, poi hanno il pilota e la macchina di Adrian Newey che ha dimostrato negli ultimi quindici/venti anni, dalla Williams alla McLaren, di essere il numero 1, in tutti i sensi. Quindi sono il team che tutti devono inseguire come c’è stato il periodo della Williams, della McLaren, della Ferrari, della Mercedes, e ora tocca a loro. Gli altri devono cercare per forza di cose di raggiungere la Red Bull. La più vicina in questi ultimi anni è stata forse la Mercedes e adesso parerebbe essere la Ferrari, però attenzione anche alla McLaren che sta tornando già dalla stagione scorsa. Mi ha lasciato un po’ con l’amaro in bocca l’Aston Martin che ha fatto prima il salto di qualità e poi di punto in bianco ritorna nelle retrovie. Il perché non lo so, comunque ci sono cinque team al giorno d’oggi veramente agguerriti. Uno vale l’altro e basta guardare i tempi dove tra la pole e il terzo tempo è questione di centesimi. Non è come la nostra epoca per cui da un certo punto di vista è un ex equo. All’ultimo Gran Premio c’erano dieci piloti in un secondo. Dopo c’è chi ha più o meno fortuna, non bravura attenzione, a sposare una strategia piuttosto che un’altra che può fare poi la differenza sullo svolgimento di una gara di 50 giri, altrimenti sono tutti allo stesso livello. Per lo sport questo è fantastico”.

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