F.1 LA POLEMICA Dopo il debutto di Bearman via i flanellari dal circus

DI LUCIO RIZZICA VIA FACEBOOK

Il settimo posto del 18enne Ollie Bearman, ottenuto a Jeddah su una Ferrari dopo una brevissima vigilia -così improvvisa da non dargli neppure quasi il tempo di provarne timore- suggerisce un ventaglio di temi da approfondire molto interessante. Uno dei quali riguarda senza dubbio la difficoltà che incontrano tanti giovani talentuosi ad ‘accasarsi’ in F1, nonostante provengano dalle più prestigiose Academies del motorismo internazionale.

Si dirà che il problema è la mancanza di ‘sedili‘, ora che la Formula Uno non ha più -un po’ per per questioni economiche, un po’ per motivi legati alla sicurezza- gli schieramenti di partenza chilometrici di un tempo. E questa puo’ essere senza dubbio una valida risposta alla domanda sul perchè molti giovani rimangano sull’uscio o addirittura fuori dalla serie. Poi c’è il risvolto non tanto secondario dei costi e delle buonissime relazioni con il paddock e chi vi ruota intorno (dai team owners ai direttori sportivi, dai manager ai non ignoti ‘mammasantissima’ che muovono le pedine del circus -sponsor miliardari e generosissimi partner con valigia pronta e contanti impacchettati inclusi).

Infine c’è l’aspetto dei cosiddetti ‘flanellari’, i piloti che -come gli artisti e i giovinetti che frequentavano i club e le case chiuse- facevano flanella, fanno passare il tempo -anzi gli anni- quasi oziosamente, non combinando granchè, diciamo facendo statistica e rinpinguando il conto in banca e i files del gossip. È mezzanotte, non sto benissimo, ho trentotto di febbre e un accenno di congiuntivite (ah l”età, che mal si sposa col maltempo…).

E mi viene in mente che sarebbe bello, anzichè il tenere fermi e in attesa di un chissà i vincitori delle formule minori, spesso senza mai dar loro una vera opportunità, uno sbocco, che la FIA cercasse una soluzione. Come ad esempio quella di un team istituzionale al quale far partecipare economicamente tutte le squadre, o -meglio- stabilire ad esempio un limite di presenze in F1 per i piloti.

Non di età (sarebbe un discrimine), ma magari stabilito in modo meritocratico: dopo sei anni di partecipazioni anonime (e/o un massimo di tre cambi di squadra), in mancanza di risultati minimi, prego accomodarsi e lasciare il posto ad altri più giovani e motivati. Chi vince, invece, e diventa campione, è giusto che rimanga finchè vuole: è storia, è leggenda, è pure marketing. Ma alcuni, dopo sei anni… lì a lottare sempre in fondo al gruppo senza chances per sè nè per altri…, che palle!

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